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ZURIGOIl caso: "60'000 franchi di assistenza per una sola famiglia"

14.09.14 - 15:54
La famiglia è giunta in Svizzera affermando di essere fuggita dall'Eritrea
Foto archivio Keystone
Il caso: "60'000 franchi di assistenza per una sola famiglia"
La famiglia è giunta in Svizzera affermando di essere fuggita dall'Eritrea

ZURIGO - Continuano a far discutere nella Svizzera tedesca i casi delle autorità locali che rischiano di affondare sotto il peso dell'aiuto sociale. Il "SonntagsBlick" riferisce oggi di un comune zurighese che spende 60'000 franchi al mese per unica famiglia e che potrebbe vedersi costretto ad aumentare il moltiplicatore per far fronte alla situazione.

La famiglia è giunta in Svizzera affermando di essere fuggita dall'Eritrea. Da due anni - ottenuto il permesso B - risiede in un non meglio precisato comune del canton Zurigo. Ma già da tre anni è seguita dall'autorità tutoria, che ha messo in piedi una vasta rete di sostegno.

Quattro dei sette figli sono ospitati in istituti educativi, con costi di 9000 franchi al mese a testa. Visto che il padre ha cambiato domicilio, la madre è rimasta sola con gli altri tre figli: per cercare di dare una nuova struttura alla sua vita nell'appartamento si avvicendano gli assistenti.

Concretamente, in settembre è previsto l'intervento di sette curatori. Per 25 giorni al mese, per una media di sei ore al giorno, aiutano la donna a far la spesa, a tenere in ordine l'appartamento, a giocare con i bambini e a fare le pulizia. Ad un costo di 135 franchi all'ora, stando al tariffario della società che gestisce questi aiuti.

Da soli i costi di "accompagnamento famigliare" ammontano quindi a 20'000 franchi, cui vanno aggiunti la pigione di 1500 franchi, gli altri costi di assistenza di 2600 franchi e quelli provocati dai ragazzi collocati in istituti. Il totale è di 60'000 franchi, pari a oltre 700'000 franchi l'anno: quasi il 30% degli introiti fiscali del comune, che sono di 2 milioni.

Ad ordinare le misure è l'autorità tutoria KESB e il comune deve limitarsi a pagare, senza avere voce in capitolo. "Volevamo sapere esattamente per cosa viene usato il denaro: ma non ci è stato detto", ha indicato la sindaca al "SonntagsBlick". La KESB tutoria ha anche minacciato passi legali se renderà pubbliche informazioni complementari. "La sorte di singole persone o famiglie non deve essere oggetto di dibattito pubblico", ha spiegato al domenicale la presidente della KESB competente, quella di Winterthur-Andelfingen.

Il giornale ha contattato anche la società che fornisce i servizi di assistenza, chiedendo come si arrivi alla cifra di 135 franchi all'ora: è per via della professionalità e della qualità del lavoro, è stato risposto. Ma l'impegno dei professionisti non sembra aver avuto successo: "la cura a tutto campo della famiglia non ha portato a nulla", afferma la sindaca. Le conseguenze finanziarie per il comune sono pesanti: "probabilmente non potremo far altro che aumentare il moltiplicatore", aggiunge la municipale.

La vicenda era stata affrontata con meno particolari di recente anche dalla "NZZ am Sonntag", ma il tema sta interessando anche altre testate, fra cui la "Weltwoche" che nell'ultimo numero ha dedicato un'ampia indagine a un fenomeno che a Bienne (BE) interessa ormai una persona su otto e a Losanna una su dieci. Il settimanale elenca in modo dettagliato diversi casi riguardanti un comune di agglomerato di oltre 10'000 abitanti citato con il nome fittizio di Musterlingen, dando sfogo alle autorità comunali.

"L'industria sociale sta vivendo un boom", afferma un dipendente dei servizi d'assistenza di Musterlingen. Il settore ha infatti il vantaggio di assegnarsi da solo i mandati e di fornire prestazioni che non possono essere obiettivamente giudicabili. Nei singoli casi sono inoltre implicate una mezza dozzina di istanze e alla fine nessuno si sente responsabile.

 

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