Cerca e trova immobili

BERNADenunciare abusi all'interno dell'azienda? Sì rischierà ancora grosso

22.09.14 - 20:54
I datori di lavoro continueranno ad essere tutelati. La revisione del Codice delle obbligazioni votata dal Consiglio degli Stati si limita a chiarire i comportamenti leciti dei dipendenti.
Foto d'archivio (Keystone)
Denunciare abusi all'interno dell'azienda? Sì rischierà ancora grosso
I datori di lavoro continueranno ad essere tutelati. La revisione del Codice delle obbligazioni votata dal Consiglio degli Stati si limita a chiarire i comportamenti leciti dei dipendenti.

BERNA - Attualmente, coloro che informano l'opinione pubblica di irregolarità o abusi all'interno delle aziende non hanno vita facile: oltre a rischiare il licenziamento, devono sovente vedersela con la giustizia. Per mitigare il destino dei cosiddetti "whistleblowers", il Consiglio degli Stati ha accolto oggi per 22 voti a 13 (6 astenuti) un progetto che completa il Codice delle obbligazioni elaborato dal Consiglio federale. Il dossier va al Nazionale.

Questa revisione del Codice delle obbligazioni si limita a chiarire i comportamenti leciti dei dipendenti. Oggi sono i giudici a decidere caso per caso, dovendo cercare un punto di equilibrio tra la libertà di espressione e gli interessi del datore di lavoro, specie per quanto riguarda la segretezza degli affari.

Ad avere la peggio sono quasi sempre i "delatori", come è stato indicato durante il dibattito. Per correggere - invero timidamente - questa situazione fortemente sbilanciata e concretizzare una mozione inoltrata nel lontano 2003, il Consiglio federale ha immaginato un sistema di segnalazione a cascata.

Priorità è data alle segnalazioni interne. In linea di principio è vietato rivolgersi direttamente alle autorità. Ciò non vale quando si è in presenza di reati penali e di altre violazioni del diritto pubblico. Fatti che non violano la legge o le norme che regolano i rapporti di lavoro non potranno essere segnalate alle autorità.

Se il datore di lavoro ha istituito un particolare servizio interno cui rivolgersi, non è consentita una segnalazione alle autorità. Il collaboratore che decide di denunciare un abuso o una irregolarità non potrà farlo in forma anonima, ma potrà contare solo sul fatto che la sua segnalazione verrà trattata in maniera confidenziale. Per 25 voti a 17, la Camera ha seguito la sua commissione, respingendo una proposta di Markus Stadler (Verdi liberali/UR) che voleva consentire anche le segnalazioni anonime.

Per la maggioranza, l'anonimato rischia di paralizzare l'impresa, che alla fine non sa a chi rivolgersi per chiarire la situazione. Per la consigliera federale Simonetta Sommaruga, la revisione della legge serve proprio a fugare i timori di rappresaglia di chi vuole denunciare un'irregolarità. Consentire le segnalazioni anonime va contro la spirito della revisione.

In linea di principio è vietato rivolgersi direttamente alle autorità, quando è disponibile un servizio di segnalazioni interna. Ciò non vale quando si è in presenza di reati penali e di altre violazioni del diritto pubblico e quando l'informatore è stato licenziato oppure ha subito altre penalizzazioni sul posto di lavoro.

La proposta di poter aggirare tale gerarchia, ossia la possibilità di contattare direttamente le autorità, in presenza di un pericolo imminente per la vita o la salute, per la sicurezza o l'ambiente, non è stata approvata dal plenum.

Hans Stöckli (PS/SO) avrebbe voluto inserire nella legge la possibilità di rivolgersi direttamente all'opinione pubblica se il datore di lavoro si dimostra impermeabile alle irregolarità segnalate oppure nega all'informatore ragguagli sullo stato della procedura. Tale proposta non ha trovato una maggioranza tra i "senatori" per i quali l'informazione diretta all'opinione pubblica non deve essere consentita.

Grazie a queste aggiunte al Codice delle obbligazioni, i potenziali informatori di un'azienda hanno a portata di mano un vademecum su ciò che è consentito oppure vietato dalla legge. Sono protetti in caso di licenziamento, che verrebbe dichiarato abusivo, ma non revocato. In questo caso, il "whistleblower" ha diritto a un risarcimento massimo pari a 6 mensilità. La proposta di portare tale tetto a 12 mensilità è stata fortemente criticata in procedura di consultazione e lasciata cadere del Governo.

Prima del dibattito sul dettaglio, Paul Rechsteiner (PS/SG) ha chiesto il rinvio in commissione - poi respinto per 25 voti a 15 - sostenendo che il progetto governativo peggiora la situazione dei "denuncianti" piuttosto che migliorarlo.

ats

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE