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SVIZZERANel 2014 meno lavoro per l'ombudsman delle banche

02.07.15 - 11:03
Si è registrato un forte calo dei reclami legati alle retrocessioni
Nel 2014 meno lavoro per l'ombudsman delle banche
Si è registrato un forte calo dei reclami legati alle retrocessioni

ZURIGO - L'ombudsman delle banche svizzere ha trattato 2'002 casi l'anno scorso, l'8% in meno del 2013. Ciò a causa di un forte calo dei reclami legati alle retrocessioni. In aumento invece le richieste di clienti stranieri.

In un anno, la proporzione di domande provenienti da altri paesi è passata dal 33 al 42% del totale, ha indicato oggi ai media a Zurigo l'ombudsman Marco Franchetti. Il fenomeno si spiega, in particolare, con problemi inerenti agli accordi fiscali, le spese fatturate ai residenti all'estero e lo scioglimento della relazione da parte della banca.

Nel 2014, l'organo di mediazione ha evaso complessivamente 887 casi per iscritto ed è intervenuto presso gli istituti in 275 di essi, pari a una quota del 31%. Nonostante l'aumento delle richieste di clienti esteri, la maggioranza proveniva dalla Svizzera tedesca (45%). La Romandia aveva una quota dell'11% e il Ticino al 2%.

Le richieste riguardanti la consulenza d'investimento e la gestione patrimoniale sono crollate del 46% a 153, scendendo al 15% del totale, dopo il 30% l'anno prima. Nel 2013, l'ufficio dell'ombudsman era stato confrontato con una valanga di reclami in relazione alle retrocessioni, ossia le commissioni che i fornitori di prodotti finanziari versano alle banche quando quest'ultime promuovono le loro attività.

I casi inerenti a errori nell'esecuzione di ordini di Borsa o quote di fondi non correttamente conteggiate sono progrediti dell'8% a 134. Le richieste concernenti crediti e ipoteche (-3%) e quelle riguardanti conti, traffico dei pagamenti e carte bancarie (+2%) sono invece rimaste più o meno stabili.

L'anno scorso, le manipolazioni dei corsi e dei mercati da parte di alcune banche hanno destato scalpore. Come poi è emerso, ne sono stato oggetto i titoli di partecipazione, i tassi di cambio, i prezzi dei metalli preziosi e i tassi d'interesse di riferimento, ha ricordato Franchetti.

Malgrado la grande risonanza mediatica di questi episodi, soltanto un numero esiguo di richieste e reclami è stato sottoposto in proposito all'organo di mediazione. Nella maggior parte dei casi si sarebbe potuto accertare un eventuale danneggiamento solo a fronte di una costosa indagine approfondita, impossibile nell'ambito di una procedura di mediazione.

Ciononostante, in alcuni dei casi in cui la banca in questione ha manipolato i corsi dei propri titoli di partecipazione e raccomandato attivamente il cliente - durante il periodo critico e in circostanze particolari - la loro sottoscrizione, è stato ottenuto il versamento di un compenso quale "gesto commerciale".

Infine, la Centrale per la ricerca di averi non rivendicati, incorporata all'ufficio dell'ombudsman, ha potuto recuperare beni per un valore di 4,63 milioni di franchi e il contenuto di sei cassette di sicurezza. Dal 2001, il valore totale degli averi restituiti ammonta a 52,5 milioni di franchi svizzeri, cui si aggiungono 42 cassette di sicurezza.

 

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