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EUROPAPrimo board Bce dopo la pausa, Cina e petrolio sul tavolo

29.08.15 - 19:20
Mario Draghi e gli altri banchieri centrali dell'Eurozona si troveranno la prossima settimana
Primo board Bce dopo la pausa, Cina e petrolio sul tavolo
Mario Draghi e gli altri banchieri centrali dell'Eurozona si troveranno la prossima settimana

ROMA - Mercati sotto stress con lo spauracchio Cina, petrolio in picchiata, Euro in risalita, inflazione al tappeto ed incognita Federal Reserve: è ricco il piatto che il presidente della Bce, Mario Draghi, e gli altri banchieri centrali dell'Eurozona troveranno sul tavolo la prossima settimana, quando riprenderanno il lavoro ai piani alti dell'Eurotower dopo la breve pausa estiva.

I timori di un rallentamento della locomotiva cinese, che hanno innescato il panico sui mercati finanziari mondiali, e il pesante calo delle materie prime ed in particolare del petrolio, sprofondato ai minimi degli ultimi sei anni sotto i 40 dollari al barile, hanno peggiorato le prospettive d'inflazione nell'Eurozona. A luglio il tasso d'inflazione in Eurolandia è rimasto invariato allo 0,2% e per agosto si prevede un rallentamento allo 0,1%. Il dato ufficiale sarà diffuso lunedì.

In questo scenario il board Bce giovedì potrebbe rivedere in peggio le sue stime di un +1,5% per l'anno prossimo e il presidente Draghi, nella consueta conferenza stampa che segue la riunione dei governatori, sarà pronto a rassicurare che Francoforte "è pronta ad usare tutti gli strumenti disponibili entro il suo mandato" per far fronte al calo dell'inflazione e mantenere la stabilità dei prezzi nell'Eurozona.

In settimana sia il vicepresidente Vitor Constancio che il capo economista della Bce, Peter Praet, hanno sottolineato che il piano di acquisti di titoli di Stato e privati "garantisce abbastanza flessibilità, in termini di importo, composizione e durata" e potrebbe dunque andare avanti ben oltre la sua naturale scadenza per centrare l'obiettivo di far risalire l'inflazione vicino ma sotto al 2%.

Praet però ha anche avvertito che il compito della Bce sta diventando più "arduo" alla luce degli sviluppi globali e quindi "non deve esserci nessuna ambiguità sulla volontà e sulla capacità del Consiglio direttivo di agire, se necessario". Attraverso il Quantitative easing la Banca Centrale sta rastrellando titoli al ritmo di 60 miliardi di euro al mese e lo farà almeno fino a settembre 2016.

Sullo sfondo resta poi l'incognita di quel che farà la Fed, il cui primo rialzo dei tassi in quasi un decennio era atteso per il mese prossimo ma a questo punto potrebbe anche slittare davanti alle ombre cinesi. L'interrogativo è se la Banca centrale americana può alzare il costo del denaro in un momento in cui lo spettro Cina incombe sulla ripresa mondiale. Al momento la Fed resta "cauta" ma i mercati finanziari naturalmente puntano sul 'no'.

Ed intanto gli occhi degli investitori sono già puntati sulla riapertura di lunedì, sperando che possa continuare il rally scattato dopo il grande crollo di inizio settimana. Ma gli analisti avvertono che la volatilità sui mercati resterà "alta" anche nelle prossime settimane, almeno fino a quando non si avranno indicazioni sul rallentamento dell'economia cinese e sugli effetti che avrà su quelle occidentali.

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