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SVIZZERA"Il settore orologiero svizzero saprà riprendersi"

25.06.15 - 11:27
Ne è convinto il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan
"Il settore orologiero svizzero saprà riprendersi"
Ne è convinto il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan

LOSANNA - L'industria orologiera è un chiaro esempio di capacità di adattamento dell'economia svizzera: come ottenere successo nelle esportazioni anche in caso di tassi di cambio sfavorevoli. Lo ha affermato oggi a Losanna il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan in occasione dell'assemblea generale della Federazione dell'industria orologiera svizzera (FH).

Jordan, secondo la versione scritta del suo discorso, si è detto cosciente delle enormi conseguenze causate all'economia dalla decisione della BNS di abbandonare il tasso di cambio minimo tra franco ed euro. Ma si è anche detto fiducioso nelle capacità dell'industria orologiera elvetica di mantenersi saldamente al timone.

La storia dimostra che è possibile risalire la china: "Come la fenice è rinata dalle sue ceneri, anche l'industria orologiera ha saputo riconquistare la posizione di leader mondiale dopo la crisi del settore" negli ultimi otto anni, in particolare tra il 2009 e il 2011, ha affermato Jordan.

La Svizzera è il paese che si è più esposto durante la crisi monetaria, ha aggiunto il presidente della BNS: per mantenere un tasso di cambio minimo a 1,20 franchi l'istituto centrale elvetico ha dovuto acquistare grandi quantità di valuta estera, quintuplicando gli attivi a bilancio. L'abbandono del tasso minimo in gennaio deve essere letto in questo contesto.

L'apprezzamento del franco non ha avuto le stesse ripercussioni per l'industria orologiera come per il resto delle esportazioni: la ragione principale di questa migliore performance è da ricercare nella minore importanza della zona euro tra i mercati di vendita, ha sottolineato Jordan. Le esportazioni orologiere si rivolgono infatti soprattutto ai paesi la cui crescita economica è stata più veloce della media.

Per conquistare nuovi mercati il settore si è sforzato di diversificare la propria offerta e ciò è stato pagante: ha infatti sofferto meno di altri della forza del franco. Purtroppo queste esperienze sono difficili da emulare in altri rami dell'esportazione, ha ammesso il presidente della BNS.

Il presidente della FH Jean-Daniel Pasche ha dal canto suo rilevato come l'orologeria abbia avuto complessivamente "un buon 2014": le esportazioni sono state di circa 22,4 miliardi di franchi, in crescita dell'1,9% rispetto all'anno precedente. "28,6 milioni di orologi hanno lasciato la Svizzera, ovvero mezzo milione in più rispetto al 2013".

Il settore deve tuttavia far fronte a un numero sempre maggiore di rischi e a un ambiente deteriorato, ha aggiunto Pasche: mercati importanti come Hong Kong, Cina e Francia hanno assistito a un rallentamento della crescita. "Prevediamo una certa stabilità delle esportazioni per il 2015. Sarebbe un buon risultato, tenuto conto delle circostanze", ha affermato.

La forza del franco grava su numerose aziende orologiere elvetiche: sono già stati annunciati licenziamenti e alcune società hanno adottato la disoccupazione parziale, ha ricordato Pasche, invitando le autorità a migliorare le condizioni quadro e a rinunciare a nuove tasse o all'aumento di quelle già esistenti.

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