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SVIZZERAPresentata la Riforma sull'imposizione delle imprese

22.09.14 - 13:00
A titolo di compensazione, la Confederazione prevede di introdurre nuovi strumenti fiscali
Foto Ti Press
Presentata la Riforma sull'imposizione delle imprese
A titolo di compensazione, la Confederazione prevede di introdurre nuovi strumenti fiscali

BERNA - Il Consiglio federale ha presentato oggi la tanto attesa Riforma III dell'imposizione delle imprese: propone la soppressione di alcune norme fiscali esistenti che non saranno più compatibili con gli standard internazionali. I Cantoni saranno indennizzati con un miliardo di franchi che la Confederazione dovrà compensare. L'intero dossier va ora in consultazione fino al 15 gennaio 2015.

Le norme che dovranno essere eliminate, spiega il governo, sono gli statuti fiscali applicati dai Cantoni alle società holding, alle società di domicilio e quelle miste. Queste regolamentazioni fiscali, afferma l'esecutivo, in futuro "presumibilmente non saranno più compatibili con gli standard internazionali".

La riforma dovrebbe essere introdotta nel 2019, ha spiegato la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf in una conferenza stampa a Berna. È stata lanciata in seguito alle pressioni dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dell'Unione europea (Ue) che non ne vogliono più sapere della concorrenza ritenuta sleale di alcune pratiche fiscali cantonali.

In totale la Riforma III dell'imposizione delle imprese peserà sulle casse della Confederazione per 1,7 miliardi di franchi all'anno. La maggior parte di tale somma è costituita dal miliardo di franchi che Berna intende versare ai Cantoni a titolo di compensazione - il Ticino riceverà 38 milioni - e che corrisponde al 50% delle perdite fiscali a loro carico. Sul fronte delle entrate, il governo conta di incassare 300 milioni supplementari assumendo 70-80 nuovi ispettori fiscali che dovranno spalleggiare i 300 agenti attuali.

Parlando della somma che la Confederazione dovrà compensare nel suo bilancio, Widmer-Schlumpf si è detta fiduciosa. La pianificazione finanziaria permetterà di raggiungere l'obiettivo senza sforzi supplementari, a condizione che i risparmi di 700 milioni all'anno previsti dal pacchetto di consolidamento e verifica dei compiti (PCon 2014) vengano accettati.

Per i Cantoni invece, sostiene la ministra delle finanze, le conseguenze finanziarie delle diverse componenti della riforma dovrebbero equilibrarsi. In particolare, il governo propone di aumentare la quota loro versata dell'imposta federale diretta, che passerebbe dal 17 al 20,5%.

L'esecutivo intende anche mettere a disposizione 180 milioni di franchi ai Cantoni economicamente più deboli. Lo scopo è evitare che subiscano ripercussioni finanziarie negative nell'ambito della perequazione finanziaria.

Come previsto, la Confederazione, a titolo di compensazione, prevede di introdurre nuovi strumenti fiscali, quali ad esempio i "licence box". Ampiamente diffusi in altri Stati Ue e OCSE e applicati in Svizzera solo dal canton Nidvaldo, essi consentono un'imposizione privilegiata, ossia più bassa, dei redditi generati dalla proprietà intellettuale (brevetti, marchi, fino ai procedimenti produttivi segreti).

L'introduzione di questo nuovo strumento fiscale, che il governo propone quale compensazione per la soppressione dei regimi fiscali speciali, sarà di competenza di ogni singolo cantone. La compatibilità dei "licence box" con le norme dell'OCSE e dell'Ue è però ancora in sospeso.

"OCSE e Ue dovrebbero esprimersi a breve", ha detto Widmer-Schlumpf. Il Consiglio federale propone comunque una definizione ristretta ispirata al modello in vigore nel Regno Unito. E per la ministra delle finanze "è buona cosa avere Londra al proprio fianco" in questo dossier.

Per Widmer-Schlumpf non è quindi il caso aspettare fino all'estate 2015 (per quel periodo è invece atteso il messaggio alle Camere). Rinviando il dossier si crea un'incertezza giuridica che potrebbe portare alcune imprese attive a livello internazionale a lasciare la Svizzera, ha sostenuto la responsabile del Dipartimento delle finanze (DFF).

Il dossier presentato oggi contiene poi un'altra novità: un'imposta sull'utile con deduzione degli interessi, che dovrebbe sopprimere la differenza tra gli apporti di capitale interni ed esterni. I cantoni potranno poi abbassare il loro tasso d'imposizione degli utili delle imprese. Berna prevede che il tasso medio calerà dall'attuale 21,8% al 16%.

Il pacchetto contiene anche altre misure, come la nuova imposta sugli utili da capitale su titoli, che dovrebbe permettere di incassare 300 milioni di franchi all'anno. Tale "balzello" è però fortemente criticato dalla destra e dall'economia. Per il governo la tassa ha il vantaggio di non colpire direttamente le imprese e di non toccare le economie domestiche, a differenza di un eventuale rialzo dell'IVA.

La riforma contiene anche l'abolizione della tassa d'emissione sul capitale proprio, soppressione richiesta dal Parlamento, e modifiche alla compensazione delle perdite (soppressione del limite di sette anni).

ATS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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