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CANTONEVotazioni cantonali, la presenza a Expo "seppur minima, sarà garantita"

28.09.14 - 14:09
Primi commenti sull'esito delle votazioni: Pinoja è di poche parole, Lega e Savoia soddisfatti per la bocciatura del credito a Expo, il Governo prende atto e ricorrerà ai fondi dei privati
Foto Keystone
Votazioni cantonali, la presenza a Expo "seppur minima, sarà garantita"
Primi commenti sull'esito delle votazioni: Pinoja è di poche parole, Lega e Savoia soddisfatti per la bocciatura del credito a Expo, il Governo prende atto e ricorrerà ai fondi dei privati

BELLINZONA - Sono quattro i No espressi dagli elettori ticinesi: alle bocciature dei quesiti federali si sono aggiunte quelle dei temi in votazione cantonale: l'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali - Per il futuro dei nostri ragazzi" e il decreto legislativo contro il credito per la partecipazione a Expo 2015.

CdS - Il Consiglio di Stato ticinese prende atto della volontà popolare e commenta così i risultati: "Il Consiglio di Stato accoglie con sollievo la decisione popolare che ha respinto la folta serie di misure a livello di insegnamento primario proposte dall’iniziativa. Come già sottolineato anche dal parlamento, l’iniziativa avrebbe comportato un costo molto importante per le finanze cantonali (con un impatto notevole anche sui Comuni). Inoltre va tenuto conto che alcune proposte importanti contenute nell’iniziativa popolare lanciata nel 2009 sono state nel frattempo attuate. Il Consiglio di Stato ribadisce comunque la volontà di mantenere elevato il livello dell’insegnamento nella scuola pubblica per la quale sono del resto in cantiere numerosi progetti innovativi".

Il Consiglio di Stato prende pure atto del risultato del voto popolare in merito al credito per il finanziamento della partecipazione del Canton Ticino a Expo 2015. "Una presenza, seppur minima, del Cantone all’esposizione universale del prossimo anno a Milano, unitamente ai Cantoni Partner del San Gottardo e alla Confederazione, sarà comunque garantita attraverso il finanziamento privato e al fondo di garanzia deciso dal Governo ticinese il 18 giugno 2014 e permetterà l’organizzazione di alcune attività di promozione del territorio ticinese. Per contro, non sarà possibile finanziare alcun progetto sul suolo ticinese. Il Consiglio di Stato ringrazia i finanziatori privati per i preziosi contributi che consentiranno al Cantone di rispettare gli impegni finanziari presi con la Confederazione e gli altri Cantoni Partner del San Gottardo".

UDC - "Nessuna sorpresa. Ero favorevole per l'abbassamento dell'Iva ai ristoratori, mentre gli esiti delle altre votazioni rispecchiano la posizione dell'UDC". Scontato anche il risultato della iniziativa socialista per la cassa malati unica. 

Gabriele Pinoja, presidente dell'UDC, in questa domenica elettorale è di poche parole. Questo 28 settembre di votazioni non provoca grandi palpitazioni né a livello federale né a livello cantonale. "C'era qualche dubbio sull'Expo, ma la vittoria del "no" della Lega era nell'aria". Anche sul "No" dell'iniziativa del PS per la scuola non soprende Pinoja.  

Una battuta Pinoja la riserva, infine, al risultato della votazione nel Cantone Svitto, dove gli svittesi hanno detto "Sì" all'aumento delle tasse per i ricchi: "Buono a sapersi, non è detto che qualcuno di loro decide di venire in Ticino".

Verdi - I Verdi del Ticino, da parte loro, sottolineano alcuni aspetti essenziali dopo la bocciatura del credito per la partecipazione a Expo 2015: "l messaggio è chiaro, non si vada a EXPO con soldi pubblici! Quindi nemmeno attraverso l'escamotage governativo di utilizzare i fondi Swisslos".

Le dichiarazioni odierne del Consiglio di Stato a commento del voto "suonano come un'ennesima offesa ai diritti popolari. Il sovrano ha parlato, il governo ne prenda atto e deve ora fare immediata e totale chiarezza sull'uso di fondi 
pubblici già impegnati per EXPO. I Verdi chiederanno in Commissione della Gestione di visionare tutta la documentazione relativa, a cominciare dai contratti con cui si sono impegnati i soldi dei ticinesi prima che il Gran Consiglio e i ticinesi stessi si esprimessero; carte finora vergognosamente tenute nascoste dal governo".

Alla luce del voto odierno "si impone da parte del delegato a EXPO, Luigi Pedrazzini e del Cancelliere dello Stato Giampiero Gianella, che hanno gestito il dossier EXPO quantomeno con imperizia, di valutare la propria posizione". Inoltre i Verdi ritengono che "i partiti storici la debbano smettere di fare "i grandi" con il denaro pubblico, spartendoselo in progetti fumosi concepiti solo a vantaggio degli amici degli amici".

I Verdi vigileranno perché il senso profondo di questa decisione popolare sia rispettato dal governo "il quale, già prima che si votasse, si era mosso per aggirare la volontà popolare, con maldestri sotterfugi indegni della nostra tradizione politica e del ruolo delle istituzioni. I Verdi riterrebbero una partecipazione ufficiale dei nostri consiglieri di stato a EXPO, o agli eventi ad essi correlati prima dell'inizio della manifestazione, come una violazione flagrante dei diritti e della sovranità popolare". Infine il commento personale del coordinatore Sergio Savoia: "No sostegno popolare - no party!"

Lega dei Ticinesi - Sempre a commento della bocciatura del credito cantonale, il capogruppo della Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio Daniele Caverzasio commenta: "Con il suo voto il popolo ha dato un segnale chiarissimo: il Ticino non deve partecipare ad Expo utilizzando soldi pubblici. I ticinesi hanno voluto far capire al governo che eventuali escamotage sono inaccettabili, noi ci batteremo affinché la volontà popolare sia rispettata fino in fondo". 

Nel suo comunicato stampa, la Lega usa toni ancora più perentori: "La Lega dei Ticinesi esprime la propria soddisfazione per il netto NO pronunciato dai ticinesi al maxicredito di 3,5 mio per Expo2015. Il trionfale successo conseguito dalla Lega già in sede di raccolta firme per il referendum contro il credito per Expo 2015 – ne sono state consegnate oltre 13mila, ciò che costituisce un vero e proprio record democratico – si è dunque ripetuto in sede di votazione".

Con il suo voto il popolo ha dato un segnale chiarissimo: il Ticino non deve partecipare ad Expo utilizzando soldi pubblici. "Di nessun tipo. Quindi nemmeno il Fondo Swisslos". Anche se giuridicamente attingere a questo Fondo per andare all’Expo non è proibito, si osserva in via Monte Boglia, "almeno così ha deciso il Tribunale federale, dopo il voto odierno questa opzione – che oltretutto sottrarrebbe risorse ad iniziative assai più meritevoli, ad esempio la ricerca medica - è diventata democraticamente impensabile. Costituirebbe una vera presa in giro dei cittadini. Un’operazione di sfrontato aggiramento della volontà popolare, che il CdS non si può in nessun caso permettere".

Si potrà quindi partecipare a Expo solo grazie ai fondi dei privati, conclude la Lega. "Quegli stessi sponsor che il Consiglio di Stati avrebbe dovuto coinvolgere subito, e non solo dopo la riuscita trionfale del referendum leghista".

Così commenta invece su Facebook il consigliere nazionale Lorenzo Quadri: "La cassa malati unica non passa, ma il segnale dato dalla popolazione ticinese (e svizzera) è chiaro: la corda è tirata. Ci si aspetta quindi che il sistema, come dicevano gli oppositori alla cassa unica, venga davvero "migliorato", ma in maniera significativa: cosa che in 18 anni di LAMal non si è riusciti a fare, causa lo strapotere delle lobby cassamalatare. Le quali devono rendersi conto che non possono fare il bello del cattivo tempo con la salute ed i soldi dei cittadini. Altrimenti prima o poi il loro giocattolo si rompe".

Sulla bocciatura del credito per la partecipazione all'Esposizione universale di Milano, Quadri pone l'accento su due messaggi: 
"1) chi tenta di aggirare la volontà popolare lancia un boomerang che gli ritorna poi a breve sulle gengive.
2) magari, se ogni tanto desse retta all'odiata Lega, la politica ticinese eviterebbe qualche scoppola..."

PPDIl consigliere nazionale Fabio Regazzi, da noi contattato, prende posizione sui quattro temi in votazione. Sulla Cassa malati unica: "Contento, ma un pregio questa iniziativa l'ha avuto" - "Il risultato a livello federale era prevedibile" - ha detto il consigliere nazionale (PPD) Fabio Regazzi, che si dice sorpreso dell'entità della bocciatura sulla cassa malati unica. Un "no" netto e chiaro. "Mi rallegro di questo risultato, tuttavia un merito questa iniziativa l'ha avuto: ha messo pressione sul parlamento. Parlamento che ha votato la legge sulla vigilanza sulle casse malati. Una legge che ha permesso di fare un passo avanti per quanto riguarda il controllo e la trasparenza". "La cassa malati unica non sarebbe stata una buona soluzione, perché non avrebbe risolto i problemi riguardanti il finanziamento della sanità".

Per quanto riguarda il "No" all'IVA ai ristoratori, Fabio Regazzi si rallegra del risultato, soprattutto per il fatto che "le perdite finanziarie che ne sarebbero derivate, sarebbero state difficili da compensare". Per quanto concerne, invece, i risultati dei due oggetti in votazione in Ticino, spicca su tutte la vittoria della Lega sul "No" al finanziamento di 3 milioni per la partecipazione del Ticino all'esposizione universale milanese. Regazzi si dice preoccupato per un risultato che "è segnale di chiusura". "Al di là di tutti i problemi di cui si è discusso in queste settimane, dal Ticino non giunge un buon segnale dalle urne. Il Ticino è il Cantone che avrebbe avuto il maggior interesse a farsi vedere. Visto l'aria che tira in Ticino, questo risultato era abbastanza prevedibile.

Infine il deputato popolare democratico in Consiglio nazionale si esprime sull'iniziativa socialista, "Aiutiamo le scuole Comunali, per il futuro dei nostri ragazzi", bocciata alle urne. "La richiesta finanziaria è molto discutibile e onerosa: in un momento delicato come oggi, il "Sì" all'iniziativa avrebbe creato problemi finanziari dovuti alle maggiori uscite e non avrebbe dato la certezza di una soluzione ai problemi con i quali oggi è confrontata la scuola ticinese.

Stringato sui social network il consigliere nazionale PPD Marco Romano: "Un'UNICA certezza... Sum cuntent!". Il direttore del DSS Paolo Beltraminelli commenta, a proposito di "Aiutiamo le scuole comunali - Per il futuro dei nostri ragazzi": "L'iniziativa in favore delle scuole era un difficile banco di prova per Governo e Gran Consiglio. Era molto difficile dire NO ad un miglioramento della scuola. Il popolo ticinese ha seguito il Consiglio di Stato e ha dato prova di grande pragmatismo ripetendo il voto sul freno al disavanzo di qualche mese fa. Il meglio talvolta è nemico del bene, una buona idea non finanziabile non è una buona idea, hanno detto i ticinesi. Beltracomplimenti:)" 

Sulla bocciatura della cassa malati unica, il ministro popolare democratico la pensa così: "Con un risultato sorprendentemente chiaro il popolo svizzero e ticinese ha detto NO alla cassa malati unica. Mi sono impegnato a fondo per convincere i ticinesi a dire NO perché statalizzando l'assicurazione malattia non si sarebbe risparmiato nulla sui costi della salute. Sono contento che i miei concittadini la pensino come il responsabile cantonale della sanità. Per risolvere l'esplosione dei costi ci vuole ben altro, in particolare occorre trovare un nuovo metodo di finanziamento per sostenere i bisogni crescenti delle cure per gli anziani. Accanto alla riforma del sistema pensionistico è urgente una riforma federale del sistema di finanziamento della sanità. Beltradiamocidafare:)"

PS - Il Partito Socialista ha constatato che “quasi il 40% dei votanti svizzeri ha chiesto un cambiamento radicale del sistema di assicurazione malattia. In Ticino la percentuale è anche superiore”. Il PS sottolinea quindi che “anche se il popolo svizzero ha detto No alla cassa malati pubblica, l’iniziativa ha comunque reso evidenti i problemi legati alla concorrenza fra le casse malati, alla quale sarà urgente porre dei correttivi. Il risultato ottenuto dall’iniziativa, specie in Romandia, dove i consiglieri di Stato responsabili della sanità si sono spesi a favore della campagna, mostra che la popolazione vuole che si metta finalmente fine all’esplosione dei premi e alle differenze di trattamento fra gli assicurati.
 
Le differenti forze in campo secondo il PS sono state determinanti. “Le ragioni del No a livello svizzero sono molteplici – affermano - ma la principale va cercata nelle imponenti risorse economiche messe in campo dagli assicuratori per influenzare il voto attraverso la propaganda: 5 milioni di franchi, cioè 20 volte la cifra a disposizione degli iniziativisti. 5 milioni di franchi, oltretutto, in gran parte presi dai premi degli assicurati tramite le assicurazioni complementari, compresi coloro che invece la cassa pubblica l’avrebbero voluta”.
 
Il PS sostiene che la campagna contraria sia stata basata sulla diffusione di “menzogne belle e buone. Per esempio che la qualità delle cure sarebbe peggiorata. Oppure che non ci sarebbe più stata la libertà di scelta del medico…  O ancora la frottola secondo la quale un’assicurazione pubblica sarebbe stata lenta, costosa, inefficiente. In compenso, proprio grazie all’iniziativa, è stato possibile avere finalmente una legge sulla sorveglianza che permetterà di controllare un po’ meglio le casse malati”.
 
“Per quanto riguarda il Ticino concludono -  la campagna è stata essenzialmente condotta dal Partito Socialista e dalle associazioni di consumatori e di operatori sanitari. Chi in passato ha fatto grandi proclami a favore della cassa unica in quest’occasione non si è speso particolarmente e si è lasciato influenzare dai contrari all’iniziativa. Ci sarà un legame con le grandi inserzioni a pagamento su “il Mattino della domenica”?”
 
Il Partito Socialista ha preso atto anche del “No” all’iniziativa sulla scuola. “Una metà della popolazione vuole riforme incisive nella scuola – dichiarano - per questo, da un lato noi continueremo a impegnarci per una scuola di qualità e vicina alle esigenze delle famiglie e dei docenti, e dall’altro ci aspettiamo che comunque il Governo e la maggioranza parlamentare recepiscano il disagio e implementino misure adeguate ad affrontarlo. Mense e doposcuola da un lato e diminuzione del numero di studenti dall'altro avrebbero semplificato le vite dei genitori e il lavoro dei docenti e avrebbero migliorato la qualità dell'insegnamento, a tutto beneficio dei giovani, il cui interesse dovrebbe essere l'unica priorità”.
 
Il “No” a Ticino a Expo 2015 è considerato "un'occasione perduta per far conoscere il nostro bel Cantone e mantenere mandati e commesse sul nostro territorio", mentre la diminuzione dell'IVA nella ristorazione è stata "giustamente respinta dal popolo: un indizio di buon senso".

La consigliera nazionale Marina Carobbio, di professione medico e che si è schierata in prima linea per il "Sì" alla cassa malati unica e statale, non nasconde la sua delusione per una sconfitta che, in tutti i casi, non è stata così schiacciante come sembrava nelle fasi iniziali dello scrutinio.
 
"Rispetto a 7 anni fa ci sono oltre 250mila svizzeri in più che si sono pronunciati favorevolmente a un cambiamento radicale di sistema, ossia quattro su dieci". Carobbio mette in evidenza la sproporzione delle forze in campo per una campagna che ha visto i contrari all'iniziativa mettere in campo tanti soldi per convincere gli svizzeri a bocciare l'iniziativa socialista: "Il risultato era prevedibile per la disparità di mezzi finanziari, i contrari avevano a disposizione circa 5 milioni di franchi, di cui 3 prelevati dalle assicurazioni complementari. In Ticino, se si tiene conto che insieme al Partito Socialista, vi erano l'ACSI e alcune associazioni di categoria, abbiamo ottenuto un buon risultato con il 45% di “Sì”.
 
Ora Marina Carobbio attende al varco coloro che avevano promesso miglioramenti sul sistema durante la campagna: "Sono state fatte delle promesse da parte dei contrari e ora ci aspettiamo vengano mantenute, in particolare che vengano tenute in considerazioni le preoccupazioni che sono emerse durante il dibattito come le misure contro l’esplosione dei premi della cassa malati, contro la caccia dei “buoni rischi” e contro la discriminazione delle persone anziane o con malattie croniche".

L'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali" è stata bocciata, ma il promotore Raoul Ghisletta è soddisfatto: "Per noi è stata una grande votazione. I temi sollevati sono importanti e dovremo continuare a portare le nostre battaglie sulla scuola all’opinione pubblica ticinese. E' questo il messaggio che giunge oggi dalle urne". Un quasi 49% che rende la sconfitta meno amara: "Il tema della qualità della scuola è fondamentale per il nostro cantone, che detiene poche ricchezze, ma un capitale umano da sostenere e migliorare".

Un'altra battaglia concerne la questione delle mense e dei doposcuola: "Dobbiamo riuscire, anche nell'interesse dell'economia, favorire la conciliazione tra la vita famigliare, di chi ha figli e deve o vuole continuare a lavorare". Per quanto riguarda l'altro grande tema, la cassa malati unica, Ghisletta sperava in un "risultato romando": "Il tema ha suscitato paure infondate, che hanno offuscato il nocciolo della questione portata avanti dall'iniziativa: avere un organismo più semplice ed efficace che permettesse di controllare meglio i costi della salute, di essere burocraticamente efficiente, visto che si offre un prodotto unico, in cui la concorrenza è solo fittizia. Una proposta logica, ma che non è stata capita”.

Il comitato della Svizzera italiana "Sì alla cassa malati pubblica" vede il bicchiere mezzo pieno: "Il risultato della consultazione popolare, con circa il 40% di Sì a livello svizzero e il 44,4% in Ticino sia un segnale forte dalla popolazione, all’indirizzo degli assicuratori malattia e della politica. Mai prima un’iniziativa per cambiare il sistema d’assicurazione malattia di base ha ottenuto un simile consenso". 

A fare la differenza, secondo il comitato, i mezzi finanziari a disposizione dei contrari: 5 milioni di franchi messi sul tavolo da parte dei contrari, di cui 3 milioni prelevati dagli utili delle assicurazioni complementari, hanno permesso loro di condurre una campagna molto aggressiva, divulgando su ogni canale mediatico immaginabile e con metodi più o meno leciti dei messaggi pretestuosi e fuorvianti che purtroppo hanno fatto presa sulle paure dell’opinione pubblica". 

Nonostante ciò è d’obbligo, secondo gli alfieri del Sì, prendere sul serio le preoccupazioni uscite durante il dibattito: i problemi con la caccia ai buoni rischi, la discriminazione di persone anziane con malattie croniche, il marketing aggressivo, costoso e molesto, la commistione di interessi fra assicurazione di base obbligatoria e assicurazioni complementari facoltative e la mancanza quasi totale di trasparenza per quanto riguarda il calcolo dei premi e delle riserve vanno affrontati e risolti con decisione. "L’iniziativa, anche se purtroppo non è passata, ha avuto il pregio di tematizzare queste e altre pecche del sistema, e di strappare delle promesse dai politici contrari: quelle promesse vanno mantenute!"

PLR Il Consigliere nazionale liberale radicale del PLR, Giovanni Merlini, si dice soddisfatto per l'esito del voto sulla cassa malati unica, bocciata dagli svizzeri in quasi tutti i cantoni. Tuttavia il deputato ticinese osserva che in alcune realtà regionali della Svizzera, in particolare nei cantoni della Svizzera Romanda, dove il Sì è prevalso a Neuchâtel, Giura, Ginevra e Vaud: "Evidentemente c'è una sensibilità regionale diversa rispetto al resto della Svizzera”.

Questa volta, però, non c'è stato il cosiddetto "Polentagraben". Merlini si dice "sorpreso del voto ticinese", in un Cantone, dove negli ultimi anni si è discusso parecchio sui premi pagati in eccesso e da parte della popolazione si erano sollevate numerose critiche nei confronti delle casse malati e della Confederazione. "Il problema - commenta il deputato liberale radicale - è capire come fare per migliorare il sistema attuale, verso il quale c'è una diffusa insoddisfazione". Come ha fatto il suo collega popolare-democratico Fabio Regazzi, Merlini concede all'iniziativa socialista un merito, ossia di avere fatto pressing sul parlamento per quanto riguarda "la legge speciale sulla sorveglianza delle casse".

Sulla cassa malati unica, invece: "Questa iniziativa è stata bocciata perché al popolo ha fatto paura l'elemento di coattività, che non piace. La maggioranza della popolazione vuole riservarsi il diritto di poter scegliere la propria cassa malati. Il rischio di essere ingabbiati in un sistema monopolistico non è accettato dal popolo”.

Per quanto riguarda la votazione ticinese sul finanziamento per la partecipazione ad Expo 2015, Merlini non nasconde la sua delusione, "anche se la partecipazione del cantone è garantita”, puntualizza il consigliere nazionale. Secondo Merlini dal Ticino giunge  un messaggio  negativo al resto della Svizzera. "Berna aveva coinvolto i Cantoni più vicini a questa manifestazione e oggi arriva dal Ticino un segnale di debolezza, rinunciatario. Arriva da un cantone che, tra l'altro è di lingua italiana. Un sentimento, da parte del Ticino di riserva molto diffusa nei confronti di questa manifestazione, dove ha giocato un ruolo importante nella decisione dei votanti anche l'inchiesta giudiziaria italiana".

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