Cerca e trova immobili

CANTONEIn coda per la spesa in Italia: ma attenti ai “tranelli” del tax free

21.01.15 - 07:24
Per spese superiori ai 155 euro è previsto il rimborso dell’Iva ai cittadini svizzeri: ma meglio non appoggiarsi ad agenzie che annullano i vantaggi pretendendo alte commissioni
In coda per la spesa in Italia: ma attenti ai “tranelli” del tax free
Per spese superiori ai 155 euro è previsto il rimborso dell’Iva ai cittadini svizzeri: ma meglio non appoggiarsi ad agenzie che annullano i vantaggi pretendendo alte commissioni

LUGANO - Targhe svizzere nei centri commerciali oltreconfine non sono mai state anomalia. La spesa in Italia è sempre stata tentazione, anche di recente. Ma le lunghe code ai varchi doganali della Svizzera gli scorsi sabato e domenica sera, di rientro dallo shopping quasi compulsivo generato da un franco d’improvviso valutato quanto l’euro, sono men bugiarde di convinzioni e consuetudini tramandate. Dicono che è stato week end eccezionale, che il fenomeno è destinato a replicarsi e incrementare. I vantaggi del cambio sono già da soli un incentivo: ma per ottimizzare il risparmio è bene non scordarsi le opportunità ulteriori che, nella foga di un acquisto comunque conveniente, rischiano di esser trascurate. Il recupero dell’Iva, cifra consistente in un Paese dove ha raggiunto il 22%, non è opzione da ignorare: ma attenzione a come e dove.

Prima regola: timbrare la fattura - Qualche privato cittadino, nei mesi scorsi, lamentava scorrettezze: esistono ipermercati, denunciava facendo nomi e cognomi, che obbligano il cliente a servirsi di un’agenzia di tax refund per ricevere indietro la sua Iva, con conseguenti e importanti commissioni. Inesatto. Nel rispetto della legge, tutti offrono al cliente che realizza una spesa superiore ai 155 euro, condizione necessaria e sufficiente a usufruire dell’opportunità, la fattura da far timbrare entro tre mesi negli uffici doganali, all’ingresso della merce nella Confederazione: prova che si tratta di un’importazione col diritto dello scomputo del 22% del prezzo complessivo pagato. Quello che dà lì in poi accade, e quale cifra viene perduta affidando la pratica a terzi invece di gestirla da sé, dipende dalle scelte dell’intestatario del documento, rilasciato dietro presentazione del passaporto.

Meglio ritornare al negozio -La prassi più sicura per non rinunciare neanche a un centesimo di quelli che spettano è riportarlo nel luogo dove si è effettuato l’acquisto, entro quattro mesi: la restituzione è totale e immediata. Iper di Grandate, Bennet di Montano Lucino, Euronics di Como, per citare solo alcuni esempi, si prestano al servizio: sarà una coincidenza oppure una scelta legata all’attualità più stretta, ma Iper addirittura pubblicizza davanti alle porte scorrevoli degli accessi la possibilità di ottenere "direttamente" il rimborso "se sei residente, domiciliato in Svizzera o comunque in uno dei Paesi extra Cee".

Le convenzioni - Bennet rilascia invece un tagliando pro-memoria con le modalità da rispettare. Invero, l’opzione di richiesta del “servizio Tax Free Shopping di Global Refund» viene citato prima dell’opportunità di rivolgersi invece al punto vendita, dove "vi verrà rimborsato l’intero importo dell’Iva, senza detrazione di commissioni": ma l’alternativa non è taciuta, anzi diventa più appetibile quando si sottolinea che "avete inoltre la possibilità di ritirare il vostro rimborso in contanti direttamente in territorio svizzero ai punti di rimborso Piccadilly di Chiasso e Stabio". Allo sportello del servizio clienti assicurano che, anche in tal caso, l’operazione sarà a costo zero: lo prevede la convenzione di Bennet con Global Refund riguardo a queste due agenzie. Conferma Chiasso. "Global refund trattiene di norma una percentuale fissa, ma gli accordi con Bennet sono differenti. Viene rimborsato l’intero importo indicato sul modulo compilato dal centro commerciale".

Il salasso delle commissioni: un po' di conti - Global Refund, alla quale si appoggiano i negozi per offrire una modalità di rimborso più onerosa, ma meno impegnativa, pretende infatti quote anche importanti. Per una spesa di 155 euro, calcola il sito stesso, sono 18 euro: i circa 28 euro cui si avrebbe diritto scendono così a una decina nemmeno. Duecento euro prevedono una commissione di 24 euro (detratti, fanno 12 euro spettanti), 250 di 29 (16 euro, cioè 45 – 29), 300 di 37 (55 – 37 cioè 18 euro). Da questa cifra in poi, peraltro, secondo il nuovo cambio 1:1 scatta l’obbligo di dichiarazione alla dogana svizzera e il pagamento dell’8% di Iva alla Confederazione, obbligatorio per beni importati per un valore superiore a 300 franchi.

Meglio far affidamento su se stessi - Morale: meglio il fai-da-te del conto-terzi effettuato da un’agenzia di Tax refund. È a questo punto che la decantata qualità dei prodotti Esselunga svilisce nel confronto con la concorrenza. Qui il rimborso diretto non esiste: l’ipermercato rilascia la fattura ed eventualmente un modulo per chiedere la restituzione dell’Iva a Global Blue, da spedire a Bratislava, in Slovacchia. Ritornare in negozio per risparmiare le spese di commissione non serve a nulla. "Noi non ce ne occupiamo", ammettono i responsabili del Servizio accoglienza di Como.

"Ma l’Iva – ci spiegano dall'Esselunga – viene comunque rimborsata al 100%. Le commissioni sono a carico di Esselunga, sia che il cliente decida di spedire la fattura e avere il rimborso su carta di credito o assegno internazionale, sia che si rechi in un ufficio Global Blue per il rimborso diretto in contanti, ai Piccadilly di Chiasso, Balerna, Stabio, all’Ecsa di Brissago e Ponte Tresa o nei luoghi espressamente citati sul foglio di istruzioni consegnato assieme alla fattura".  

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE