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BERNANo agli aborti finalizzati alla selezione del sesso

16.09.14 - 13:27
Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi tacitamente una mozione in tal senso di Pascale Bruderer (PS/AG)
Foto d'archivio (Keystone)
No agli aborti finalizzati alla selezione del sesso
Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi tacitamente una mozione in tal senso di Pascale Bruderer (PS/AG)

BERNA - La Svizzera dovrebbe escludere gli aborti finalizzati alla selezione del sesso degli embrioni. Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi tacitamente una mozione in tal senso di Pascale Bruderer (PS/AG). Il testo chiede un giro di vite per evitare abusi in materia di esami prenatali precoci.

Attualmente la legge vieta chiaramente i controlli per determinare il sesso dei nascituri, salvo per la diagnosi di una malattia. Nella prassi, tuttavia, questo principio non è sempre rispettato e il divieto può essere eluso, anche e soprattutto grazie ai nuovi esami non invasivi che possono essere svolti già a partire dalla nona settimana di gravidanza, ha sottolineato la Bruderer.

Secondo la "senatrice" argoviese, si corre un rischio di abusi quando il sesso - che costituisce un aspetto secondario irrilevante per l'accertamento di malattie - viene comunicato con gli altri risultati dal laboratorio al medico e da questi ai genitori. Dietro a ciò si cela infatti il pericolo di un'interruzione della gravidanza - legale prima della dodicesima settimana - soltanto perché il sesso del nascituro non corrisponde ai desideri dei (o di uno dei) genitori.

A suo avviso, basterebbe vietare ai laboratori di trasmettere informazioni in tal senso ai medici per ridurre drasticamente il rischio di abusi. Dal canto suo, il "senatore" Felix Gutzwiller (PLR/ZH) ha affermato che occorre assolutamente vietare di rimettere in discussione il regime liberale in materia di interruzione di gravidanza.

Alain Berset non ha nascosto le difficoltà di legiferare in questo ambito. I test prenatali non invasivi sono spesso effettuati in laboratori all'estero, ai quali ben difficilmente può essere imposto un simile divieto. Inoltre, non è nemmeno escluso che in un prossimo futuro siano disponibili test eseguibili e interpretabili dal medico senza dover ricorrere a un laboratorio.

Il consigliere federale condivide tuttavia l'opinione della "senatrice", secondo cui la possibilità di vietare ai laboratori la trasmissione di informazioni sul sesso potrebbe essere una soluzione a questo problema. Il ministro della sanità ha quindi promesso che, nell'ambito della revisione in corso della legge federale sugli esami genetici sull'essere umano, esaminerà in che modo ridurre il rischio di abuso evocato.

Il dossier passa ora al Nazionale.

ats

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