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LOCARNOFantasios tra magia e dialetto: "Cara la mè gent… a val dò mì al mentalismo!"

11.09.14 - 06:10
Fantasios si rinnova e fa suo il mentalismo con uno spettacolo "ünich, misterios e fö da tèsta"
Fantasios tra magia e dialetto: "Cara la mè gent… a val dò mì al mentalismo!"
Fantasios si rinnova e fa suo il mentalismo con uno spettacolo "ünich, misterios e fö da tèsta"

LOCARNO - Puoi avere 40 anni di carriera sulle spalle, aver calcato i palcoscenici di tutto il mondo, dato la copertina a un’infinità di riviste e giornali, vinto premi e conquistato titoli anche nelle terra dei maghi ma se il pubblico cambia pure il tuo spettacolo deve sapersi adattare.

Lo sa bene Alfonso Paganetti in arte Fantasios che forte della sua passione e della sua esperienza ha mollato colombe e cilindri per mettersi al passo dei mentalisti, ai quali, oggi, strizza l’occhio con il suo nuovo spettacolo: “Cara la mè gent… a val dò mì al mentalismo!”.

“Nel titolo – ci dice con un sorriso Fantasios – c’è qualcosa di provocatorio, però se vedi lo spettacolo alla fine dici: ah però è vero: A val do mì al mentalismo! L’è mia una legnada, l’è un spetacol purament fai in dialett annesso a la magia, a la illusion e al mentalista”.

La prima dello spettacolo andrà in scena al teatro di Banco sabato 13 settembre, seguirà poi una piccola tournée che porterà il mago e la sua assistente Sylvie, su e giù per le valli della Svizzera italiana. Perché il dialetto?

“Per fare qualcosa di nuovo. Nessuno l’ha  mai fatto uno spettacolo come questo. Il dialetto, lo possiamo vedere in televisione e sentire alla radio, è tornato di moda. Alla gente piace. Il Ticino non vuole perdere la sua identità. Così è nata l’idea. Ho studiato anche la lingua, certo parlo dialetto da quando sono bambino ma molti termini sono caduti in disuso, ci sono nuove espressioni...”

Con questa tournée festeggia i 40 anni di carriera. Com’è evoluto il mondo della magia?
"Ho avuto la fortuna di vivere il momento più bello nel campo della magia in teatro, dagli anni 70 ai 90 più o meno. Dopo c’è stata la crisi: i teatri sparivano, i Night club non c’erano più, si è dovuto cambiare lo stile del lavoro, adattare un tipo di spettacolo adatto al teatro a spazi dove si lavora in modo diverso".

Anche il pubblico è cambiato…
"Sì, certo, moltissimo. Le esigenze non son più le stesse. Per via di YouTube e di internet, oggi tutti hanno la possibilità di vedere qualsiasi spettacolo, scoprire qualsiasi trucco, il che rende difficile soddisfare il pubblico. Quello di cui risento molto in questo momento è che l’artista non è più così rispettato e così amato dal pubblico. Il pubblico non viene più a vederti per il piacere di assistere a uno spettacolo; la componente divertimento c’è ancora, ma le persone sono più maliziose e intransigenti, spesso aspettano solo il momento in cui sbagli. Insomma un po’ come succede alla partenza del Gran premio, quando tutti aspettano di vedere l’incidente".

Fantasios si è adeguato al mentalismo o è il mentalismo che si è adeguato a Fantasios?
"Sono io che mi sono adattato. Il mentalismo è la nuova evoluzione. Quello che io facevo è completamente diverso e non solo nella preparazione. Anche il mentalismo richiede una grande preparazione ma è un tipo di spettacolo più facile da portare in giro, perfetto per le richieste del pubblico di oggi, anche perché il mentalismo è la vera magia".

Come si è innamorato di questo mestiere?
"Già da bambino amavo il mondo del teatro ma l’incontro con la magia è legato a un’altra passione. Prima di essere artista sono stato campione istruttore di biliardo per tantissimi anni. Ero all’estero per partecipare a un campionato europeo dove ho conosciuto degli amatori di biliardo che volevano imparare a giocare. Ho accettato di dar loro delle lezioni così mi sono ritrovato in un grande magazzino in mezzo al quale c’era un biliardo.  Con la coda dell’occhio ho incominciato a notare delle cose: un foulard, delle scatole…. Allora ho chiesto: ma voi che cosa fate nella vita? Mi hanno risposto: “Siamo prestigiatori”…"

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