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SVIZZERAL'export soffre sempre a causa del franco forte

30.09.15 - 12:16
La situazione è meno rosea di quanto potrebbe sembrare: lo evidenzia il "Monitoraggio del terzo trimestre" del Credit Suisse
L'export soffre sempre a causa del franco forte
La situazione è meno rosea di quanto potrebbe sembrare: lo evidenzia il "Monitoraggio del terzo trimestre" del Credit Suisse

ZURIGO - Anche se la Svizzera è sfuggita alla recessione nel secondo trimestre, con un prodotto interno lordo (PIL) reale in crescita dello 0,2% da aprile a giugno, la situazione è meno rosea di quanto potrebbe sembrare. È quanto emerge dal "Monitoraggio del terzo trimestre" del Credit Suisse. A causa del franco forte, l'industria, il commercio al dettaglio e una parte del settore turistico sono infatti confrontati con una perdita di competitività a livello internazionale e all'erosione dei loro margini.

I tassi di crescita reali del PIL non riflettono le diminuzioni dei ricavi delle imprese esportatrici, spiegano gli esperti del Credit Suisse. Questa evoluzione varia sensibilmente rispetto a quella positiva del mercato interno, almeno in termini nominali.

Gli impulsi di crescita provengono principalmente dai settori parastatali come la sanità e l'insegnamento. Dal canto loro, l'industria, il commercio e il settore alberghiero devono far fronte a una perdita di valore aggiunto.

Anche se nell'industria taluni settori riescono a gestire meglio l'apprezzamento del franco, tutti ne soffrono. Sull'insieme del primo semestre, nessuno dei grandi rami industriali ha potuto aumentare le proprie vendite.

Industria farmaceutica e orologeria resistono - I più forti cali sono stati registrati nella costruzione di veicoli (-14,1% in un raffronto annuale), nella fabbricazione di attrezzature elettriche (-10,9%) e nell'industria farmaceutica (-7,8%). Quest'ultima dovrebbe tuttavia sopportare meglio la contrazione delle vendite, grazie a margini confortevoli. La flessione nella metallurgia si assesta a -5,9%.

Dal canto suo, l'industria orologiera, meno sensibile ai prezzi rispetto ad altri settori, ha ben resistito, con un calo dell'1,2% dopo otto mesi nel 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Questa flessione è dovuta principalmente all'assestamento della domanda a Hong Kong e in Cina e non all'apprezzamento del franco.

Gli economisti del Credit Suisse prevedono affari in chiaroscuro per l'industria orologiera nei prossimi mesi e nel 2016, a causa delle incertezze che pesano sull'evoluzione di mercati importanti come la Cina.

Il settore delle macchine si è dal canto suo mostrato resistente nel secondo trimestre, ma il calo talvolta marcato delle commesse in primavera dovrebbe tradursi in un rallentamento della produzione nel secondo semestre.

Tracollo del commercio al dettaglio - Approfittando delle condizioni meteorologiche favorevoli, il turismo ha registrato - contro ogni aspettativa - un'estate molto positiva, stando al "Monitoraggio" del Credit Suisse. Ma la situazione rimane difficile, in particolare nelle regioni alpine. Per il resto dell'anno e il 2016, i pernottamenti di clienti europei dovrebbero ancora diminuire.

Il commercio al dettaglio, infine, ha continuato il suo tracollo e le prospettive rimangono cupe anche per l'anno prossimo. Il fatturato dovrebbe al massimo ristagnare se non vi sarà alcun deprezzamento marcato del franco o un miglioramento dei consumi.

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