L'ad Jamie Dimon, fa mea culpa per i 2 miliardi di dollari di perdite sul trading di derivati registrate in sei settimane e per l'altro miliardo che potrebbe arrivare nel secondo trimestre in seguito a scommesse andate male
NEW YORK - "Una cattiva strategia, eseguita male", con "molti errori", "mancanze" e "cattivo giudizio". L'amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, fa mea culpa per i 2 miliardi di dollari di perdite sul trading di derivati registrate in sei settimane e per l'altro miliardo che potrebbe arrivare nel secondo trimestre in seguito a scommesse andate male.
Scommesse che fanno parlare da un pò di tempo, da quando un mese sono iniziate a circolare indiscrezioni su un trader di JPMorgan a Londra, soprannominato la 'Balena di Londra' o 'Voldermort' (il cattivo di Harry Potter), che aveva preso posizioni così grandi sul mercato da scuotere i prezzi dei 'credit-default swap', i derivati sul rischio default.
Dimon, il mago o il re del Wall Street come è stato soprannominato per aver consentito a JPMorgan di affrontare la crisi meglio dei competitor, si presenta in conference call e viene torchiato dagli analisti. Ma, come di consueto, non lesina risposte secche e chiare, pur ammettendo gli errori e le colpe.
Quello che doveva essere un piano di copertura della banca si è rivelato, ammette, un "investimento più rischioso, volatile e meno efficace del previsto". Da marzo 2012 il chief investment office (Cio) di JPMorgan, la divisione creata per investire i depositi in eccesso, finita nel mirino perchè accusata di effettuare pesanti scommesse di proprietary, ha registrato "significative" perdite: "un errore che ci siamo auto-inflitti. Assumeremo tutte le azioni correttive necessarie".
ATS