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L'OSPITEUna Scozia più europea e meno britannica?

17.09.14 - 23:24
Mattia Antognini, consigliere comunale, Roveredo granconsigliere supplente, Coira
Una Scozia più europea e meno britannica?
Mattia Antognini, consigliere comunale, Roveredo granconsigliere supplente, Coira

Il 18 settembre è sempre più vicino e l’eventualità di una Scozia indipendente dalla Gran Bretagna sembra concretizzarsi maggiormente con il passare dei giorni, anche se bisogna ammettere che ogni sondaggio va preso con le pinze.

Ad ogni modo è lecito immaginarsi una Scozia libera – dopo oltre 300 anni – da Londra, ma con quali strategie economiche e politiche?

In primo luogo va messo sul piatto il fattore commerciale con cifre che percentualmente superano il 65% in esportazioni di merci verso l’Inghilterra. Certo, trattasi di una percentuale normalissima all’interno di un contesto dettato da due stati non sovrani che condividono il medesimo governo e gli stessi confini; tuttavia non lo è sul piano energetico! Infatti la quasi totalità della ricchezze naturali britanniche (primi su tutti gas e petrolio) provengono dalla Scozia e i suoi territori di mare, i quali in caso di indipendenza rimarrebbero in mani scozzesi.

E come la mettiamo con le famosissime forze armate britanniche? Gli scozzesi che servono nelle fila dell’esercito unionista sono parecchi, ma bisogna anche ammettere che nel contempo il governo Salmond risulta essere sempre più distaccato da esse, soprattutto in ambito delle operazioni NATO, alla quale una Scozia indipendente non chiuderebbe la porta a priori nonostante le forti critiche mosse all’Alleanza Atlantica. Questo significherebbe però dotarsi di un nuovo esercito che non faccia più capo a Londra…

In fin dei conti – soprattutto a livello pratico – una Scozia indipendente non sarebbe tanto differente da quella attuale in quanto operante nel contesto dell’Unione Europea. Già, proprio l’Unione Europea dalla quale la Gran Bretagna voterà se separarsi o meno tra circa 2-3 anni (probabilmente nel 2017) con un referendum popolare. Ebbene qui si scontrano le visioni politiche che da anni distinguono gli inglesi (generalmente conservatori) dagli scozzesi (in gran parte laburisti): forse è proprio sotto questo profilo che il discorso legato attorno all’indipendenza diventa assai interessante.

Da una parte vediamo infatti una potenza mondiale come la Gran Bretagna che minaccia Bruxelles di uscire dalle istanze comunitarie europee, mentre dall’altra troviamo la “piccola” Scozia che a sua volta minaccia i cugini inglesi con l’obiettivo dichiarato di rimanere – o entrare a dipendenza dei casi – nell’Unione Europea, condividendo tutti i trattati già esistente e attualmente applicati su tutto il territorio britannico.

La volontà degli scozzesi può sembrare strana, soprattutto dopo l’austerità degli ultimi anni, ma la cosa che sorprende ancora di più è un’altra: la possibilità  di adottare l’Euro come moneta in caso di indipendenza. David Cameron ha infatti già dichiarato che un’unione monetaria con la Scozia onde mantenere la Sterlina su tutta l’isola è fuori discussione, ma un’ulteriore espansione della moneta unica ai danni della Sterlina potrebbe seriamente portare il primo ministro britannico a rivalutare le proprie dichiarazioni poco tempo dopo l’esito della consultazione popolare.

La posta in gioco per il governo britannico sembra dunque essere molto alta, mentre lo è un po’ meno per la Regina Elisabetta, la quale rimarrebbe capo di stato anche in caso di indipendenza in quanto la Scozia non intende tirarsi fuori dal Commonwealth. Rimane tuttavia emblematico il fatto che due entità statali all’interno della Gran Bretagna si scontrino su un tema così importante e soprattutto sulle strategie internazionali vedendo gli uni sempre più lontani dal resto dell’Europa e gli altri sempre più vicini, con un convinto europeismo che molti leader europei invidierebbero visti i risultati dell’ultime elezioni continentali tenutesi lo scorso 25 maggio. Parte di questi leader sono però ben consci del fatto che un eventuali “si” scozzese potrebbe rivelarsi un importante precedente per molti stati membri dell’UE, in primis la Spagna che da decenni si confronta con le richieste di indipendenza dei Paesi Baschi e della Catalogna.

Ad ogni modo questo referendum avrà l’aspetto di una partita del tutto scozzese, con le accanite tifoserie del Celtic e dei Glasgow Rangers che una volta tanto seppelliscono l’ascia di guerra in favore di una posizione favorevole all’indipendenza. Indipendenza che gode anche dell’illustre sostegno di un ex-agente segreto agli ordini di Londra (cinematograficamente parlando) ovvero Sean Connery. D’altro canto il fronte unionista non sembra compatto e soprattutto poco attivo: emblematico è il fatto che i politici scozzesi vicini a Londra parlano unicamente di maggiore autonomia cercando di disilludere la popolazione e esponendo teorie tipiche della lingua politichese. L’unica eccezione è forse impersonata da Joanne Rownlig – colei che diede vita alla saga di Harry Potter – con il suo chiaro e netto “Better Togheter”.

Certo è che – come detto poco fa – in questa partita tutta scozzese ci sarà spazio anche per gli stranieri e i minorenni. Avranno infatti diritto di voto tutti i britannici residenti in Scozia (ma non gli scozzesi all’estero), così come i cittadini dell’UE che vivono nelle terre dell’eroe nazionale William Wallace. In entrambi i casi citati il diritto di voto sarà allargato anche ai minorenni che hanno compiuto i 16 anni d’età, comprendendo ovviamente pure giovani scozzesi.

Nei prossimi giorni i “bookmakers” avranno quindi qualcosa in più su cui puntare, ma sicuramente ad attendere il risultato del referendum più che gli appassionati delle scommesse vi saranno tutti i governanti dell’Europa: dai capi di stato ai ministri, dai banchieri più illustri agli svariati imprenditori. Insomma, il 18 settembre potrebbe rivelarsi una giornata alquanto scottante per le sorti sia della Gran Bretagna che dell’Unione Europea. A noi non resta che stare a vedere se quest’Europa che ci circonda prenderà uno scossone o meno, nell’auspicio che qualsiasi scelta venga fatta possa portare coloro che governano il Vecchio Continente a fare dei cambiamenti importanti e soprattutto necessari.

Mattia Antognini,
Consigliere comunale a Roveredo,
Granconsigliere supplente a Coira

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