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Berna rivede la distribuzione delle commesse: “C’è troppo squilibrio tra i cantoni”
BERNA - Anche i cantoni romandi e il Ticino hanno diritto alla loro fetta di appalti pubblici federali, in proporzione alla loro grandezza: dopo aver constatato un effettivo squilibrio nell'aggiudicazione delle commesse l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica (UFCL) ha adottato misure correttive.
L'UFCL ha deciso di creare un sistema di monitoraggio che permetta un controllo periodico dettagliato dei contratti conclusi, si legge in un comunicato odierno. Saranno verificati il numero e la provenienza cantonale degli offerenti e del fornitore scelto. Secondo la richiesta del Consiglio federale, questo controllo dettagliato dovrà essere operativo nel 2015.
A livello legislativo attenzione sarà prestata al Concordato intercantonale sugli appalti pubblici (CIAP), in consultazione presso i Cantoni, e al progetto di revisione della legge federale sugli acquisti pubblici, che sarà posto in consultazione durante la prima metà del 2015.
I provvedimenti in atto sono frutto di interventi congiunti della Conferenza dei Governi cantonali della Svizzera occidentale (CGSO) e dei parlamentari federali dei cantoni romandi, che hanno portato il Consiglio federale a commissionare uno studio. Questo ha accertato che le disparità di trattamento sono un dato di fatto: i cantoni romandi e il Ticino, comparativamente e proporzionalmente alla quota del loro Pil rispetto a quello nazionale, sono nettamente sotto la media nell'aggiudicazione di appalti della Confederazione.
"Il fatto che il tedesco - anzi il dialetto - sia diventata la lingua predominante all'interno dell'amministrazione federale è un fattore importante che provoca una certa ignoranza delle altre culture", si legge nella nota. "Di converso si constata un allentamento delle conoscenze linguistiche delle altre regioni della Svizzera."
ATS
