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SVIZZERATassare l’energia invece dell’IVA, anche il Nazionale dice no

25.09.14 - 16:53
Per la maggioranza, questa proposta rappresenta un salto nel buio con conseguenze nefaste per l'economia e le assicurazioni sociali
Tassare l’energia invece dell’IVA, anche il Nazionale dice no
Per la maggioranza, questa proposta rappresenta un salto nel buio con conseguenze nefaste per l'economia e le assicurazioni sociali

BERNA - Come ampiamente prevedibile, dopo gli Stati nel giugno scorso anche il Consiglio nazionale ha respinto oggi - 148 voti a 37 e 5 astensioni - l'iniziativa popolare dei Verdi liberali "Imposta sull'energia invece dell'IVA", raccomandando a popolo e cantoni di fare altrettanto. Per la maggioranza, questa proposta rappresenta un salto nel buio con conseguenze nefaste per l'economia e le assicurazioni sociali. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Oltre all'iniziativa, il plenum ha detto no - 110 voti a 79 - anche al controprogetto diretto difeso dal campo rosso-verde. Quest'ultimo mira ad accelerare il passaggio dalla fonti energetiche d'origine fossile alle energie pulite.

La modifica costituzionale dei Verdi liberali chiede l'introduzione di un'imposta sulle energie non rinnovabili (come il petrolio, il gas naturale, il carbone e l'uranio) proponendo di compensare l'onere fiscale supplementare che graverebbe sul consumo di energia mediante la soppressione dell'IVA.

Per i partiti di centro-destra, con la soppressione dell'IVA la Confederazione verrebbe orbata del suo maggiore cespite d'entrata: in soldoni, 23 miliardi di franchi.

Per compensare i mancati introiti, ha dichiarato il consigliere nazionale Giovanni Merlini (PLR/TI), bisognerebbe innalzare in maniera spropositata le tasse sulle energie d'origine fossile - un litro di benzina o di olio da riscaldamento potrebbe costare oltre 3 franchi, è stato più volte ripetuto in aula, n.d.r - con conseguenze negative sulla competitività internazionale delle imprese. Ad essere penalizzate sarebbero inoltre le famiglie a reddito modesto, ha sottolineato il Ticinese.

Stando a Marco Romano (PPD/TI), infatti, solo per la benzina ogni famiglia dovrebbe sborsare 2500 franchi in più all'anno, cui si aggiungerebbero 1000 franchi supplementari per l'elettricità. L'iniziativa darebbe inoltre un serio "scossone alle finanze federali", in un momento caratterizzato da uno stato sociale che costa sempre di più. "Mettendo a rischio il funzionamento della macchina statale, a partirne sarebbero anche cantoni e comuni", ha messo in guardia l'esponente PPD.

Seppur d'accordo con gli obiettivi dell'iniziativa, il Partito socialista ha considerato "semplicistico" pensare di poter sostituire l'IVA con una tassa sull'energia. Sussiste infatti il rischio che l'imposizione debba essere accresciuta col diminuire dei consumi, per compensare le minori entrate fiscali. Inutile dire che ciò graverebbe sui redditi bassi.

Per Silva Semadeni (PS/GR), la soppressione dell'Iva rappresenta un passo rischioso, che metterebbe in pericolo il finanziamento delle assicurazioni sociali, specie del fondo di compensazione dell'Avs, e l'Assicurazione invalidità.

Per i Verdi liberali, non è vero che l'iniziativa eroderà il substrato fiscale del Paese. Per i fautori della proposta, soli in aula a difenderla, è necessario un cambiamento radicale se si vogliono ottenere risultati nella politica climatica, preservando le risorse naturali e diminuendo la dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico.

Per quanto gli obiettivi dell'iniziativa sia condivisibili, ha dichiaratola la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, il mezzo scelto non è adatto. Per la ministra delle finanze, la soppressione dell'Iva comporterebbe un innalzamento sensibile delle tasse sulle energie fossili, un'eventualità politicamente ed economicamente inaccettabile.

Il controprogetto diretto ha trovato sostenitori nel campo rosso-verde, che vi ha visto una risposta più moderata e sostenibile alle richieste dell'iniziativa. In particolare, i ricavi dalle tasse d'incentivazione sulle energie non rinnovabili che dovrebbero spingere i consumatori a rivolgersi verso fonti alternative verrebbero in parte ridistribuiti alla popolazione, ciò che rende questa soluzione assai più equa. Per Verdi e PS si tratta insomma di accelerare un processo avviato dallo stesso Consiglio federale dopo la tragedia di Fukushima.

Per il centro-destra, in ogni caso, prima di lanciarsi in questa direzione è necessario attendere le proposte del Governo, previste per l'anno prossimo. Durante il dibattito, incominciato martedì e terminato oggi, i Verdi hanno accusato la destra di non voler accettare il controprogetto della sinistra unicamente per ragioni politico-elettoralistiche: il 2015 è infatti anno di elezioni.

Ats
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