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ITALIAPaola Turci e la filosofia dell’essenziale

15.09.14 - 06:16
La cantautrice ha appena compiuto 50 anni, e tra qualche giorno darà alle stampe la sua autobiografia
Paola Turci e la filosofia dell’essenziale
La cantautrice ha appena compiuto 50 anni, e tra qualche giorno darà alle stampe la sua autobiografia

MILANO - Venerdì scorso Paola Turci ha compiuto 50 anni e tra qualche giorno darà alle stampe “Mi amerò lo stesso” (Mondadori, 30 settembre), la sua autobiografia.

Paola, tre decenni di musica e sempre in prima fila per dare voce ai più deboli… Che abiti indossi oggi?

Forse non faccio più caso a ciò che indosso, mi piace cercare, cambiare. Ogni esperienza mi lascia sempre qualcosa di vivo. Nel punto in cui mi ritrovo in questo momento, non guardo gli abiti, ma più in profondità, rendendomi conto che sto  seguendo una rotta da cui non si può più tornare indietro. Una rotta che racchiude in sé la filosofia dell'essenziale.

Parlando del mondo musicale, tu hai scelto di non percorrere il binario più commerciale, optando per il canale più indipendente e, a volte, più rischioso e meno redditizio. Perché?

Avrei desiderato essere una cantante di successo, riscuotendo grandi numeri. Ma non è nella mia natura. Semplicemente, sono consapevole di come sono e di cosa desidero per la mia realizzazione. Non sto bene nei panni di una star inseguita continuamente, che deve fare ciò che le dicono. Amo prendermi i miei tempi.
Mi piace il progresso, mi piace correre, con i miei tempi, però… Sono alla ricerca di una sorta di baricentro, che però, talvolta,  mi sfugge. È molto importante non lasciarsi condizionare. Qualche giorno fa un tassista mi ha chiesto: “La sera cosa dicono suo marito e i suoi figli quando torna a casa?” E io gli ho rispondo: “Per carità, non ho marito, non ho figli, e non ne voglio”. Mi piace la vita che ho, non sarei stata una brava madre, anche se adoro i bambini. Forse ciò che dico mi può rendere impopolare, ma, in fondo, questo pensiero della famiglia e dei figli è semplicemente un retaggio culturale. Ancora oggi mia madre mi chiede quando le darò dei nipotini (ride). Se una persona riconosce la strada che vuole percorrere e non la imbocca si ritroverà sempre un po' in difficoltà…

Cosa pensi sia cambiato nel fare musica da quando eri un'adolescente che suonava la chitarra cantando i brani di Patti Smith?

Credo che tutto sia direttamente proporzionale ai tempi che viviamo. Quello che c'è oggi non è quello che c'era ieri. La tendenza è un po' a farla facile e veloce, nei termini che si scopiazza qua e là dal passato. Non amo generalizzare e non voglio cadere nella trappola dicendo che oggi non c'è più niente, anzi, adesso c'é dell'altro. Conosco i ragazzi, ho due nipoti adolescenti e so che musica ascoltano,  come si vestono...

Tra due settimane uscirà “Mi amerò lo stesso”. In quale momento hai sentito la necessità di scrivere un’autobiografia?

Faccio una premessa: quando si parla di me mi annoio. Fino a poco tempo fa dicevo che l'autobiografia sarebbe uscita dopo la mia morte (ride). Questo libro è un pezzo della mia storia. L'ho fatto per due motivi. Il primo, più semplice, è perché ho appena girato la boa dei 50 anni, e ci sono pezzi di vita che vorrei lasciare andare. E devo dire che, scrivendo, ci sono riuscita.
Il secondo motivo è perché questi pezzi si sono ritrovati concatenati: ci sono  delle esperienze che si collegano in un arco di 20 anni. Questo aspetto, devo ammettere, mi ha un po' sorpresa, fino al punto in cui ho voluto rovesciare su un tavolo tutti i tasselli del puzzle. Guardandoli da un’altra prospettiva, ho capito dove si incastravano per capire il percorso che ho fatto. Il risultato è questo libro.

Scrivere di sé stessi è una sorta di psicoterapia?

Chi scrive di sé fa un'autoanalisi, non c’è dubbio. Dipingo e scrivo da quando ero una bambina. Ricordo le quantità di nero e le parole granitiche che  utilizzavo. Oggi, invece, a dominare sono i colori…

Sei molto vicina ad associazioni umanitarie, visitando luoghi meno fortunati dei nostri. Credi che in un mondo così egoista ci sia ancora spazio per chi vuole fare del bene?

Anch’io sono pessimista, ma stando vicino a persone come Gino Strada o ad altre associazioni  che fanno qualcosa di concreto per questi territori devastati recupero fiducia…

Progetti futuri?

Continuerò a esibirmi dal vivo e dai primi giorni di ottobre mi chiuderò in studio di registrazione per lavorare al nuovo album.

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