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CANTONEOgni anno 100 studenti in più chiedono aiuto al Cantone

16.09.14 - 06:01
Riaprono le università: il trend dice che la crescita delle domande per le borse di studio a fondo perso è leggera, ma inesorabile
Foto Ti Press
Ogni anno 100 studenti in più chiedono aiuto al Cantone
Riaprono le università: il trend dice che la crescita delle domande per le borse di studio a fondo perso è leggera, ma inesorabile

BELLINZONA – Ogni anno 100 giovani ticinesi in più chiedono aiuto finanziario al Cantone sotto forma di borse di studio a fondo perso. La crescita è leggera, ma costante. Sintomo di una crisi che, pur non facendosi sentire in maniera eclatante, sta comunque mettendo a dura prova le famiglie della Svizzera italiana. “In totale – spiega Piero Locarnini, capo dell’Ufficio cantonale delle borse di studio – ci arrivano circa 6.500 richieste all’anno”.

Famiglie monoparentali - Ma non sono solo le difficoltà economiche globali e oggettive a costringere uno studente ad avanzare una domanda d’aiuto allo Stato. Anche il crescente aumento delle famiglie monoparentali ha il suo peso. “Perché magari – sottolinea Locarnini – è solo uno dei genitori a volersi occupare del mantenimento del figlio. Quando di mezzo c’è un divorzio o una separazione, possono verificarsi anche situazioni complicate”.

 

Budget limite - Il budget del Cantone, tuttavia, è limitato a 19 milioni di franchi. “Questa è la cifra massima che possiamo complessivamente investire. Anche per questo le richieste vengono analizzate con molta attenzione. Ne accogliamo circa la metà”. Il giovane, al momento della richiesta, deve elencare quali sono le sue spese. Da quelle per l’affitto dell’appartamento a quelle per il sostentamento.

 

Prestito - La cifra massima che può essere concessa a un singolo studente sotto forma di borsa di studio a fondo perso è di 16.000 franchi all’anno. “Ma dobbiamo calcolare che per studiare al di fuori del Ticino possono servire anche 24.000 franchi all’anno. E allora nei casi in cui la famiglia non riesce a coprire la differenza, si ricorre alla formula del prestito. In seguito i giovani, una volta trovato un lavoro, dovranno impegnarsi a restituire il prestito allo Stato entro 7 anni. Nel 2013 i beneficiari di un prestito erano 200, nel 2012 circa 400”.

 

Bocciati senza sussidi - Liceali, apprendisti, universitari. È il popolo degli studenti a caccia di un sussidio. “Circa la metà – riprende Locarnini – deve affrontare studi di livello universitario”. Ma attenzione. Se qualcuno dovesse bocciare l’anno, il sussidio è a rischio. “L’anno di ripetizione, infatti, non dà diritto alla borsa di studio a fondo perso. In quel caso lo studente può richiedere un prestito”.

 

Trend confermato - Anche per quanto riguarda l’anno scolastico 2014/ 2015 il trend generale sembra essere rispettato. “Finora abbiamo stanziato complessivamente circa 8 milioni di franchi. L’anno accademico è appena iniziato. La maggior parte delle richieste è già giunta sulle nostre scrivanie, ma ne arriveranno altre. Siamo più o meno in media rispetto agli anni scorsi”.

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