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LUGANOEx tossicodipendente: "Quanto è dura trovare lavoro con il mio passato"

01.10.14 - 08:01
Il dramma di un 41enne con un passato nella droga: "Se non riesco a trovare un’occupazione, mi ritireranno il permesso e dovrò abbandonare i miei figli"
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Ex tossicodipendente: "Quanto è dura trovare lavoro con il mio passato"
Il dramma di un 41enne con un passato nella droga: "Se non riesco a trovare un’occupazione, mi ritireranno il permesso e dovrò abbandonare i miei figli"

LUGANO – Quanto è dura trovare un lavoro se si ha un passato come tossicodipendente. Lo sa bene Marco (il vero nome è noto alla redazione), 41enne italiano che vive a Lugano, capace di uscire da solo dal tunnel della droga, ma ora confrontato con una nuova, difficilissima, sfida. “Perché a marzo ho perso il lavoro e ora rischio di finire in assistenza. Adesso mi rendo conto di quanto pesi il mio passato, il Ticino è piccolo e se uno viene a sapere che sei un ex tossicodipendente non ti assume. Ma se non trovo un impiego entro un anno, le autorità mi tolgono il permesso e io devo lasciare la Svizzera”.

Fuori dal tunnel - Sposato, padre di tre figli, di 12, 7 e 3 anni. Una formazione da metalcostruttore, vari impieghi in diversi settori, l’ultimo come posatore di pavimenti. “Da oltre un anno ho smesso di fare uso di droghe – racconta –. L’ho fatto per i miei figli, per mia moglie e anche per me. Senza l’aiuto di una comunità. Con la sola forza di volontà. Eppure mi accorgo che questo sembra non contare. Appena i datori di lavoro scoprono che ho avuto determinati problemi mi chiudono la porta in faccia”.   

Pregiudizi - Per Dario Gennari, consulente di Ingrado, quello di Marco non è un caso isolato. Soprattutto se si calcola che circa il 5% degli svizzeri soffre di una dipendenza e che una percentuale tra il 10% e il 15% è considerata in una situazione a rischio. “Chi ha un passato legato a una dipendenza, fa molta fatica a tornare alla normalità. Proprio a causa dei pregiudizi che incontra sulla sua strada. La diffidenza c’è. Ed è inutile negarlo. Così come è inutile nascondere il proprio passato da tossicodipendente durante un colloquio di lavoro”.

Vortice senza fine - Marco ricorda i suoi primi rapporti con la droga. E l’escalation che l’ha fatto precipitare in un vortice apparentemente senza fine. “Avevo 18 anni quando ho fumato la prima canna. Poi sono passato a eroina e cocaina. A un certo punto ho puntato sugli psicofarmaci, perché erano più convenienti, costavano poco e mi facevano stare ‘bene’. In parallelo rubavo, furtarelli qua e là, per procurarmi altra droga. Oppure chiedevo anticipi in denaro ai miei datori di lavoro”.

Alla ricerca di una possibilità - Ora però Marco è cambiato. “E chiedo solo una possibilità. Sono pronto a fare qualsiasi lavoro. Ho 41 anni, non voglio essere etichettato per tutto il resto della mia vita come drogato. Voglio ripartire. E soprattutto vorrei non vanificare tutti i miei sforzi. Se non trovo un lavoro, le autorità mi ritireranno il permesso. Anche per colpa dei miei precedenti. Il mio incubo più grande? Ricascarci. Magari in un momento di depressione proprio perché non riesco a trovare un impiego”.

Reinserimento graduale - “Il mondo del lavoro dovrebbe sempre dare una seconda chance alle persone – evidenzia Gennari –. In realtà questo non accade. Ecco perché noi di Ingrado proponiamo agli ex tossicodipendenti di misurarsi prima con un inserimento in uno dei nostri laboratori occupazionali. In questo modo una persona riesce anche a rafforzare le proprie convinzioni. Consiglio a chi si trova in simili situazioni di non avere una fretta eccessiva, anche per non bruciarsi subito. Il reinserimento è possibile, ma se avviene in maniera graduale è quasi meglio”.        

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