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L'OSPITESì alla Cassa malati pubblica

09.09.14 - 10:19
Il segretario Graziano Pestoni, Associazione per la difesa del servizio pubblico
Ti-Press/Carlo Reguzzi
Sì alla Cassa malati pubblica
Il segretario Graziano Pestoni, Associazione per la difesa del servizio pubblico

L’Associazione per la difesa del servizio pubblico raccomanda vivamente di appoggiare, votando SI, l’iniziativa per la creazione di un’unica Cassa malati pubblica, in votazione popolare il prossimo 28 settembre. Infatti questa iniziativa corrisponde appieno agli scopi della nostra associazione, tra i quale rientra, a pieno titolo, la valorizzazione del servizio pubblico nei settori della nostra vita sociale dove sono in gioco gli interessi fondamentali della collettività. Tra questi, emerge in modo lampante il campo della sanità, sia perché è di primordiale importanza per tutta la popolazione, sia per l’ingentissima conseguenza finanziaria che l’assicurazione contro le malattie comporta.

L’attuale situazione, che vede all’opera 60 CM private, non è per nulla soddisfacente. Questo sistema comporta sostanziali differenze di premio tra le CM per prestazioni uguali (previste dalla legge), con effetti negativi per gli assicurati. Inoltre la contesa, più o meno sotterranea, tra le Casse concorrenti per acquisire gli assicurati più vantaggiosi per le loro finanze, non giova certo alla popolazione assicurata, che si vede accollare i costi pubblicitari, nonché gli oneri per i trasferimenti da una CM all’altra. Né può essere dimenticato lo scandalo, emerso negli scorsi anni, delle colossali riserve accumulate da parecchie CM a scapito degli assicurati e a vantaggio di alcuni Cantoni illegittimamente favoriti (tra i quali non figura certo il Ticino).

Contrariamente all’opinione scorretta propagandata dalla lobby delle CM, non esiste in realtà una vera concorrenza nel senso della libertà di commercio, proprio perché le prestazioni a favore degli assicurati non variano da una CM all’altra. D’altra parte, è totalmente sprovvista di fondamento l’altra insinuazione avanzata nella campagna della citata lobby (in buona parte finanziata dai premi degli assicurati) per la quale si andrebbe verso una statalizzazione della medicina. Nessuna prerogativa dei pazienti viene lesa dall’istituzione di una CM pubblica, gestita da rappresentanti di istituti pubblici attivi nel campo sanitario: in particolare è assolutamente salvaguardata la libera scelta del medico. Anche per quanto concerne gli oneri finanziari, è falso affermare che gli oneri assicurativi crescerebbero: basti pensare che con l’istituzione di una Cassa pubblica sarebbero eliminate le spese di accaparramento di clienti e di trasferimento da una CM all’altra, che costituiscono una percentuale non indifferente dei costi delle attuali CM.

Si impone pertanto una soluzione chiara e a favore della collettività, sul modello di altre istituzioni pubbliche perfettamente funzionanti: si pensi, nello stesso settore, all’Assicurazione Invalidità, totalmente pubblica. Invitiamo perciò gli elettori, di fronte a interessi privati ingiustificati, a fare una scelta per l’affermazione degli interessi collettivi.

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