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BERNAGli imprenditori: "Nessun limite per frontalieri e permessi brevi"

02.07.15 - 13:14
L'Unione Svizzera degli imprenditori esige l'esclusione di frontalieri e lavoratori stranieri con permessi di soggiorno brevi dall'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa
Gli imprenditori: "Nessun limite per frontalieri e permessi brevi"
L'Unione Svizzera degli imprenditori esige l'esclusione di frontalieri e lavoratori stranieri con permessi di soggiorno brevi dall'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa

BERNA - L'Unione svizzera degli imprenditori (USI) esige che i frontalieri e i lavoratori con permessi di soggiorno di meno di un anno vengano esclusi dai contingenti previsti dall'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa. Lo ha ribadito oggi in occasione della Giornata degli imprenditori 2015 che si è svolta a Berna.

L'economia sostiene inequivocabilmente gli accordi bilaterali con l'Ue che "assicurano la prosperità della Svizzera" molto meglio di un accordo di libero scambio, ha detto Valentin Vogt, presidente dell'USI. Un accordo di libero scambio rappresenterebbe un peggioramento in particolare per quanto riguarda il riconoscimento reciproco delle norme sui prodotti, gli appalti pubblici e il traffico aereo.

La giornata, intitolata "La Svizzera nel cuore dell'Europa", è stata l'occasione per ribadire la posizione degli imprenditori in merito all'applicazione dell'iniziativa votata il 9 febbraio 2014. L'USI chiede che i contingenti siano applicati solo quando l'immigrazione netta supera una soglia limite. Frontalieri e lavoratori con permessi di soggiorno inferiori a 12 mesi non dovrebbero essere limitati.

La preferenza nazionale dovrà essere applicata in maniera "pragmatica", spiega l'USI: bisognerà tenerne conto già al momento della fissazione delle soglie massime di immigrazione e dei contingenti. In questo modo "gli obblighi imposti alle imprese e alle autorità risulterebbero notevolmente ridotti, come pure i rischi di conflitto con l'accordo di libera circolazione".

Questo sistema, secondo gli imprenditori, è quello che ha più possibilità di riuscire a mantenere intatti gli accordi bilaterali. L'UE infatti si oppone sia ai contingenti che alla preferenza nazionale, ma ammette le "clausole di salvaguardia". Gli imprenditori esigono inoltre di partecipare in qualità di membri alla Commissione dell'immigrazione per far valere i bisogni delle imprese.

La decisione della Banca Nazionale Svizzera di abbandonare la soglia minimo di cambio franco-euro causerà un aumento della disoccupazione, un calo delle esportazioni e un indebolimento degli investimenti nell'edilizia, ha detto Vogt. L'USI prevede una crescita zero del prodotto interno lordo nel 2015, la Segreteria di Stato all'economia dello 0,8%. Comunque sia, l'economia dovrà procedere ad adeguamenti dolorosi, ha aggiunto.

Gli imprenditori si sono pure opposti alle misure proposte dal Consiglio federale per favorire l'uguaglianza salariale uomo-donna, in particolare l'obbligo, per le imprese con oltre 50 dipendenti, di analizzare regolarmente i salari. Per l'USI si tratta di "regolamentazioni assurde" che "avvelenano la cultura dei dibattito".

L'associazione padronale ha approfittato dell'occasione per presentare un suo studio per contestare le cifre dell'Ufficio federale di statistica e dell'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo. I dati presi in considerazione sarebbero incompleti, stando allo studio commissionato dall'USI all'ufficio di consulenze BSS Volkswirtschaft Beratung. Chi parla di "discriminazione salariale e chiede una polizia dei salari si avvia su una strada pericolosa", ha concluso Vogt.

 

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