Il caso della Dofbar, azienda estera installatasi in Val Poschiavo a due passi dal confine, con salari da 14 franchi all’ora. Unia: "Dumping inaccettabile". Dofbar: "Salari d’intesa con la tripartita"
BRUSIO - Un'azienda estera che si installa in Svizzera a due passi dal confine e assume manodopera a buon mercato, prevalentemente da oltre confine. Questa volta non è il Ticino ad essere confrontato con il dumping salariale, bensì la Val Poschiavo.
Come riferisce la Rsi, il sindacato Unia ha attaccato la Dofbar, azienda specializzata nella produzione di flebo che a Campascio, a due passi dall'Italia, ha uno dei suoi 15 stabilimenti nel mondo.
Il sindacato denuncia il dumping, informando pubblicamente che i salari sono troppo bassi, appena 14 franchi svizzeri all'ora. L'anno scorso erano ancora meno: 12.
La Dofbar ha replicato sostenendo che le accuse sono ingiustificate in quanto la retribuzione minima è stata stabilita d'intesa con la commissione tripartita.
A difesa dell'azienda arriva il Municipio di Brusio che parla di società che ha creato 150 posti di lavoro. Unia, però critica le autorità comunali e cantonali, colpevoli di avere concesso agevolazioni fiscali senza tenere conto dei salari elargiti dall'azienda.