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Il monito degli esperti: non è mai troppo presto, se non si vuole invecchiare in povertà
LUGANO - Se non si inizia a risparmiare a 20 anni, vi aspetta una vecchiaia in povertà. Un allarme, questo, lanciato recentemente da un rapporto della banca americana J.P. Morgan e ribadito dagli esperti di tutta Europa. Con la riforma pensionistica alle porte, questo discorso vale anche per la Svizzera? «Diciamo che la direzione in cui le cose si stanno muovendo suggerisce che è meglio iniziare a risparmiare il prima possibile anche qui − spiega Mario Padula, professore ordinario della facoltà di scienze economiche dell’Usi − Ormai è praticamente certo che le nuove generazioni riceveranno contributi di anzianità più modesti di quelli dei loro nonni o bisnonni: bisogna pensare a qualche forma d’integrazione».
E il pensiero va quasi automaticamente al terzo pilastro…
"È normale, anche per assonanza cognitiva: primo, secondo e… terzo! In realtà per quanto riguarda le prestazioni non è un prodotto particolarmente vantaggioso, anzi. Attualmente è particolarmente debole, anche in Svizzera, è costoso e molto poco vantaggioso".
Quali le alternative?
"È impossibile fare un discorso generico, ogni situazione finanziaria è un discorso a sé. Ma le alternative non mancano: penso ad azioni, obbligazioni, investimento sugli immobili".
C’è una formula magica?
"L’importante è iniziare a mettere da parte qualcosa il prima possibile, appena entrati nel mondo del lavoro. Non deve per forza essere molto, bastano 50 franchi al mese. In questo modo si fanno “lavorare" gli interessi composti: se il primo anno rendono poco, al trentesimo rendono decisamente di più. Alla fine di una vita lavorativa una cosa del genere può fare la differenza".
ZAF/RED
