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CANTONE"I 'disoccupatori' sono troppo rigidi con noi disoccupati"

25.09.14 - 06:59
Il "popolo della rete" fa le pulci agli Uffici regionali di collocamento
Ti-Press/Reto Albertalli
"I 'disoccupatori' sono troppo rigidi con noi disoccupati"
Il "popolo della rete" fa le pulci agli Uffici regionali di collocamento

BELLINZONA - «Cosa non va negli Uffici regionali di collocamento?». Il  popolo della rete se lo chiede da un pezzo, e sulla pagina Facebook “Ticino&Lavoro” è partito un appello. «Cosa ne pensate del servizio offerto dall’Urc?». Le risposte raccolte tra gli oltre 3mila utenti iscritti sono state elaborate in una lettera che, spiega l’amministratore della pagina, Giovanni Albertini, «solleva alcuni interrogativi sul funzionamento del servizio» e sarà inviata nei prossimi giorni alle direzioni dell’Urc e al Consiglio di Stato. «I nostri iscritti hanno espresso in generale una grande insoddisfazione, vogliamo vederci chiaro per elaborare delle proposte di miglioramento, coinvolgendo in modo partecipativo gli utenti del servizio», continua Albertini.

I punti evidenziati nella lettera: corsi di formazione poco efficaci, rigidità eccessiva nelle sanzioni, scarsa comprensione dei problemi dei disoccupati da parte dei consulenti. «Mio figlio M. è stato un anno disoccupato - racconta un genitore esasperato, R., di Bellinzona - Vi è molta rigidità nel sanzionare trasgressioni alle regole del gioco, con giorni di sospensione della diaria. Per esempio quando può capitare di arrivare in ritardo da un consulente o di non aver fatto un certo numero di richieste di lavoro in un mese». 

C., di Chiasso, rincara la dose: «Oltre a non avermi mai proposto un solo colloquio, il mio “disoccupatore” neanche li guardava gli annunci. Più’ che altro stavamo li a chiacchierare. Una volta mi sono presentata con mio figlio piccolo (di pochi mesi) perché ancora non aveva iniziato il nido e non sapevo a chi lasciarlo e mi ha rimproverato dicendomi che dovevo considerare quell’appuntamento come un colloquio di lavoro. Ah si? e il lavoro dov’è?».

Insomma gli Urc, secondo quanto si legge nella lettera, «fungono esclusivamente da “controllori-sorveglianti” nel verificare che venga inviato un certo numero di Curriculum Vitae». La soluzione? «Un questionario da sottoporre agli utenti, magari online. – propone Albertini. - Anche gli Urc è giusto che stiano al passo coi tempi». 

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