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NFLAggressione contro la moglie e il figlioletto di quattro anni, in manette Jonathan Dwyer

18.09.14 - 22:22
Bufera sul football USA: un'altra star, questa volta il running back degli Arizona Cardinals, è stata arrestata per violenza
Keystone/David Kadlubowski
Aggressione contro la moglie e il figlioletto di quattro anni, in manette Jonathan Dwyer
Bufera sul football USA: un'altra star, questa volta il running back degli Arizona Cardinals, è stata arrestata per violenza
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PHOENIX (USA) - Il mondo del football americano ancora nella bufera. Un'altra star della NFL è stata infatti arrestata per violenze domestiche. È il quarto caso in poche settimane che coinvolge giocatori dello sport più popolare d'America. Questa volta in manette è finito Jonathan Dwyer, 25 anni, running back degli Arizona Cardinals, squadra di Phoenix, immediatamente sospeso dal suo club.

Dovrà rispondere di aggressione aggravata contro la moglie Kayla e il figlioletto di circa un anno. L'arresto di Dwyer non fa altro che aumentare le pressioni sulla National Football League, il cui presidente Roger Goodell è già finito nel mirino per la gestione del caso Ray Rice dei Baltimore Ravens. Rice, infatti, inizialmente era stato sospeso per sole due partite dopo che un video lo ritraeva mentre trascinava brutalmente la sua fidanzata, svenuta, fuori da un ascensore. Il giocatore è stato poi radiato qualche giorno dopo, quando un nuovo video choc lo ha immortalato mentre sferrava un pugno violentissimo alla donna, poi diventata sua moglie. L'accusa ai vertici della NFL è quella di essere stati sempre a conoscenza di quelle violente immagini e di aver tentato di coprire il caso. E non è bastato a spegnere le polemiche la decisione dei vertici della stessa Lega di assumere quattro consulenti donne, esperte in violenze domestiche, per indagare su quanto succede quando i campioni sono fuori dal campo e individuare eventuali altri sgradevoli episodi. Come quello di Adrian Peterson, running back dei Minnesota Wikings di Minneapolis, incriminato per aver colpito, si sospetta con una frusta o una cintura, il figlio di quattro anni. Oppure quello di Greg Hardy, difensore dei Carolina Panthers, sospeso dalla sua squadra finché non si farà chiarezza sull'accusa di aver gettato una donna nella vasca da bagno e su un divano coperto di pistole prima di minacciare di ucciderla. Insomma, mai un avvio di stagione della NFL era stato caratterizzato da tanti scandali. E si cominciano già a sentire le prime ripercussioni a livello di sponsor. Se la Budweiser per ora si è limitata a esprimere preoccupazione per ciò che succede, dicendosi poco soddisfatta da come la Lega stia gestendo la situazione, più drastica è stata la Nike, che ha deciso di ritirare dal mercato le magliette con il nome di Adrian Peterson e di abbandonare Ray Rice.

Infuriata anche la Pepsi, il cui numero uno Indra Nooys ha detto di essere profondamente infastidita dal "comportamento ripugnante" di alcuni giocatori della NFL. "Inoltre - ha aggiunto - la cattiva gestione dei casi sta gettando ombre sulla sua integrità".

L'immagine della a Lega, insomma, rischia di toccare il fondo. Come se non bastassero le polemiche degli ultimi anni sulla eccessiva violenza di tale sport e sui rischi corsi da chi lo pratica. Un aspetto su cui anche il presidente Barack Obama - tra l'altro un gran tifoso - era a suo tempo intervenuto. E in molti oramai pensano che serva una drastica svolta. Il nome sulla bocca di tanti è quello dell'ex segretario di stato americano, Condoleeza Rice, grande appassionata di football e vista come la possibile “salvatrice” della Patria. Il pressing per vederla a capo della National Football League si fa sempre più insistente, stando alle indiscrezioni dei media Usa.

ats/ans

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