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BERNALa Confederazione "perderà slancio"

19.11.14 - 15:17
Secondo la Julius Bär, la Svizzera non potrà sottrarsi alla debolezza congiunturale
La Confederazione "perderà slancio"
Secondo la Julius Bär, la Svizzera non potrà sottrarsi alla debolezza congiunturale

BERNA - Secondo la Julius Bär, la Svizzera non potrà sottrarsi alla debolezza congiunturale in Europa. La Confederazione "perderà slancio", ha sostenuto oggi in una conferenza stampa a Zurigo il capoeconomista della banca Janwillem Acket. Nel 2014 il prodotto interno lordo (pil) dovrebbe crescere dell'1,5%, nel 2015 dell'1,4%.

I consumi privati dovrebbero però tornare a rafforzarsi, passando da un +0,8% quest'anno all'1,3%. Anche le esportazioni progrediranno, dal +3,0% nel 2014 al +3,3% nel 2015. Gli investimenti in beni d'equipaggiamento dovrebbero perfino salire dal +0,7 al +3,3%, soprattutto grazie alle spese delle aziende per l'informatica e le telecomunicazioni, ha spiegato Acket.

Complessivamente la Svizzera dovrebbe proseguire con una crescita di circa l'1,5%. Il sostegno offerto dal rinvigorimento del dollaro alle esportazioni verso gli Stati Uniti e l'Asia non basterà a compensare l'indebolimento nell'Eurozona. "Speriamo che esso non duri troppo a lungo", ha affermato il capoeconomista della Julius Bär.

Mentre a livello mondiale Acket prevede una crescita del 3,2% quest'anno e del 3,6% il prossimo, per la zona euro - principale mercato di sbocco per le imprese elvetiche - è atteso un +0,8% nel 2015. Per la Germania pronostica un +1,2%. Il problema principale nell'Eurozona è la Francia (stagnante), seguita dall'Italia (in recessione): "perfino (il premier italiano Matteo) Renzi ha capito che deve fare qualcosa", ha dichiarato l'esperto. La Grecia e la Spagna sono meno importanti; ad ogni modo il paese iberico l'economia dovrebbe crescere dall'1,5 al 2,0%. Parigi e Roma invece solo di circa lo 0,5%.

Affinché l'economia riprenda slancio i politici devono adottare riforme. Ma la situazione è paradossale: "le banche centrali fanno di tutto per sostenere la crescita ma non riescono a portarla dove si situava un tempo, mentre la politica sarebbe in grado di spingerla attraverso riforme strutturali ma non lo fa", ha rilevato Acket, secondo cui andrebbe ad esempio reso più flessibile il mercato del lavoro in Europa.

 

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