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CANTONESettore bancario ticinese: c’è preoccupazione

25.02.15 - 10:59
Il 2014 si è chiuso con dati positivi ma la regolarizzazione degli averi all’estero dell'Italia e l'eliminazione della soglia minima del cambio franco-euro influiranno nei prossimi mesi
Ti-Press
Settore bancario ticinese: c’è preoccupazione
Il 2014 si è chiuso con dati positivi ma la regolarizzazione degli averi all’estero dell'Italia e l'eliminazione della soglia minima del cambio franco-euro influiranno nei prossimi mesi

BELLINZONA - Il Comitato esecutivo dell’Associazione bancaria ticinese si è chinato sull’attuale situazione alla luce degli ultimi dati congiunturali e occupazionali e non nasconde le proprie preoccupazioni sull’evoluzione a breve termine dell’attività bancaria in Ticino.

Andamento affari - Due eventi sono stati individuati come fondamentali per l’attuale fase: l’entrata in vigore del programma italiano di regolarizzazione degli averi all’estero e la recente decisione della Banca nazionale svizzera di eliminare la soglia minima del cambio franco-euro. Il secondo evento, in particolare, ha sorpreso buona parte del mondo economico, “gettando ombre oscure sull’andamento degli affari: ha portato un’immediata perdita di valore degli averi in portafoglio e, in prospettiva 2015, un calo delle commissioni di gestione calcolate sui patrimoni investiti in valuta estera. Ben si comprende quindi l’estrema prudenza espressa dai banchieri ticinesi sulle prospettive economiche e occupazionali che riguardano i prossimi mesi”.

L’indagine congiunturale svolta periodicamente dall’istituto KOF di Zurigo, in collaborazione con ABT e Ufficio cantonale di statistica, rileva che il 2014 è stato un anno caratterizzato da un andamento ambiguo. In generale, se sul fronte della clientela svizzera si conferma un buon trend, le prospettive che riguardano la clientela estera rimangono molto difficili. Le masse patrimoniali amministrate sono rimaste sostanzialmente stabili grazie soprattutto al buon andamento dei mercati borsistici. Le commissioni di gestione e di negoziazione sono leggermente cresciute mentre il risultato delle operazioni su interessi rimane stagnante. Il volume dei crediti alla clientela ha registrato nel 2014 una sostanziale tenuta che dovrebbe proseguire nel 2015 grazie ai tassi d’interesse molto bassi. D’altra parte però i margini di guadagno sono sempre più esigui. Nonostante tutto le banche continuano a erogare credito ipotecario e commerciale a sostegno delle famiglie e delle aziende che operano sul territorio. I prestiti ipotecari delle banche in Ticino hanno raggiunto a fine 2013 la cifra globale di 41.8 miliardi di franchi.

Occupazione - È stato analizzato che le banche in attività nel Cantone a fine 2014 erano 50, quattro in meno rispetto a inizio anno, in seguito all’apertura di un nuovo istituto, all’acquisizione di due istituti e alla chiusura di due piccole succursali. Nel 2014 il numero degli effettivi in Ticinoimpiegati dalle banche (6'324 unità) e dalle loro società partecipate (813 unità) ha registrato un aumento di 69 unità, attestandosi a 7'137 unità. È stato quindi registrato per la prima volta negli ultimi anni un aumento degli effettivi impiegati, grazie soprattutto a un aumento dell’occupazione presso le società partecipate.

I principali fattori che hanno influito sull’occupazione negli ultimi cinque anni sono: le incertezze legate agli accordi fiscali internazionali e la pressione sul segreto bancario, la nuova strategia del denaro dichiarato, non ancora definita nella legge svizzera, una continua erosione della redditività, la concentrazione sul core business e l’esternalizzazione dei servizi bancari (“outsourcing”). La riduzione degli effettivi avvenuta negli scorsi anni presso gli istituti bancari è stata attuata in larghissima misura attraverso la normale fluttuazione del personale (prepensionamenti compresi) e solo in minima parte tramite una risoluzione dei contratti di lavoro. I disoccupati del ramo bancario iscritti in Ticino a fine 2014 erano 123, in diminuzione rispetto al 2013. Il tasso di disoccupazione del settore pari all’1.9%. Il Distretto in cui il settore bancario è più presente rimane il Luganese (74%), seguito nell’ordine da Bellinzonese (10%), Mendrisiotto (8%), Locarnese (6%) e dalla Regione Tre Valli (2%).

Per quel che riguarda la provenienza, il settore bancario rimane un ambito presidiato da personale indigeno. Infatti, gli impiegati con domicilio in Ticino sono il 96% mentre quelli con domicilio all’estero (frontalieri) sono il rimanente 4%. Questi ultimi rappresentano quindi una percentuale minima degli oltre 60’000 frontalieri in Ticino. Le previsioni sul fronte occupazionale espresse per il 2015 denotano un’evoluzione incerta che sarà soggetta a successive verifiche in sintonia con l’andamento degli affari. Questa situazione occupazionale s’inserisce in un contesto di generale consolidamento del settore bancario a livello internazionale.

Rilevanza del settore finanziario - È stato sottolineato che in Ticino, secondo gli ultimi dati BAK Basel elaborati dall’IRE, l’apporto del ramo servizi finanziari (banche, gestori patrimoniali, assicurazioni) al Prodotto interno lordo cantonale è del 13.2%. Gli occupati nei servizi finanziari in Ticino sono 10'180, pari al 6.8% dell’intera manodopera ticinese. “Nonostante la crisi finanziaria internazionale, il settore finanziario si conferma uno dei comparti più importanti per la nostra economia. In un confronto con altri rami di attività, risulta evidente che la produttività lavorativa (valore aggiunto lordo diviso per il numero di occupati) supera di gran lunga la media: infatti la produttività per occupato del settore finanziario rimane alta e risulta quasi doppia rispetto alla media dell’economia ticinese”.

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