Cerca e trova immobili

SVIZZERAIl mercato non si è stabilizzato, "pronti a intervenire"

27.01.15 - 11:01
La Banca nazionale svizzera ribadisce che non rimarrà a guardare passivamente gli eventi
Il mercato non si è stabilizzato, "pronti a intervenire"
La Banca nazionale svizzera ribadisce che non rimarrà a guardare passivamente gli eventi

ZURIGO - Dopo l'abolizione della soglia minima di cambio il franco si è rafforzato troppo nei confronti dell'euro, secondo la Banca nazionale svizzera (BNS). "Siamo convinti che il mercato non si sia ancora stabilizzato", afferma il vicepresidente Jean-Pierre Danthine. L'istituto si dice inoltre pronto a nuovi acquisti di divise e difende la politica di comunicazione praticata nelle scorse settimane.

"La struttura valutaria formata da euro, dollaro e franco svizzero non si è ancora assestata dopo l'abolizione del tasso minimo di cambio", dice Danthine in un'intervista pubblicata oggi da "Tages-Anzeiger", "Bund", "24 Heures" e "Tribune de Genève. Dopo la decisione della Banca centrale europea (BCE) di acquistare titoli di stato e le elezioni in Grecia servirà del tempo prima che il mercato trovi un nuovo equilibrio.

Danthine - che a fine giugno andrà in pensione lasciando il posto alla ginevrina Andréa Maechler - non ha voluto fornire indicazioni su un possibile livello del corso euro/franco che tornerebbe a rispettare questo equilibrio. "Non voglio fissarmi su una determinata cifra. Non solo l'euro, anche il dollaro svolge un ruolo".

Con l'abbandono della difesa del cambio minimo la politica monetaria della BNS si fa meno pesante: ma questo non vuol dire che l'istituto rimarrà a guardare passivamente gli eventi. "In linea di principio siamo disposti a intervenire sul mercato", precisa l'economista svizzero-belga. Secondo gli analisti finanziari lo ha già fatto: notizia di ieri è infatti il forte aumento degli averi in conti giro della BNS, indizio di un'attività dell'istituto contro un rafforzamento della moneta elvetica considerato eccessivo.

Il vicepresidente della BNS è poi tornato anche sulla politica di comunicazione in occasione dell'importante decisione dello scorso 15 gennaio, un giovedì. Tre giorni prima in un'intervista televisiva egli stesso aveva definito la soglia minima come uno strumento centrale dell'istituto. "Nel fine settimana prima di questa intervista sulla stampa vi erano state molte speculazioni riguardo a un possibile abbandono del tasso minimo", spiega Danthine. Queste discussioni, che in ottica democratica sono naturalmente legittime, lunedì hanno subito avuto un impatto sugli acquisti di franchi: "se avessi revocato l'intervista o se avessi espresso dubbi sul cambio minimo la credibilità del corso minimo ne avrebbe fortemente risentito e gli acquisti sul franco sarebbero enormemente aumentati".

Sarebbe stato impossibile, agli occhi della BNS, anche praticare una sorta di ritirata controllata, scendendo in un primo tempo a 1,10. "Il mercato avrebbe visto in questa soglia solo una ulteriore tappa verso un corso ancora inferiore", osserva Danthine.

L'euro sfiora 1,04 franchi, poi torna (quasi) alla parità - Euro in altalena questa mattina:prima ha sfiorato 1,04 franchi, ai massimi dall'abolizione della soglia minima: intorno alle 10.00 la moneta europea era scambiata sul mercato interbancario a 1,0382 franchi, il livello più alto dallo scorso 15 gennaio, quando la Banca nazionale svizzera annunciò la fine della difesa del cambio a 1,20 scatenando un terremoto monetario.

Dopo le 10.00 l'euro ha poi ripiegato, scendendo prima a 1,03 e poi andando anche sotto la soglia di 1,01. La divisa dell'Eurozona si è sensibilmente rafforzata negli ultimi due giorni, dopo aver toccato un minimo nella notte fra domenica e lunedì a 97,87 centesimi, sulla scia dell'esito delle elezioni in Grecia.

Ats Reu

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE