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DAVOS / EUROPAAnche i banchieri ammettono: "Con il QE maggiore è il rischio di disuguglianza"

24.01.15 - 23:12
Il solo utilizzo della leva monetaria, per far aumentare la liquidità, ha l'effetto di provocare un maggior divario tra ricchi e poveri
Anche i banchieri ammettono: "Con il QE maggiore è il rischio di disuguglianza"
Il solo utilizzo della leva monetaria, per far aumentare la liquidità, ha l'effetto di provocare un maggior divario tra ricchi e poveri

DAVOS (GR) -Anche i banchieri lo ammettono. Il solo utilizzo della leva monetaria, per far aumentare la liquidità, ha l'effetto di provocare diseguaglianza, un maggior divario tra ricchi e poveri. E questo, come è ovvio, è anche uno degli effetti della mossa della Bce (che tutti ribadiscono essere giusta e centrata). Per compensare questi effetti, servono allora politiche di riequilibrio da parte dei governi. Scelte che favoriscano l'occupazione e riducano sì i tassi, ma quelli di povertà e disoccupazione.

Il tema spunta a sorpresa nell'ultimo giorno del World Economic Forum (WEF) di Davos (GR) che chiama i banchieri centrali a parlare - rigidamente a mercati chiusi - del futuro dell'economia. La pietra nello stagno l'aveva gettata due giorni fa il finanziere-filantropo George Soros. Ma ora ad ammettere che l'effetto delle politiche monetarie potrebbe pesare sui meno ricchi sono gli stessi che hanno adottato questa decisione: il consigliere del Board Bce, Benoit Coeuré, considerato il "ministro degli esteri" di Draghi e il Governatore della Banca di Inghilterra, Mark Carney.

Apre il fuoco l'inglese che ammette. "La politica monetaria ha sempre conseguenze redistributive". Parole complesse per dire che aiuta chi possiede di più, perchè la liquidità crea inflazione che da maggiore valore ai beni e quindi a chi li possiede. Mentre i poveri rimangono al palo. "Servono riforme del lavoro - dice - Ma non agire e lasciare la gente senza lavoro a perdere competenze è peggio". Già perchè la deflazione ha un effetto disastroso sulla produzione e, di conseguenza, le imprese tendono a licenziare.

Raccoglie il tema anche Coeuré. Ma lancia di nuovo la palla nel campo dei governi. "La migliore via per non aumentare la diseguaglianza - spiega - è quella di avere politiche che supportano i poveri e creino lavoro". La Bce pensa di aver fatto tutto quello che doveva. "Non possiamo fare tutto per l'Europa. E lo abbiamo fatto. Ora anche gli altri devono fare la loro parte".

A richiamare per primo il tema a Davos era però stato George Soros, che ha usato parole ancora più precise, meno tecniche. Serve una adeguata politica fiscale, di bilancio, che affianchi quella della Bce, altrimenti "aumenterà l'ineguaglianza tra ricchi e poveri". E, a lungo termine, "provocare anche rischi seri di reazione sociale".

ats ansa

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