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SVIZZERATassare energia invece di Iva: un'iniziativa che non piace

23.09.14 - 14:55
Tassare energia invece di Iva: un'iniziativa che non piace

BERNA - Anche se per il voto bisognerà attendere giovedì (non c'è stato infatti tempo oggi per ascoltare tutti i singoli interventi), l'iniziativa popolare dei Verdi liberali "Imposta sull'energia invece dell'IVA" è riuscita a coalizzare contro di sé la stragrande maggioranza del Consiglio Nazionale: la proposta rappresenta un salto nel buio con conseguenze nefaste per l'economia e le assicurazioni sociali, è stato dichiarato sia da destra che da sinistra. Dopo gli Stati in giugno, il "no" del Nazionale appare quindi scontato.

 

Come appare scontato anche il "niet" al controprogetto diretto - anch'esso bocciato dalla Camera dei cantoni durante la scorsa sessione estiva - sostenuto dai Verdi e dai socialisti, col quale si vorrebbe accelerare il passaggio dall'energia fossile alle energie pulite.

 

Il Consiglio federale intende presentare l'anno prossimo un progetto in tal senso nel quadro della strategia energetica 2050 che prevede un sistema d'incentivazione per promuovere le energie rinnovabili. .

 

La modifica costituzionale dei Verdi liberali chiede l'introduzione di un'imposta sulle energie non rinnovabili (come il petrolio, il gas naturale, il carbone e l'uranio) proponendo di compensare l'onere fiscale supplementare che graverebbe sul consumo di energia mediante la soppressione dell'IVA.

 

Per i partiti di centro-destra, con la soppressione dell'Iva la Confederazione verrebbe orbata del suo maggiore cespite d'entrata: in soldoni, 23 miliardi di franchi. Per compensare i mancati introiti, bisognerebbe innalzare in maniera spropositata le tasse sulle energie d'origine fossile - un litro di benzina potrebbe costare fino a tre franchi - con conseguenze negative sulla competitività delle imprese, che verrebbero poste di fronte all'alternativa di chiudere i battenti o andarsene altrove.

 

Seppur d'accordo con gli obiettivi dell'iniziativa, il Partito socialista considera "semplicistico" pensare di poter sostituire l'Iva con una tassa sull'energia. Sussiste infatti il rischio che l'imposizione debba essere accresciuta col diminuire dei consumi, per compensare le minori entrate fiscali. Inutile dire che ciò graverebbe sui redditi bassi.

 

Per Silva Semadeni (PS/GR), la soppressione dell'Iva rappresenta un passo rischioso, che metterebbe in pericolo il finanziamento delle assicurazioni sociali, specie del fondo di compensazione dell'AVS e l'Assicurazione invalidità, nonché del finanziamento del traffico pubblico.

 

A nome dei promotori, Martin Bäumle (PVL/ZH) ha negato che l'iniziativa possa erodere il substrato fiscale del Paese come paventato da alcuni. A suo dire, è necessario un cambiamento radicale se si vogliono ottenere risultati nella politica climatica, preservando le risorse naturali e diminuendo la dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico. Il piano del Consiglio federale, secondo Bäumle, conterrà tali e tante eccezioni da rendere improbabile una vera svolta energetica.

 

Il controprogetto diretto ha trovato sostenitori nel campo rosso-verde, che vi ha visto una risposta più moderata e sostenibile alle richieste dell'iniziativa. In particolare, i ricavi dalle tasse d'incentivazione sulle energie non rinnovabili che dovrebbero spingere i consumatori a rivolgersi verso fonti alternative verrebbero in parte ridistribuite alla popolazione, ciò che rende questa soluzione assai più equa. Per il campo rosso-verde si tratta insomma di accelerare un processo avviato dallo stesso Consiglio federale dopo la tragedia di Fukushima.

 

Per il centro-destra, in ogni caso, prima di lanciarsi in questa direzione è necessario attendere le proposte del Governo, previste per l'anno prossimo. I Verdi hanno accusato la destra di non voler accettare il controprogetto della sinistra unicamente per ragioni politico-elettoralistiche: il 2015 è infatti anno di elezioni.

 

Ats

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