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GERMANIA / RUSSIAPutin secondo un giornale tedesco: "Se voglio marciamo su Riga e Varsavia"

18.09.14 - 11:53
La presunta minaccia del presidente russo è stata comunicata all'omologo ucraino Poroshenko e anche al presidente della Commissione europea Barroso
Putin secondo un giornale tedesco: "Se voglio marciamo su Riga e Varsavia"
La presunta minaccia del presidente russo è stata comunicata all'omologo ucraino Poroshenko e anche al presidente della Commissione europea Barroso

BERLINO - Stando a un giornale tedesco il presidente russo Putin avrebbe minacciato l'omologo ucraino Petro Poroschenko affermando di essere in grado di inviare i militari non solo in Ucraina ma anche in Polonia, Romania e nel Baltico.

 

"Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest", avrebbe detto Putin secondo la Sueddeustche Zeitung (SZ) edita a Monaco di Baviera, che cita fonti diplomatiche Ue.

 

Della minaccia di Putin, secondo le fonti della SZ, è stato riferito dal presidente Poroschenko al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, venerdì scorso a Kiev.

 

Fino ad ora, sottolinea la testata tedesca, Putin non ha rivolto minacce militari a Paesi della Nato e dell'Ue. Mentre si ricorda la telefonata in cui Putin aveva detto a Barroso di essere in grado di "conquistare Kiev in due settimane". Poroschenko ha parlato più volte al telefono con Putin, nelle scorse settimane, continua l'articolo. E il presidente dell'Ucraina avrebbe riferito delle ultime minacce verbali "per chiarire" quanto Putin "si rivolga in modo emotivo contro l'influenza dell'Ue sugli stati vicini alla Russia".

 

Nei colloqui con Poroschenko, Putin lo avrebbe "messo in guardia dal fidarsi troppo dell'Europa", invitandolo piuttosto, "attraverso relazioni bilaterali a costituire un blocco di minoranza in grado di avere effetti sul Consiglio europeo, ed evitare decisioni negative per la Russia". "È possibile che il capo del Cremlino conti sulla crescente resistenza alle sanzioni nel Consiglio", conclude SZ, citando i pareri di Ungheria, Cipro, Slovacchia e Bulgaria, che vanno avanti sulla strada delle sanzioni "contro voglia".

 

Ats Ans

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