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CANTONEVia Sicura e sanzioni: "Non c'è comparabilità con altri reati ritenuti più gravi"

01.10.14 - 16:01
Ad Antonio Perugini, sostituto Procuratore generale, non dispiace l'iniziativa popolare per modificare le sanzioni per alcune infrazioni stradali
Ti-Press (archivio)
Via Sicura e sanzioni: "Non c'è comparabilità con altri reati ritenuti più gravi"
Ad Antonio Perugini, sostituto Procuratore generale, non dispiace l'iniziativa popolare per modificare le sanzioni per alcune infrazioni stradali

BELLINZONA - Non dispiace nemmeno al sostituto PG, Antonio Perugini, l'iniziativa popolare nata in Vallese per modificare le sanzioni di Via Sicura eliminando la pena detentiva e il sequestro del veicolo dal codice penale.

 

"Una questione che avevamo già segnalato a chi di dovere. Le nuove norme sui cosiddetti pirati della strada non sono da mettere in discussione per quei casi per i quali la norma era stata pensata, cioè i veri e propri criminali della strada - spiega Perugini a Radio Fiume Ticino -. Ma sta ponendo qualche problema il capoverso 4 dell'articolo 90 della legge federale sulla circolazione stradale che fissa un minimo di pene a partire da un anno fino a un massimo di 4 per certi superamenti di limiti di velocità".

 

Pena questa che per il sostituto procuratore generale appare eccessiva: "Non c'è una comparabilità con altri reati ritenuti più gravi e compromettenti l'ordine pubblico. Penso a un furto aggravato, alla rapina a mano armata o allo stupro che il codice penale punisce con una pena minima a patire dai 6 mesi in su".

 

La modifica, inoltre, porterebbe cambiamenti anche nella mole di lavoro che grava sul ministero pubblico: "Sicuramente - aggiunge Perugini - l'auspicio è che gli incarti che giungono in magistratura possano essere contenuti a quelli veramente degni di essere trattati come criminali della strada. Con l'entrata in vigore di Via Sicura siamo stati inondati da incarti, almeno 350 in più ogni anno, sottoposti al giudizio della Magistratura penale. E una 20ina sfociano addirittura in un processo pubblico davanti una corte delle Assise correzionali. Evitando di portare obbligatoriamente in aula penale e con processo pubblico quei casi che potrebbero essere risolti con un semplice decreto d'accusa, certo, si potrebbe anche risparmiare".

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