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MANNOEcco e-mozz, la prima e-bike ticinese che ha nostalgia degli anni ’90

24.09.14 - 06:22
Una bici elettrica che può dare gas, unica in Europa. Ideata a Manno e ispirata al motorino Ciao, sarà in commercio in primavera
Ecco e-mozz, la prima e-bike ticinese che ha nostalgia degli anni ’90
Una bici elettrica che può dare gas, unica in Europa. Ideata a Manno e ispirata al motorino Ciao, sarà in commercio in primavera

MANNO - C’era una volta il mozz, come neanche troppo tempo fa si chiamava il motorino. Daniele Gambetta era un ragazzotto che cominciava a dare gas con il palmo destro della mano; oggi è un uomo con un sogno realizzato: riportare il suo trascorso sulle strade. Il mozz è tornato: dentro ai suoi laboratori a Manno, dove ha aggiornato il passato alle mode e l’attualità, Daniele ha aggiunto una “e” alla definizione dialettale e ha creato la prima e-bike del Canton Ticino, pronta a esordire sul mercato in primavera. 

Guardata con gli occhi di oggi, la linea è molto più moderna e accattivante del Ciao cui aspira a rifarsi. Titolare dell’Eltronic Ag, azienda con sede a Berna e filiale operativa in Ticino, Daniele Gambetta, 36 anni, restituisce in fretta il merito a colui cui appartiene. «Il concept design del telaio è del grafico Thomas Capponi, di Arbedo», chiarisce. Ma il desiderio tradotto già in realtà è suo personale: dopo quattro anni dedicati a realizzare «elettronica di potenza e motori per clienti industriali, era il momento di creare un nuovo prodotto nostro». È nata così, piano piano ma non troppo, una bici elettrica unica nel territorio cantonale, «ma di questa potenza si può dire sia unica anche in Europa. A differenza di una comune e-bike, che è semplicemente a pedalata assistita, l’e-mozz può dare gas». 

Quarantacinque chilometri orari, due tonalità di colore per cominciare: «Il nero e un bianco avorio, tipo retrò». Lo stile guarda agli anni Novanta, il target potrebbe finire per privilegiare chi già lo amava allora. «Ci rivolgiamo a tutte le fasce d’età: ma non sarà un prodotto economico, adatto a un ragazzino alle prime esperienze». Il prezzo dovrebbe mantenersi sotto ai 5mila franchi, salvo revisioni dell’ultim’ora. Testata la pre-serie, adesso si lavora alla produzione per la vendita sul mercato, in prevalenza nazionale e germanico. «In Germania l’e-mozz sarà commerciato con il marchio Grace, celebre produttore di e-bike e partner cui da tre anni forniamo l’elettronica, assemblata per noi da una ditta storica ticinese: la spettabile Adolfo Juri Sa di Ambrì. Il primo lotto sarà di 150 pezzi: poi valuteremo in base al riscontro». 

Ancora da definire la strategia di marketing: di certo «non avremmo potuto limitarci al Ticino, per ovvi motivi». Non che la Svizzera italiana sia indifferente al tema della mobilità sostenibile. «Trovo anzi che mostri una buona sensibilità: anche per motivi pratici, come la congestione del traffico. È un settore destinato ad avere futuro». Ma la patria è sempre troppo stretta per chi coltiva ambizioni: anche se poi prendono quel nomignolo troppo locale per essere compreso bene oltre Gottardo. «La bici è nata qui e deve mantenere la propria identità ticinese. Oltre i confini nazionali, sarà commercializzata appunto sotto il marchio Grace. È vero, il mozz probabilmente i più giovani  neanche sanno cosa sia». Nessun peccato: più facile  diventino, a quel punto, “la generazione dell’e-mozz”, senza farsi scrupoli sopra l’origine perduta. «Alle fiere dove è stato esposto, il design dell’e-mozz è piaciuto. Penso che riusciremo a piazzarlo bene anche qui».

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