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SVIZZERAVotazioni federali, le reazioni: "I consumatori conoscono la differenza fra un take-away e un ristorante"

28.09.14 - 13:55
Soddisfatte anche le casse malattia e le organizzazioni che operano in ambiente ospedaliero
Foto Keystone
Votazioni federali, le reazioni: "I consumatori conoscono la differenza fra un take-away e un ristorante"
Soddisfatte anche le casse malattia e le organizzazioni che operano in ambiente ospedaliero

BERNA - Iniziano a giungere i commenti e le reazioni in merito alle iniziative popolari in votazione federale, con i relativi "No". 

Cassa malati unica - Le organizzazioni e le casse malattia, ovviamente, accolgono positivamente l'esito della votazione: l'associazione ospedaliera H+ prende atto "con soddisfazione" del no. L'organizzazione, si legge in un comunicato, si è sempre espressa contro il testo e continuerà a impegnarsi a favore di soluzioni liberali nel sistema sanitario. 

La bocciatura dell'iniziativa popolare per una cassa malati pubblica dimostra la soddisfazione della popolazione nei confronti degli assicuratori malattia. Questa la reazione di Verena Nold, direttrice dell'associazione del ramo Santésuisse. Ora bisogna affrontare il problema del costante aumento dei costi sanitari.

"Uno dei motivi centrali dell'incremento è il progresso tecnologico", ha spiegato la Nold. È importante che vengano autorizzati solo cure e medicinali convenienti, efficaci e appropriati. Inoltre bisogna sviluppare indicatori per la qualità delle prestazioni che vanno resi accessibili alla popolazione, ha aggiunto la direttrice di Santésuisse. "Presso i medici con studio proprio, ad esempio, i controlli sono ancora insufficienti."

Una diminuzione delle prestazioni è fuori questione; un fatto che secondo Nold è stato reso chiaro dal "no" scaturito alle urne nel giugno 2012 per le reti di cure integrate (managed care).

"I cittadini svizzeri hanno preferito la libertà di scelta e hanno respinto l’iniziativa sulla cassa malati unica", si commenta in casa comparis.ch. Felix Schneuwly, esperto in materia di assicurazione malattia, analizza così la situazione: "Gli assicurati continueranno ad avere ogni anno la possibilità di scegliere in piena libertà la cassa, la franchigia e il modello assicurativo di base che meglio corrisponde alle necessità personali. Solo nello scorso anno sono state circa 600’000 le persone che hanno sfruttato questa possibilità cambiando cassa malati. La libertà di scelta si traduce, tuttavia, non solo in risparmi nel portafoglio degli assicurati, ma anche nell’incentivo per le casse a migliorare costantemente la loro efficienza e la qualità del servizio. I premi dei modelli assicurativi alternativi subiranno tendenzialmente un aumento maggiore rispetto a quelli dell’assicurazione di base standard. Nonostante ciò, con i modelli alternativi continuerà ad essere possibile risparmiare costi senza ripercussioni negative sulla qualità delle prestazioni mediche".

"Anche in futuro sarà necessario fare tutto il possibile per frenare l’aumento dei costi per la salute" afferma Schneuwly, spiegando che "la migliore compensazione dei rischi, decisa poco tempo fa, spronerà in futuro ancora di più le casse a raggiungere il miglior rapporto qualità-prezzo delle prestazioni mediche assicurate. Nell’interesse degli assicurati sani e malati comparis.ch si impegnerà in favore delle riforme. La qualità delle prestazioni mediche dovrebbe diventare trasparente quanto trasparente è già ora la qualità del servizio offerto dalle casse malati, in modo che gli assicurati possano trarre effettivo vantaggio dalla propria libertà di scelta. Il piano di comparis.ch in 8 punti mostra come si possono tenere sotto controllo i costi senza ripercussioni negative sulla qualità e senza considerevoli aumenti dei premi, ad esempio tramite sconti sui premi per i pazienti che richiedono un secondo parere prima di effettuare operazioni costose e ad alto rischio".

La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) è soddisfatta che il popolo svizzero abbia respinto l’iniziativa "Per una cassa malati pubblica". Con la loro decisione, "i nostri cittadini hanno ribadito che sono a favore di una concorrenza nel sistema sanitario. Questo sistema precisamente costringe gli assicuratori privati a mantenere bassi i costi". In caso d’introduzione di una cassa pubblica, non ci sarebbe più stata una tale pressione. "Ora le assicurazioni malattie devono però dimostrare che meritano la fiducia del popolo. Le aspettative sono quindi elevate, soprattutto per ciò che riguarda i premi delle casse malati".

L'Unione sindacale svizzera (USS) è delusa dal "no" all'iniziativa per una cassa malati pubblica. Secondo l'organizzazione si tratta di un'occasione persa per mettere fine agli "inutili" costi di pubblicità e marketing delle assicurazioni malattia, così come alla caccia "assurda" ai "buoni rischi".

"In passato, i premi delle casse malattie sono aumentati in modo maggiore rispetto ai redditi", ha indicato l'USS in un comunicato. Il carico sostenuto dalle famiglie si è quindi appesantito. Ad essere colpite sono soprattutto le persone con un reddito medio, considerando che molti cantoni hanno cominciato a tagliare i fondi destinati alla riduzione dei premi, prosegue l'Unione, secondo cui è necessario invertire questa tendenza e migliorare il sistema di abbassamento dei premi.

"Un chiaro sostegno al sistema collaudato". Così si esprime l'associazione degli assicuratori-malattia curafutura. "Il No alla cassa unica rappresenta sia uno stimolo che un impegno anche in futuro per un perfezionamento continuo del sistema attuale, a vantaggio degli assicurati e dei pazienti".

È un incitamento, sostiene curafutura, a proseguire in modo sistematico sulla strada delle riforme già avviata. "Così, grazie alla compensazione dei rischi    perfezionata, gli assicuratori malattia potranno sviluppare e proporre più ampie offerte assicurative e assistenziali per malati cronici e pazienti con patologie multiple".  

La bocciatura dell'iniziativa "Per una cassa malati pubblica" non ha mancato di suscitare reazioni nel mondo politico, fra chi si dichiara soddisfatto, chi non si da per vinto e chi invita a non ignorare i voti della minoranza. Secondo la consigliera nazionale Jacqueline Fehr (PS/ZH) l'idea di una cassa malattia unica non è definitivamente sepolta. La si potrebbe accantonare del tutto solamente se "i vincitori mantenessero le loro promesse". Le assicurazioni dovranno ad esempio smetterla di andare a caccia di clienti sani, ha affermato all'ats.

Inoltre, sottolinea la zurighese, il fronte dei "sì" è aumentato rispetto alla votazione del 2007 sullo stesso tema, prova che "la fiducia nelle casse malattie sta calando". "Il risultato odierno è tutt'altro che una vittoria per gli assicuratori".

In una votazione caratterizzata da un marcato "Röstigraben", per Pierre-Yves Maillard, consigliere di Stato vodese (PS), i voti favorevoli provenienti dai cantoni romandi "non possono essere ignorati": "Siamo in una regione della Svizzera che manifesta la sua sfiducia nei confronti del sistema. Questo ci dà legittimità per cercare strade che permettano di regolare l'annoso problema dell'aumento dei premi", ha dichiarato alla RTS.

Diametralmente opposta la reazione del consigliere nazionale Guy Parmelin (UDC/VD), secondo cui i cittadini hanno capito la situazione. Rilanciare una proposta simile a livello di cantoni latini sarebbe un "rifiuto della democrazia", ha detto all'ats. Certo, il sistema elvetico deve evolvere in modo da limitare l'esplosione dei costi, ma non è necessario buttare al vento tutti i lati positivi.

Simile la posizione del consigliere agli Stati Felix Gutzwiller (PLR/ZH), che sottolinea l'importanza di tenere sotto controllo i costi della sanità. La garanzia della qualità deve comunque rimanere al primo posto. "Una riduzione delle prestazioni è escluso", ha dichiarato all'ats. Il voto odierno ha comunque dimostrato chiaramente come la pensa il popolo: "bisogna partire dal presupposto che, dopo il terzo 'no' dei cittadini, l'idea di una cassa malattia pubblica sia definitivamente archiviata".

Il consigliere agli Stati Urs Schwaller (PPD/FR) sostiene che con il risultato odierno gli svizzeri hanno mostrato il loro attaccamento alla libera scelta in materia di sanità, ma anche i loro timori di fronte ad una statalizzazione del sistema. Secondo il friburghese, è ora tempo di smetterla con le discussioni e di passare all'azione: "non si fa che parlare del sistema", adesso è ora di occuparsi dei costi che spingono i premi al rialzo, ha detto all'ats.

Lapidari i Verdi svizzeri: "La potente lobby degli assicuratori ha saputo convincere la popolazione che i loro interessi finanziari vengono prima della trasparenza. I Verdi s'impegneranno in favore di una cassa unica regionale e di una sorveglianza accresciuta degli assicuratori malattia".

Iva - Il no all'iniziativa lanciata da Gastrosuisse è "la dimostrazione che i consumatori conoscono la differenza fra un take-away e un ristorante": È quanto ha affermato Prisca Birrer-Heimo, presidente della fondazione svizzerotedesca per la tutela dei consumatori SKS, che fa parte del comitato dei contrari.

La gente sa bene che in un ristorante viene proposto un servizio che comporta una plusvalenza rispetto a quanto avviene in un take-away, ha proseguito. Secondo Birrer-Heimo i ristoratori hanno trascurato questo aspetto nella loro campagna.

Inoltre, ha aggiunto, i cittadini non hanno creduto che in caso di accettazione del testo in futuro avrebbero pagato meno al ristorante. "Al contrario, avrebbero dovuto compensare le mancate entrate registrate dallo Stato".

hotelleriesuisse e Parahotellerie Schweiz esprimono invece il loro rammarico per il rifiuto dell'iniziativa «Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione» da parte dell'elettorato svizzero, "che in tal modo non ha eliminato le disparità di trattamento delle prestazioni di ristorazione rispetto al take-away". Nell'attuale sistema IVA con tre aliquote, la priorità va ora al mantenimento dell'aliquota speciale del 3,8 percento per le prestazioni alberghiere. hotelleriesuisse e Parahotellerie Schweiz si batteranno affinché l'aliquota speciale sia sancita nella legge.

I promotori dell'iniziativa si dicono sorpresi per la chiara bocciatura alle urne. "Avevamo altri feedback dalla popolazione e ci aspettavamo un risultato meno netto", ha affermato il presidente di Gastrosuisse Casimir Platzer alla radio SRF. Malgrado la disfatta, emergono a suo avviso anche aspetti positivi da questa votazione: "abbiamo mostrato al popolo l'importanza del settore", ha rilevato. La gente non sapeva dei differenti tassi di IVA applicati, ha aggiunto, facendo notare come in questo senso sia stata fatta chiarezza.

Secondo il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD), membro del comitato favorevole, l'iniziativa non era sufficientemente precisa e non conteneva soluzioni chiare. "L'obiettivo era ristabilire la parità di trattamento, ma la mancanza di precisione ha giocato a nostro sfavore", ha affermato all'ats. A suo avviso questo "no" è sintomo di inquietudine e va letto anche in relazione alla riforma della fiscalità delle imprese.

Il consigliere nazionale zurighese Ruedi Noser (PLR), contrario al testo, chiede un dibattito sull'introduzione di un tasso unico dell'IVA in tutti i settori. Sarebbe la soluzione più giusta, afferma all'ats. Sono anni che il PLR chiede imposte meno elevate per tutti e un sistema fiscale meno complesso. A suo avviso l'iniziativa di Gastrosuisse non rispondeva a queste esigenze: "era troppo focalizzata sugli interessi dei ristoratori, quando non sono i soli a soffrire per le tasse elevate". Secondo Noser, la soluzione sarebbe l'applicazione di un tasso unico, fatta eccezione per alcuni prodotti "come gli alimenti di base, il pane, il latte".

Delusione anche da parte dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), che in una nota rileva come il "no" popolare manterrà un'inuguaglianza di trattamento nell'imposizione dei servizi del settore della ristorazione. "Si tratta di un'occasione mancata per rimediare ad alcune distorsioni".

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