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MASSAGNO"Soli contro tutti"

20.09.14 - 18:59
Oggi i socialisti hanno aperto la campagna elettorale. Lurati sprona i suoi. "La Lega ci odia e ciò ci fa onore"
Foto d'archivio (Keystone)
"Soli contro tutti"
Oggi i socialisti hanno aperto la campagna elettorale. Lurati sprona i suoi. "La Lega ci odia e ciò ci fa onore"

MASSAGNO - "Siamo consapevoli di essere soli". Questa mattina il presidente del Partito Socialista, Saverio Lurati, ha aperto ufficialmente la campagna elettorale del PS. Dal cinema Lux di Massagno ha chiamato i suoi ad una "battaglia non sul ring fatta di chiacchiere e proclami, ma sui contenuti, in cui è il confronto a prevalere sullo scontro dell'agone politico”.

I socialisti e il fronte borghese - "Difficile fare una sintesi di settimane di lavoro e di congresso" ci dice Lurati  al telefono. Il suo partito deve far fronte a una battaglia impari, quasi disperata. Il fronte borghese negli ultimi anni non ha concesso sconti ai socialisti sulle politiche economiche e sociali, neppure in Ticino. Dagli anni '90, un pezzetto dopo l'altro, lo smantellamento dello stato sociale è in atto e non ha risparmiato neppure la piccola repubblica svizzera a sud delle Alpi. E parlare oggi di uguaglianza, giustizia sociale e ridistribuzione della ricchezza è fuori moda ormai. Roba del secolo scorso. Ma Lurati ci crede e non si arrende.

La figlia del presidente - Le elezioni cantonali si avvicinano. I cinque nomi ufficializzati oggi riguardanti i candidati del Partito Socialista al Consiglio di Stato sono giovani e pieni di speranze. Difficilmente potranno dare del filo da torcere al Consigliere di Stato uscente, Manuele Bertoli. Insieme a lui Amalia Mirante, Ivo Dürisch, Henrik Bang ed infine Tatiana Lurati Grassi, la figlia del presidente. Al padre Saverio abbiamo chiesto se il nome della figlia Tatiana in lista non potrebbe dare adito alle critiche nei confronti del Partito. "Sono critiche che non mi interessano affatto.  E' una domanda retorica alla quale rispondo con un'altra: ritenete corretto che il PS escluda una persona, giudicata idonea e capace da una commissione apposita, soltanto perché è la figlia del presidente?"

"E' ora di far politica" - Lurati si scalda e non nasconde la sua delusione nei confronti di un Ticino che, anziché pensare ai problemi seri del cantone si lascia, per così dire, 'distrarre da polemicucce da cortile'. A spiegare il concetto è lo stesso Lurati: "Se si cominciasse a fare politica seriamente anziché perdersi negli aspetti pruriginosi e scontati, che piacciono a tutti, forse in questo Paese si potrebbe fare qualche passo avanti e non migliaia di passi indietro come ha fatto in questi ultimi venti anni".

"La Lega ci odia" - Il PS è solo. Lo ha ripetuto Lurati. Solo a combattere la Lega e il forte vento populista che spira in Ticino e in molte parti di un'Europa sempre più smarrita: "siamo consapevoli di esserlo e di dover combattere da soli". Lurati indica il problema: "C'è un partito, la Lega dei Ticinesi, che nutre un odio viscerale nei confronti degli esponenti socialisti e del PS. Ciò ci fa onore. Poi c’è tutta una serie di partiti che si preoccupa soltanto dei problemi degli ambienti economici". Secondo Lurati questi partiti, “anziché cercare le soluzioni in senso costruttivo per fare in modo che in questo cantone ci siano dei livelli salariali decenti, si impegnano soltanto a preservare le rendite di posizioni che questi ceti hanno acquisito negli ultimi anni".

Le incoerenze del mondo economico - Lurati per definire il suo pensiero porta tre esempi. "Cominciamo dal mondo bancario. Prima sprona i propri dipendenti a operare fuori legge e poi li licenzia". Il secondo esempio riguarda il mondo imprenditoriale, "che opera in regime di dumping salariale e poi chiede sgravi fiscali per intascare gli utili ottenuti". Infine il mondo artigianale, "che opera subappalti a catena screditando il settore e disorientando la committenza".

"Ticino a rimorchio" - Sulla problematica della pressione sui salari in Ticino, il presidente del PS ricorda le parole di Angelo Rossi a metà anni 90, quando parlò di un'economia ticinese a rimorchio: "Oggi siamo ancora peggio, ancora più a rimorchio di prima. Stiamo diventando un'economia che vive sul differenziale salariale rispetto al resto della Svizzera e non sul proprio valore aggiunto". Un'economia - in altre parole - che si basa soltanto sul fatto di poter vivere grazie al bacino di lavoratori a buon mercato presenti al di là del confine senza un progetto economico ad ampio respiro e a lungo termine . Troppo facile così, ma per Lurati  è ora di dire basta. E il presidente sprona i suoi pronunciando una parola antica: solidarietà. "Solidarietà che dovremo essere capaci di dimostrare anche e soprattutto con i diseredati di tutto il mondo che vedono nel nostro Paese un’ancora di salvezza, almeno momentanea".

Uscire dal governo? "No" - Al presidente, infine, non chiediamo se in questo momento storico, in Ticino, non sarebbe il momento di uscire dal governo per avere una opposizione più netta a un fronte borghese che determina le politiche liberiste che concentrano le ricchezze sempre più in mano di pochi, comportando sempre maggiori difficoltà alle classi lavoratrici subalterne. "Ne abbiamo parlato, ma siamo giunti alla conclusione che, uscendo dal governo, vi è il rischio di non riuscire neppure più portare a casa quel poco che riusciamo a portare a casa oggi".

L'obiettivo? "Rafforzarci in parlamento" - L'obiettivo del PS ticinese è chiaro: "rafforzare la presenza nel legislativo. Sarebbe un segnale forte per il Paese", ha concluso Lurati, che ha ricordato le prossime tappe che portano alle elezioni: il comitato cantonale l'8 ottobre e la ratifica delle liste al congresso del 24 gennaio.

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