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SVIZZERAFranco forte. "Ripensiamo alla sovranità monetaria"

03.06.15 - 17:04
LO afferma il CEO dimissionario della banca Raiffeisen e futuro presidente dell'assicuratore Helvetia
Franco forte. "Ripensiamo alla sovranità monetaria"
LO afferma il CEO dimissionario della banca Raiffeisen e futuro presidente dell'assicuratore Helvetia

BERNA - Considerati gli svantaggi provocati dal franco forte bisogna pensare a mettere eventualmente termine alla sovranità monetaria svizzera: ne è convinto Pierin Vincenz, CEO dimissionario della banca Raiffeisen e futuro presidente dell'assicuratore Helvetia, che intende avviare il dibattito sul tema.

"Attualmente abbiamo il doppio svantaggio di una moneta troppo forte e di tassi negativi", spiega Vincenz in un'intervista pubblicata dal settimanale romando "Hebdo" in edicola domani, di cui sono state diffuse oggi anticipazioni.

"Se questa situazione dovesse perdurare, se dovesse diventare impossibile esportare, dobbiamo pensare a modi per stabilizzare di nuovo il tasso di cambio del franco con l'euro o qualsiasi altra valuta. Magari rinunciando completamente all'autonomia in materia di politica monetaria, legando le sorti della Svizzera a quelle di altri paesi", afferma il manager 59enne.

Non bisogna pensare comunque a un rapido abbandono del franco. "Calcoliamo dapprima l'impatto della situazione attuale sui diversi settori economici. Ma dobbiamo prendere in considerazione uno scenario di abbandono della sovranità monetaria all'interno la riflessione generale sul futuro della nostra economia", propone Vincenz, che anni or sono fu tra i primi a sostenere lo scambio automatico di informazioni in ambito fiscale.

A suo avviso una tale decisione dovrebbe essere presa solo quale ultima ratio, se l'economia si trovasse in una situazione catastrofica o se la disoccupazione dovesse aumentare troppo. Un provvedimento di questo tipo secondo il numero uno di Raiffeisen si inserirebbe in un contesto più ampio, quello delle relazioni fra Berna e l'Unione europea.

"Discutiamo di immigrazione di massa, di relazioni istituzionali, di accesso al mercato. Dobbiamo includere in questo vasto dibattito la politica monetaria", si dice convinto il banchiere. Perché l'economia svizzera può resistere solo "due o tre anni" con i limiti attuali.

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