Stando alla nuova legislazione, frutto di un'iniziativa parlamentare del "senatore" Filippo Lombardi (PPD/TI), eliminando l'obbligo di iscrizione viene meno il contatto con queste persone, contatto che invece potrebbe rivelarsi prezioso "in caso di emergenza". La maggioranza del Nazionale ha quindi rinunciato tacitamente a rendere volontaria questa prassi, come auspicava il Consiglio federale.
Sempre a livello di divergenze, è stata appianata anche quella relativa alla questione dell'invio automatico del materiale di voto a tutti gli espatriati iscritti nel registro. Allineandosi ai "senatori", i deputati hanno tacitamente respinto questa opzione, stimando i costi troppo elevati per i comuni. I cittadini elvetici che desiderano partecipare alla vita politica dovranno continuare a iscriversi presso il loro comune per ricevere il materiale.
Un'altra divergenza eliminata oggi riguarda le relazioni tra l'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE) e la Confederazione. Il Nazionale, con 120 voti contro 54 e 2 astenuti, non ha voluto che nella futura legge si debba regolare in dettaglio il funzionamento dell'OSE, la quale è una fondazione di diritto privato che beneficia di fondi pubblici. La sinistra avrebbe voluto regolare queste relazioni nella legislazione, anziché per via d'ordinanza.
Con la nuova legge, il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) diventerà l'interlocutore centrale degli Svizzeri all'estero. Verranno poi regolati il sostegno a queste persone, i loro diritti e le prestazioni sociali. Attualmente, l'insieme delle disposizioni che li concerne sono disseminate in diverse leggi. Con le modifiche si arriverebbe a una migliore visione d'insieme.