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FRANCIA/SVIZZERAUBS: ricorso per la cauzione miliardaria

22.09.14 - 17:21
La Corte d'appello di Parigi ha oggi confermato la cauzione di 1,1 miliardi di euro imposta a UBS nell'ambito dell'inchiesta in cui la grande banca svizzera è accusata di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale
Keystone
UBS: ricorso per la cauzione miliardaria
La Corte d'appello di Parigi ha oggi confermato la cauzione di 1,1 miliardi di euro imposta a UBS nell'ambito dell'inchiesta in cui la grande banca svizzera è accusata di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale

PARIGI - La Corte d'appello di Parigi ha oggi confermato la cauzione di 1,1 miliardi di euro imposta a UBS nell'ambito dell'inchiesta in cui la grande banca svizzera è accusata di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale. Ma l'ultima parola non è ancora stata scritta: l'istituto ricorrerà infatti in cassazione e intende portare anche il caso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

In luglio i magistrati avevano firmato un'ordinanza che imponeva alla banca di versare la garanzia ultra-miliardaria entro il 30 settembre, una somma che era stata calcolata sull'entità della possibile multa. L'istituto si era però rivolto all'istanza superiore, ritenendo che l'ammontare fosse "senza precedenti e ingiustificato". Venivano contestati sia il fondamento giuridico del provvedimento che il metodo di calcolo. Ma il tribunale di Parigi ha ora confermato l'orientamento dei giudici.

UBS però non si arrende. La banca - si legge in un comunicato - "è estremamente delusa dalla decisione, che non ha assolutamente tenuto conto degli argomenti portati dall'istituto durante l'audizione". L'istituto denuncia un procedimento giudiziario "altamente politicizzato" e chiede di essere trattata "in conformità con la giurisprudenza vigente e sulla base degli elementi fattuali che figurano nel dossier".

UBS presenterà quindi appello presso la Corte di cassazione e contesterà la procedura giudiziaria, compreso il mancato rispetto al diritto a un processo equo, presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Stando a una fonte del tribunale il ricorso ha un effetto sospensivo.

L'istituto elvetico, secondo fonti giudiziarie citate dai media francesi, è accusato di aver consentito per diversi anni - dal 2004 al 2012 - ad alcuni suoi agenti commerciali di recarsi dai più facoltosi clienti in Francia, in violazione della legge, per proporre loro meccanismi con cui occultare parte dei loro depositi oltre frontiera. Per nascondere le transazioni sarebbe stata messa in campo anche una doppia contabilità.

In luglio la banca è stata incriminata per riciclaggio aggravato, in francese "mise en examen". Si tratta del provvedimento adottato dal giudice istruttore nei confronti di un indagato contro cui esistono indizi gravi o concordanti di partecipazione a fatti suscettibili di costituire un reato. Non è ancora l'incriminazione formale con rinvio a giudizio ("mise en accusation").

Le indagini contro UBS erano partite all'inizio del 2012. La banca era già stata incriminata nel giugno 2013 per vendita a domicilio ("démarchage") bancaria o finanziaria illecita. Allora la cauzione fissate era stata però molto inferiore, di 2,875 milioni.

ats

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