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LUGANODivorzia e va a vivere in auto per un mese: "Serve una casa per i papà"

17.09.14 - 07:10
La storia di un 40enne luganese e l'idea dell’associazione Agna: dare un tetto ai papà divorziati
Divorzia e va a vivere in auto per un mese: "Serve una casa per i papà"
La storia di un 40enne luganese e l'idea dell’associazione Agna: dare un tetto ai papà divorziati

LUGANO - Aveva una casa, un posto in banca, uno stipendio di oltre 6 000 franchi e una famiglia felice (ma solo in apparenza): «In un batter d’occhio mi sono ritrovato senza lavoro, a dormire nella mia auto senza poter vedere i miei figli». Quella di Marco*, ex bancario luganese, è la storia di un malaugurato effetto-domino: il divorzio, l’affidamento dei figli (3) all’ex moglie, gli alimenti da pagare (in tutto 3 100 franchi al mese), il lavoro che va sempre peggio a causa del suo «stato di confusione psicologica». Quindi il licenziamento. «Non riuscivo più a pagare gli alimenti alla mia ex moglie, ho ricevuto un precetto esecutivo e con quello non riuscivo a trovare uno straccio di casa da affittare – racconta –. Ho dormito per un mese nella mia auto, mi vergognavo a chiedere aiuto».

Un caso raro? Tutt’altro. «Riceviamo diverse segnalazioni di questo tipo, una persona su cinque tra quanti si rivolgono a noi presenta una situazione del genere», spiega Simone Banchini dell’Associazione genitori non affidatari (Agna), ente no profit sovvenzionato dal Cantone che gestisce uno sportello di consulenza giuridico-psicologica post-divorzio in via Pioda a Lugano. «Come associazione ci stiamo guardando intorno in cerca di un appartamento da trasformare in una “casa del papà” per offrire una soluzione temporanea a situazioni come quella di Marco». Oltre a un soccorso abitativo, spiega Banchini, la “casa del papà” offrirebbe «la possibilità di incontrare e confrontarsi con persone nella stessa situazione, e soprattutto un’assistenza psicologica e giuridica ravvicinata». Nell'attesa, Marco si è arrangiato diversamente: «E' venuto da noi ed era disperato. Abbiamo esaminato il suo caso e tramite un'istanza al Pretore è riuscito ad ottenere una riduzione degli alimenti. Il precetto esecutivo è stato ritirato. Ma soprattutto Marco è riuscito a raccontare la sua storia e a chiedere aiuto alle persone a lui vicine, questo è il primo passo fondamentale». Per avere indietro il resto, la strada è ancora lunga. E Marco vuole farla tutta.

 

*nome di fantasia

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