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UNIONE EUROPEADraghi: "Il rialzo dell'inflazione è una priorità"

20.11.15 - 20:41
Ma ai piani alti dell'Eurotower non tutti i governatori condividono la sua posizione, in primis il presidente della Bundesbank
Draghi: "Il rialzo dell'inflazione è una priorità"
Ma ai piani alti dell'Eurotower non tutti i governatori condividono la sua posizione, in primis il presidente della Bundesbank

FRANCOFORTE - A due settimane dalla prossima riunione della Banca Centrale Europea, il presidente Mario Draghi apre decisamente a ulteriori misure di stimolo per centrare gli obiettivi d'inflazione nell'Eurozona. Ma ai piani alti dell'Eurotower non tutti i governatori condividono la sua posizione. In primis il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, da sempre scettico sulla politica monetaria espansiva dell'ex governatore di Bankitalia.

"Se decidiamo che la traiettoria attuale della nostra politica monetaria non è sufficiente per centrare l'obiettivo, faremo quello che dobbiamo fare per innalzare l'inflazione il più presto possibile", ha detto Draghi nel suo discorso al congresso delle banche a Francoforte, sottolineando che "ciò è quanto richiede il nostro mandato per la stabilità dei prezzi". La promessa ricorda quella fatta nella famosa conferenza alla Lancaster House di Londra a luglio 2012 quando il presidente Bce promise di "fare tutto il possibile" (whatever it takes) per salvare l'Euro dal collasso. L'inflazione al momento nell'Eurozona è inchiodata vicino allo zero (0,1%) e quindi ben lontano dall'obiettivo della Bce di tenerla sotto ma prossima al 2%. Nell'ultimo board del 2015 dell'Istituto centrale, il prossimo 3 dicembre, dovrebbe essere quindi riesaminata la portata del quantitative easing, aprendo la strada al potenziamento del piano di acquisti di titoli in termini "di ampiezza, composizione e durata". Inoltre, Draghi dovrebbe annunciare un nuovo taglio sui depositi, portando da -0,20% a -0,30% il tasso per tenere parcheggiata la liquidità nei forzieri di Francoforte. "Il livello del tasso sui depositi può rafforzare la trasmissione" del Qe "anche grazie all'aumento della velocità di circolazione delle riserve bancarie", ha spiegato il numero uno della Bce.

Ma a stretto giro, nella stessa conferenza, Weidmann ha espresso tutto il suo scetticismo. "Dobbiamo essere chiari su un punto: quanto più a lungo rimaniamo in questo approccio morbido, tanto meno sarà efficace questa politica" monetaria, ha detto il presidente della Bundesbank. Andando avanti così "aumentano invece rischi ed effetti collaterali in gioco", ha spiegato, sottolineando che "il calo del prezzo del petrolio rappresenta uno stimolo economico per l'Eurozona piuttosto che un precursore della deflazione". E Weidmann ha usato un suo cavallo di battaglia ricordando ancora una volta che "i Paesi si possono abituare ai tassi bassi, frenando le riforme". Un Paese che invece procede meglio del previsto è l'Olanda, che oggi si è vista riassegnare la tripla A da Standard & Poor's perché "la sua ripresa e le prospettive economiche sono più forti di quanto ci aspettassimo", ha spiegato l'agenzia di rating, che l'aveva declassata ad AA+ nel 2013. Con questa promozione l'Olanda ritorna nel club della 'Tripla À, ossia di quei Paesi considerati super solvibili e si unisce di nuovo a Germania e Lussemburgo come gli unici Paesi dell'Eurozona a fregiarsi del top rating.

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