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SVIZZERA / TICINODumping salariale, "una realtà più diffusa di quanto si pensa"

21.08.12 - 15:05
Uno studio sul settore del giardinaggio, presentato oggi dall'Uss, dimostra che i controlli si basano su salari minimi troppo bassi e che, di conseguenza, i dati riguardanti le infrazioni sono al di sotto della realtà
Foto d'archivio (Keystone)
Dumping salariale, "una realtà più diffusa di quanto si pensa"
Uno studio sul settore del giardinaggio, presentato oggi dall'Uss, dimostra che i controlli si basano su salari minimi troppo bassi e che, di conseguenza, i dati riguardanti le infrazioni sono al di sotto della realtà

BERNA - In Svizzera il dumping salariale è una realtà più diffusa di quanto si pensa, secondo l'Unione sindacale svizzera (USS). Uno studio sul settore del giardinaggio, presentato oggi a Berna, dimostra che i controlli si basano su salari minimi troppo bassi e che, di conseguenza, i dati riguardanti le infrazioni sono al di sotto della realtà. Solo con un contratto di lavoro obbligatorio a livello nazionale e applicabile anche ai subappaltatori si potrà lottare contro questo fenomeno, affermano i responsabili sindacali.

In questo settore esistono contratti collettivi di lavoro (CCL) di forza obbligatoria solo in alcuni cantoni - fra cui il Ticino - ma non a livello nazionale. L'unico contratto nazionale è quello applicato dai membri dell'associazione Jardin Suisse che rappresentano solo il 40% delle imprese del settore. Quest'ultimo - non vincolante - prevede però salari minimi nettamente al di sotto degli stipendi abitualmente versati in Svizzera e previsti nei CCL cantonali obbligatori, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali.

Ad esempio la paga minima prevista per un giardiniere paesaggista con un attestato federale di capacità e meno di tre anni di esperienza è di 3850 franchi nel CCL di Jardin Suisse, ma di 3875 franchi a Basilea città e Campagna, di 4483 franchi a Vaud e di 4840 franchi dopo due anni di pratica nel canton Ginevra. Solo in Ticino gli stipendi minimi previsti sono inferiori: per il caso descritto sopra ad esempio la paga minima è di 3830 franchi.

Questa situazione - affermano i responsabili dell'USS - non permette di valutare correttamente il fenomeno del dumping salariale. Infatti le istanze cantonali di controllo, basandosi sui salari minimi "visibilmente troppo bassi", hanno rilevato irregolarità nell'11% delle aziende. Lo studio realizzato dall'USS in tre cantoni svizzero tedeschi con contratti obbligatori giunge a ben altre conclusioni: nel canton Argovia il tasso di infrazioni è del 30% e nei cantoni di Basilea Città e Campagna del 34%. E quando entrano in gioco subappaltatori la percentuale cresce ulteriormente. Da quanto l'accordo di libera circolazione è stato esteso ad otto paesi dell'Europa centrale e orientale, i casi di abusi si sono moltiplicati, afferma l'USS.

Se non si applicano le stesse condizioni di lavoro anche ai dipendenti delle ditte subappaltatrici, è impossibile garantire che in Svizzera vengano versati salari elvetici, ha sottolineato il presidente dell'USS Paul Rechsteiner. E Renzo Ambrosetti, copresidente del sindacato Unia, ha lanciato un appello al parlamento affinché nella sessione autunnale accetti il principio della "responsabilità solidale" che estende la responsabilità dell'impresa principale a tutti i subappaltatori.

Ats

 

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