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BASILEA CAMPAGNA"Una famiglia in assistenza ci può rovinare"

22.09.14 - 12:23
Continuano le critiche dei comuni alla nuova autorità di protezione dei minori e degli adulti APMA: parla il sindaco di Buckten
Archivio Keystone
"Una famiglia in assistenza ci può rovinare"
Continuano le critiche dei comuni alla nuova autorità di protezione dei minori e degli adulti APMA: parla il sindaco di Buckten

BUCKTEN - Non sembrano aver fine le critiche dei comuni alla nuova autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA), introdotta con una riforma a livello svizzero il primo gennaio 2013. Oggi si fa avanti il sindaco di Buckten, località di 700 abitanti di Basilea Campagna, che a causa della nuova normativa denuncia un aumento di dieci volte delle spese sociali e teme che un'unica famiglia in situazione di disagio possa comportare la rovina finanziaria per il suo comune.

"Originariamente l'aiuto sociale era pensato per esempio per sostenere un padre di famiglia 55enne che, dopo aver perso il lavoro, non trova più impiego e ha già consumato il suo patrimonio", puntualizza il sindaco Peter Riebli in un colloquio riportato dalla "Basler Zeitung". "Ma nei dieci anni che sono attivo per il comune non mi è mai capitato un caso del genere".

Riebli parla di una spada di Damocle che pende su Buckten, confrontato con l'esplosione della spesa sociale. "Un unico caso ci può rovinare", afferma. Il 58enne, che lavora come quadro in un grande gruppo renano, racconta dei problemi con una famiglia di rifugiati accolti temporaneamente: per ogni comunicazione deve per esempio essere prenotato un traduttore.

Ma soprattutto teme per il futuro: basta che la maestra dell'asilo affermi che un bimbo ha problemi di comportamento e la APMA ordina misure di accompagnamento, che possono arrivare anche alla collocazione in un istituto. "La spesa mensile può senza difficoltà raggiungere un importo a cinque cifre, pagato dal contribuente di Buckten".

Questo è però solo l'inizio, secondo Riebli. L'autorità di protezione può ritenere necessario sottomettere tutta la famiglia a un aiuto: due volte alla settimana per quattro ore arriva quindi un'assistente, che magari poi diagnostica una psicosi dovuta alla guerra, cosa che può portare a un trattamento stazionario in ospedale e ad altre costose misure. "La fattura la dovremo poi pagare noi".

Da quando è entrata in funzione l'APMA, due anni or sono, i costi per il comune sono balzati da 10'000 a 100'000 franchi. Prima Buckten cercava e trovava soluzioni pragmatiche per i suoi casi sociali: oggi invece i funzionari dell'APMA - denuncia Riebli - non conoscono la realtà locale. "Non sono nemmeno interessati. Prendono solo decisioni. E per sicurezza viene scelta solo la soluzione migliore, vale a dire la più cara".

Il sindaco racconta ad esempio il caso di un giovane maggiorenne che è stato buttato fuori di casa dai genitori e per cui l'autorità tutoria ha ora deciso un accompagnamento speciale, per 5000 franchi al mese. Un "lusso", secondo Riebli.

A suo avviso "il sistema attuale impoverisce il ceto medio, mentre permette a chi riceve aiuto sociale di issarsi nel ceto medio inferiore". Riebli avanza delle cifre: una famiglia in cui i genitori lavorano a tempo pieno e che dispone di un reddito totale lordo di 130'00 franchi alla fine dell'anno ha solo 10'000 franchi in più di un'analoga famiglia che percepisce assistenza.

Negli ultimi tempi il tema è molto discusso in Svizzera tedesca, dopo il grido d'allarme lanciato dal comune zurighese di Hagenbuch, costretto secondo la stampa a sobbarcarsi costi di 60'000 franchi al mese per una famiglia eritrea.

ats

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