Cerca e trova immobili

CASSARATEVenti motoslitte da cavalcare in Brasile? Dal Ticino si può

17.09.14 - 06:10
Aperta a gennaio, la Quantya di Claudio Dick sta per inviare venti modelli elettrici, unici al mondo, a uno snow park di Gramado.
Foto Tio
Venti motoslitte da cavalcare in Brasile? Dal Ticino si può
Aperta a gennaio, la Quantya di Claudio Dick sta per inviare venti modelli elettrici, unici al mondo, a uno snow park di Gramado.

CASSARATE - Venti motoslitte da cavalcare in Brasile? Come dare torto a Carlo Dick: aperta la mail, l’ha cestinata come si fa con uno scherzo. «Mi sembrava una presa in giro», confessa dall’officina di Cassarate, dove cinque modelli attendono sopra il cemento gli altri quindici per poi essere spediti via mare a Gramado: e a sorpresa trovare il proprio habitat, solcare le nevi artificiali di una snow land da 16mila metri quadri.

Sotto le scocche, diversi moduli di polimeri di litio compongono la batteria, un cubo con un’ora massima di autonomia secondo accordi. «Mi piacerebbe tanto avere concorrenza – giura – Il cliente potrebbe confrontare il prodotto, i prezzi, scegliere». Il mercato invece è di nicchia, lui l’unico che per 13.500 franchi piazza il suo prodotto per il mondo. Quando a gennaio ha riprovato a ritornare sul mercato con la società fondata nel 2008, non immaginava che da qui sarebbe ripartito. Progettava prototipi di scooter e moto. «Una fuoristrada elettrica: siamo stati i primi a farla. Fra il 2008 e il 2010 ne abbiamo vendute 900». E 29 motoslitte per la stazione sciistica di Engelberg, Canton Obwaldo: quattro tragitti sulla neve per la stagione invernale da percorrere senza rumore e inquinamento, quasi una reminiscenza.

 

Il sito Snowxpark ancora rinvia alla Quantya di Lugano. «Il nome allude alla quantistica. Volevamo qualcosa di diverso, che rinviasse all’idea dell’elettronica e la fisica»: messe a servizio della mobilità pulita. Meccanico d’auto di formazione, in precedenza Claudio commerciava: «Mi occupavo dell’importazione di moto di tre marchi italiani». Poi l’intuizione, il convincimento che il mercato dei motori elettrici potesse diventare un business. Di sicuro sarebbe restato una passione. «Quanti bei ricordi. Ho anche partecipato a una Eco Enduro in Danimarca, nel 2008: cinque giorni da non dimenticare».

 

Un po’ di concorrenza veniva solo dall’America. «La Zero. C’è ancora. Fossi stato lì, quanto strada avrei fatto. Lì il governo ci ha creduto». La Svizzera è rimasta tiepida: nessun incentivo alla sua iniziativa libera. Claudio non protesta, va fiero del know how che gli appartiene, e sorride quando pensa a quella voce sconosciuta e parole portoghesi dentro il suo telefono. Quando ricevette la chiamata, in aprile, cominciò a realizzare che tutta una burla forse poi non era. Tre giorni dopo il suo interlocutore era a Lugano. «Ci siamo accordati per 20 motoslitte e 40 batterie entro la metà di ottobre».

 

Telaio e carrozzeria dalla Cina, motore e parti elettroniche dall’Italia, cablaggio tutto ticinese. Claudio ha ordinato il materiale e si prepara a lavorare sodo. «Cinque modelli li ho realizzati con quello che era rimasto in magazzino». Aspetta, senza concedersi un giorno di ferie: assembla intanto le ultime sei Evo 1, tre per la Svizzera e tre da inviare in Inghilterra: moto da cross destinate a esser soppiantate dalla Evo 2, attesa entro fine anno.

È stata la sorte a decidere per lui. Così adesso, sulla carta, c’è già una motoslitta mai vista fino ad ora, e già «una porta aperta con un paio di stazioni sciistiche». Sarà presentata a Engelberg «al più presto»: e magari ritornare nel continente americano. È una promessa. Pare che laggiù i parco giochi sulla neve piacciano a tal punto che già progettano di fare il bis.

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE