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CHAMPIONS LEAGUEMarco Streller: "Sono finiti i tempi in cui venivamo sottovalutati"

16.09.14 - 06:03
Il capitano del Basilea è pronto ad affrontare al Bernabeu il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e Carlo Ancelotti e ha raccontato qualche aneddoto riguardante la squadra
Keystonee/Kraemer
Marco Streller: "Sono finiti i tempi in cui venivamo sottovalutati"
Il capitano del Basilea è pronto ad affrontare al Bernabeu il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e Carlo Ancelotti e ha raccontato qualche aneddoto riguardante la squadra
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MADRID (Spagna) - Nella serata di oggi - martedì 16 settembre - riparte la Champions League con il Basilea di Marco Streller che sfiderà il Real Madrid di Cristiano Ronaldo al Bernabeu.

Marco Streller si appresta a iniziare con i renani la sesta edizione della Champions League, avventura iniziata nel 2002. Nessun giocatore, nel recente passato, ha influenzato in maniera così determinante la squadra come ha fatto lui.

Marco Streller, come mai in Svizzera solamente il Basilea ha instaurato una mentalità vincente?
"Penso che Christian Gross sia stato estremamente importante in una fase in cui abbiamo sviluppato questa mentalità (2002 ndr). Ha portato delle cose che a Basilea non erano presenti all'apoca. Lui, e anche Vogel più tardi, ha messo in pratica un modello vincente basaro su quello adottato negli anni '90 dal GC. La società ha inoltre sempre ingaggiato allenatori che sapevano come vincere: mi ricordo Thorsten Fink, venuto dalla Baviera oppure Murat Yakin, che conosceva l'ambiente vincente sia del GC che del Basilea, e adesso Paulo Sousa, che ha vinto da giocatore due Champions League: una con la Juventus e una con il Borussia Dortmund. Siamo stati anche fortunati perché abbiamo fatto nostra ogni Finalissima. Questo può cambiare molto, sia in positivo che in negativo, visto che fallire sempre i momenti importanti puó causare un blocco mentale nei giocatori". 

Allora significa che siete arrivati al successo grazie agli allenatori vincenti?
"Non voglio limitare la mia teoria unicamente agli allenatori: anche i giocatori fanno la loro parte. Mi è già stato rimproverato in passato di aver comunicato con troppa sicurezza le mie idee, però in quel momento specifico serviva qualcuno che la pensasse diversamente. I giocatori che riescono a gestire meglio la pressione sono quelli che hanno conosciuto qualche sconfitta nella loro carriera".  

Iniziate martedì la fase a gironi contro il Real Madrid. Quali sono i vostri obiettivi?
"Il mio grande sogno è quello di conquistare i quarti di finale di Champions League. Questo è sicuramente un obiettivo molto ambizioso, ma grazie ai nostri recenti successi non è più così irraggiungibile. Se il cammino del Basilea dovesse interrompersi negli ottavi, sarebbe comunque un grande risultato che abbiamo però già raggiunto. Nelle ultime due edizioni di Europa League poi - semifinalisti nel 2013 ed eliminati nei quarti di finale l'anno seguente - abbiamo sfiorato la finale per un soffio. Con un po' di fortuna in più l'anno scorso avremmo potuto vincere anche la Coppa. Pertanto, dovrebbe essere logico che il mio prossimo obiettivo siano i quarti di finale di Champions League". 

Come nel 2011/2012 il Basilea si è direttamente qualifcato per la fase a gironi. Sarà uno svantaggio iniziare senza il turno delle qualificazioni? In questo modo non avete ancora il ritmo partita in Europa... 
"Il tempo ce lo dirà, ma basandomi sulla nostra esperienza non dovrebbe essere uno svantaggio. L'unica cosa certa è che i tempi dove venivamo sottovalutati sono probabilmente finiti, anche se ho la sensazione che non veniamo ancora presi sempre sul serio".

Il Basilea può solamente ancora svilupparsi a livello internazionale. A livello nazionale può solo battersi da solo, sei d'accordo?
"A Vaduz giochiamo davanti a 3000 spettatori, mentre a Manchester davanti a 70000. Il calcio è una scuola di vita ed è il mio lavoro. Se si vuole essere dei campioni bisogna vincere ed è questo che dico alla squadra. Che sia Vaduz o Manchester, l'importante è scendere in campo con l'atteggiamento giusto. A Manchester c'è semplicemente qualche nemico in più".  

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