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GINEVRAGinevra inquieta sul futuro della sua piazza finanziaria

14.10.14 - 16:37
Gli istituti hanno visto gli utili calare nel primo semestre
Ginevra inquieta sul futuro della sua piazza finanziaria
Gli istituti hanno visto gli utili calare nel primo semestre

GINEVRA - Inquietudine a Ginevra riguardo alla competitività della banche presenti sul territorio: gli istituti hanno visto gli utili calare nel primo semestre e la gran parte delle società guarda con prudenza al futuro, stando a un'indagine realizzata dalla Fondation Genève Place Financière.

"Le condizioni quadro si sono deteriorate", ha affermato il presidente Nicolas Pictet, che ha parlato di una prima parte dell'anno "deludente". Pictet ha puntato il dito contro la regolamentazione del settore, che nuoce alla prevedibilità e all'attrattiva della piazza.

Nella recente classifica dei principali centri finanziari stilata da Z/Yen Group, Ginevra è scesa al 13esimo rango, perdendo quattro posizioni. Secondo Pictet la città sul Lemano è penalizzata dall'incertezza, un fattore che è costato due posti anche a Zurigo, ora settima dopo New York, Londra, Hong Kong, Singapore, San Francisco e Tokyo.

"Gli indicatori puntano verso il basso", ha confermato il direttore della fondazione, Edouard Cuendet, commentando l'inchiesta congiunturale realizzata. La metà delle banche con almeno 200 dipendenti considera il 2014 un anno difficile, il 28% lo vede stabile mentre solo il 21% lo considera buono. Rimanendo nello stesso campione, il 54% prevede di ridurre gli effettivi nel 2015.

Fra la fine del 2013 e il giugno 2014 il numero dei dipendenti del settore è per contro aumentato di 300 unità, salendo a 19'415 per le 121 banche del cantone. Secondo Cuendet la progressione è però da mettere in relazione con l'ondata di nuove normative: riflette insomma più un incremento dei costi che dei ricavi.

"Le banche svizzere creano molti più impieghi all'estero che in Svizzera, è preoccupante", ha commentato Pictet. La clientela europea apre conti nelle succursali di banche elvetiche nell'Ue piuttosto che nella Confederazione. Il presidente di Genève Place Financière ha anche criticato il cosiddetto "swiss finish", l'aggiustamento delle norme internazionali in senso più restrittivo praticato dal legislatore elvetico.

Ats

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