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CANTONEQuei ticinesi drogati dal web: "Guai a chi tocca il pc!"

02.10.14 - 07:06
Ingrado ha lanciato (in sordina) uno sportello per i "dipendenti da internet"
Foto Colourbox
Quei ticinesi drogati dal web: "Guai a chi tocca il pc!"
Ingrado ha lanciato (in sordina) uno sportello per i "dipendenti da internet"

LUGANO - C’è chi non esce più dalla cameretta o dallo studio, chi a scuola va male – o non ci va proprio –, chi è  sempre connesso a casa e al lavoro, e se il capo o la moglie lo rimproverano, diventa aggressivo. Chi il lavoro lo ha perso, chi anche la moglie. È una droga, il web: «I casi sono in aumento in Ticino, sono difficili da individuare ma ci sono, e purtroppo mancavano finora strutture dedicate espressamente a questa problematica: oltre Gottardo, invece, è un'altra storia» spiega Vera Giuffrida, ricercatrice dell'Usi che all'argomento ha dedicato la sua tesi. 

Se è vero che una struttura terapeutica in Ticino non c'è (per ora), esiste però uno sportello di consulenza, noto a pochi. Lo ha lanciato quest’anno Ingrado, «in sordina, senza pubblicità, perché siamo in fase di rodaggio» spiega Luciano Belli, responsabile del servizio: «Per il momento le risorse sono limitate, non siamo in grado di offrire una terapia ma solo consulenze».

Finora chi si è rivolto a voi? 
«Genitori e congiunti di persone dipendenti da internet. Quasi mai le persone stesse. Il fenomeno è comunque agli inizi, ed è proprio per far fronte a una domanda in aumento che è stato avviato il servizio». 

Come si individua il problema?
«Ci sono precisi segnali, che  raccogliamo con questionari che sottoponiamo ai famigliari».

E quali sono i segnali?
«Quando una persona trascura all’improvviso tutti i suoi interessi, il lavoro, la scuola, con conseguente calo del rendimento, in alcuni casi il licenziamento; passa al computer troppe ore al giorno, o la notte, per un periodo continuato; assume atteggiamenti aggressivi o si deprime quando l’accesso al web gli viene interdetto».

In questi casi, come intervenire?   
«I familiari, o i coniugi, possono fare molto. Internet non si può vietare, ma controllare, anche se ci vuole pazienza. Proibire non serve, ma nemmeno far finta di niente».

E il vostro sportello, cosa offre?
«Consigli, sostegno, una guida. Non cure, per ora. Pensiamo di creare in Ticino dei gruppi sul modello degli alcolisti anonimi, rivolti anche ai familiari. Ma la strada è lunga». 

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