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ZURIGOConsumi, l'indice UBS cala in gennaio

25.02.15 - 10:17
Non pesa tanto l'abolizione del cambio minimo, quanto la diminuzione delle immatricolazioni di auto nuove
Consumi, l'indice UBS cala in gennaio
Non pesa tanto l'abolizione del cambio minimo, quanto la diminuzione delle immatricolazioni di auto nuove

ZURIGO - Giungono segnali di rallentamento dei consumi in Svizzera: lo specifico indicatore calcolato da UBS presenta per gennaio una diminuzione, con un calo da 1,42 punti a 1,24 punti del mese precedente. Sul dato - che tiene conto in modo ancora molto limitato degli effetti dell'abolizione del cambio minimo con l'euro - pesano le minori immatricolazioni di auto nuove.

Le vendite di vetture sono infatti scese del 20% rispetto a dicembre, vanificando l'aumento che era stato osservato nel primo mese invernale. Questo andamento - spiegano gli economisti di UBS in un comunicato odierno - era da prevedere, visto l'aumento delle imposte relative alle emissioni di CO2: molti conducenti hanno anticipato l'acquisto dell'auto.

Nel commercio al dettaglio, all'inizio dell'anno si è assistito a un leggero ottimismo. L'indice per la valutazione dell'andamento degli affari a gennaio è passato da -6 a 11 punti. Tuttavia il 94% dei commercianti ha fornito la sua valutazione prima del terremoto valutario scatenato il 15 gennaio dalla Banca nazionale svizzera. Il rafforzamento del franco dovrebbe aver notevolmente peggiorato l'atmosfera nel settore, in considerazione di un atteso aumento del turismo degli acquisti e dell'arrivo di una fase di debolezza economica.

Allo stesso modo, secondo gli specialisti di UBS, anche l'aumento da -11 a -6 punti dell'indice relativo alla fiducia dei consumatori rilevato dalla Segreteria di stato dell'economia (SECO) deve essere messo in dubbio: tre quarti degli intervistati hanno infatti fornito le loro risposte prima dell'abolizione del corso minimo. La percentuale restante, che ha risposto dopo la metà del mese, è notevolmente più pessimista (-17 punti contro -3 punti). In questo momento, il consumo privato dovrebbe essere più debole di quanto lascino intuire i relativi valori del sondaggio, concludono gli economisti.

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