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SVIZZERAImmigrazione, chiesto un modello eurocompatibile

29.05.15 - 12:16
Economiesuisse e l'Unione svizzera degli imprenditori chiedono che i contingenti non siano applicati per i frontalieri
Immigrazione, chiesto un modello eurocompatibile
Economiesuisse e l'Unione svizzera degli imprenditori chiedono che i contingenti non siano applicati per i frontalieri

BERNA - Economiesuisse e l'Unione svizzera degli imprenditori (USI) chiedono che l'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa preveda una soluzione sostenibile per l'economia e compatibile con l'Unione europea. Essi sostengono le clausole di protezione che prevedono l'attivazione di contingenti solo in caso di forte immigrazione. Questi non vanno invece applicati per i frontalieri.

Un sondaggio, presentato oggi in un comunicato congiunto, dimostra che l'85% degli intervistati di 9 associazioni e 153 imprese teme meno investimenti per l'economia nel caso in cui l'articolo costituzionale, approvato dal popolo il 9 febbraio 2014, venga attuato secondo la proposta del Consiglio federale. L'88% si aspetta inoltre una diminuzione dei posti di lavoro.

Attraverso il rifiuto netto in novembre dell'iniziativa Ecopop, la popolazione ha dimostrato di non volere una limitazione rigida, scrivono le due organizzazioni. "A queste condizioni, ci opponiamo al progetto rigido del Consiglio federale", afferma il presidente di economiesuisse Heinz Karrer citato nel comunicato.

Molto sostegno per clausole di protezione - Secondo le organizzazioni, il modello presentato in gennaio dall'USI, che prevede le clausole di protezione, è sostenuto dai membri di tutte le regioni della Svizzera e dai politici. Inoltre, a differenza dei contingenti fissi, tali clausole sono conosciute e hanno dato buoni risultati anche all'interno dell'Unione europea. Non vi è garanzia che tale approccio abbia successo nei negoziati con l'UE ma è tuttavia l'opzione più promettente per salvare gli accordi bilaterali, si legge nella nota.

Le clausole di protezione già note in passato sono state affinate da economiesuisse. Attraverso un'ordinanza annuale la Confederazione definirebbe un limite massimo d'immigrazione. In condizioni normali varrebbe la libera circolazione totale delle persone per i cittadini dell'EU e dell'Associazione europea di libero scambio (AELS). Nel caso in cui il numero degli immigrati raggiungesse un livello critico lo Stato rilascerebbe un annuncio preliminare.

Se l'immigrazione continuasse a crescere oltre una certa soglia verrebbero introdotti dei contingenti temporanei. Il blocco totale avverrebbe solo in caso di raggiungimento di un limite predefinito. In questo caso gli immigrati potrebbero trasferirsi in Svizzera solo se lo stesso numero di persone emigrasse. La libera circolazione delle persone verrebbe reintrodotta nel momento in cui la situazione si normalizzerebbe.

"Necessario attingere ai lavoratori stranieri" - Economiesuisse chiede che per la distribuzione dei contingenti vengano favorite le organizzazioni private e realizzate delle procedure efficienti. Deve inoltre esser data la possibilità alle imprese di pianificare. Infine i cantoni devono giocare un ruolo centrale nella ripartizione.

I rappresentanti del settore economico hanno sottolineato di voler utilizzare il potenziale dei lavoratori svizzeri. Nella nota viene inoltre spiegato che se le regole riguardanti l'aiuto sociale e il ricongiungimento famigliare venissero applicate meglio "nel migliore dei casi" i contingenti non verrebbero mai attivati.

Tuttavia in caso di necessità "malgrado tutti gli sforzi, non avremo altra scelta che attingere a lavoratori stranieri in futuro", afferma il presidente dell'USI Valentin Vogt, citato nel comunicato.

Economiesuisse e USI chiedono infine delle eccezioni: nessun contingente per cittadini degli Stati UE e AELS che vengono in Svizzera per un massimo di dodici mesi. Nessun limite neppure per i frontalieri, le cui autorizzazioni dovrebbero esser rilasciate dai cantoni.

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