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SVIZZERAPubblicità sul tabacco, Confederazione troppo negligente

07.08.14 - 13:28
La Svizzera arranca dietro la maggior parte dei paesi europei
KEYSTONE / Christian Beutler
Pubblicità sul tabacco, Confederazione troppo negligente
La Svizzera arranca dietro la maggior parte dei paesi europei

BERNA - La Svizzera ha parecchio da recuperare: per quanto concerne le pubblicità sul tabacco, arranca dietro la maggior parte dei paesi europei e anche l'avamprogetto della nuova Legge sui prodotti del tabacco lascia ancora troppe possibilità all'industria del tabacco di incoraggiare il consumo.

Il tabacco non è un prodotto come gli altri: la nicotina è seconda solo all'eroina a livello di velocità di assuefazione. Ogni anno, in Svizzera il fumo causa la morte di 9000 persone e provoca danni economici e sociali che ammontano a 10 miliardi di franchi. È perciò nell'interesse della Svizzera impedire la pubblicità e la promozione di un prodotto di questo genere. Oggi, l'effetto della pubblicità, in particolare sui giovani, è indubbio. Il 48 per cento dei fumatori ha iniziato quando era ancora minorenne. Non è però sufficiente vietare la pubblicità mirata ai giovani, perché gli adolescenti si orientano alle immagini destinate agli adulti. Dipendenze Svizzera chiede quindi il completo divieto di pubblicizzare i prodotti del tabacco. La nuova Legge federale sui prodotti del tabacco è un'opportunità storica di vietare la pubblicità e la sponsorizzazione. Dipendenze Svizzera si rammarica che l'avamprogetto non colmi tutte le lacune, dando all'industria del tabacco troppe possibilità di incanalare altrove i fondi destinati alla pubblicità, per esempio nella sponsorizzazione di festival musicali ed eventi sportivi, o la pubblicità nei negozi.

Nell'ambito delle restrizioni pubblicitarie, la Svizzera è il fanalino di coda in Europa. Assieme ad Andorra e Liechtenstein, è l'unico paese del continente a non aver ancora ratificato la Convenzione quadro sul tabacco dell'OMS, punto di riferimento per le questioni di prevenzione del tabagismo, la quale chiede il divieto di qualunque forma di pubblicità e sponsorizzazione. La maggioranza dei paesi europei vieta la sponsorizzazione di eventi culturali da parte dell'industria del tabacco e alcuni hanno proibito completamente la pubblicità nei luoghi di vendita. Il grande ritardo del nostro paese è dovuto anche all'influenza esercitata sulle associazioni economiche e sulla Confederazione da parte delle sedi internazionali dell'industria del tabacco situate in Svizzera. Solo così si può spiegare perché nell'avamprogetto il Consiglio federale cerchi ancora di mediare tra la sanità pubblica e la libertà economica. In un settore che causa annualmente la perdita di 9000 vite e costi per 10 miliardi di franchi all'economia e alla popolazione, la libertà economica ha ancora una legittimità? La risposta è chiaramente no.

Pubblicità sul tabacco: spese ed effetti L'avamprogetto della nuova Legge federale sui prodotti del tabacco prevede il divieto di pubblicizzare sigarette e simili solo sui cartelloni, nei cinema, sulla carta stampata e sui mezzi digitali. Come è stato dimostrato, queste limitazioni non conducono a una riduzione, bensì a uno spostamento delle attività di marketing: dopo il divieto dei cartelloni pubblicitari introdotto nella maggioranza dei Cantoni, i fondi sono stati infatti stanziati per i festival musicali e i luoghi di vendita, provocando dal 2000 un calo degli investimenti nella cartellonistica da 44 a 6 milioni di franchi, ma un contemporaneo aumento pari allo stesso importo nella presenza in festival, locali notturni e luoghi di vendita.

L'avamprogetto continua a consentire la sponsorizzazione di eventi nazionali anche se vi partecipano artisti di fama internazionale. Come rilevato dall'osservatorio per le strategie di marketing per i prodotti del tabacco di CIPRET-Vaud, le industrie del tabacco sono presenti ai festival musicali con stand e piattaforme, e organizzano giochi e concorsi allettanti che mirano principalmente agli adolescenti e ai giovani adulti. Due terzi degli attuali fumatori hanno iniziato a fumare quotidianamente entro i 19 anni, e dunque le probabilità di convincere un adulto a cominciare a fumare sono minime. Secondo la ricerca di CIPRET, la maggioranza dei festival sopravvivrebbe anche senza questo tipo di sponsorizzazioni.

L'avamprogetto della Confederazione autorizza ancora la pubblicità nei luoghi di vendita. Come messo in evidenza da un altro studio dell'osservatorio del CIPRET, la pubblicità per le sigarette è onnipresente nei chioschi e nei distributori di benzina. Nel 2007, l'industria del tabacco ha investito nella pubblicità nei luoghi di vendita circa la metà dei fondi destinati al marketing. Come dimostrato da una ricerca di Lisa Henriksen e dai suoi colleghi dell'Università di Stanford, il rischio di iniziare a fumare è molto più elevato quando i giovani sono esposti a questo tipo di pubblicità.

Ats

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