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VATICANO"Le parole uccidono, insultare non è cristiano"

07.09.14 - 16:20
Lo ha dichiarato oggi Papa Francesco durante l'Angelus
Foto Keystone / EPA Angelo Carconi
"Le parole uccidono, insultare non è cristiano"
Lo ha dichiarato oggi Papa Francesco durante l'Angelus

CITTA' DEL VATICANO - Se qualcuno ci fa un torto, la prima cosa da fare è parlargli di persona, spiegandogli la sua colpa. Se non ci ascolta, ritornare a "parlargli con altre due o tre persone", se non accetta neanche questo, bisogna "fargli percepire la frattura e il distacco che lui stesso ha provocato". Il tutto, sempre con "delicatezza" giacché "le parole possono uccidere" e "insultare non è cristiano". Lo spiega il Papa all'Angelus, davanti a una piazza San Pietro gremita di persone.

 

Papa Francesco invita alla "correzione fraterna" che, argomenta, "è un servizio reciproco" nella comunità cristiana. Tra spiritualità e psicologia delle relazioni umane, il pontefice, grazie al brano del Vangelo di oggi, - e forse con un occhio al sinodo sulla famiglia che comincerà tra qualche settimana e in cui si affronteranno sia le ricchezze che i problemi e le situazioni irregolari delle famiglie, - ripropone la correzione fraterna, cara a lui quanto al fondatore dei gesuiti, Ignazio di Loyola.

 

Questo metodo di correzione, ricorda, si basa sulla coscienza che siamo tutti peccatori e che Gesù "invita tutti, santi e peccatori, alla sua mensa". Le "tappe di questo itinerario di correzione fraterna", prosegue la spiegazione, "indicano lo sforzo che il Signore chiede alla sua comunità per accompagnare chi sbaglia, affinché non si perda".

 

E in questo cammino occorre prima di tutto "evitare il clamore della cronaca e il pettegolezzo della comunità: questo è la prima cosa, evitare il pettegolezzo". "Voi sapete - aggiunge a braccio - che anche le parole uccidono, e quando io sparlo, quando faccio una critica ingiusta quando spello un fratello con la mia lingua questo è uccidere la fama dell'altro, anche le parole uccidono, prendiamo questo sul serio". "È brutto insultare - ha detto ancora a braccio - un cristiano non insulta, insultare non è cristiano".

 

Nella correzione fraterna, inoltre "la discrezione ha lo scopo di non mortificare inutilmente il peccatore" e favorisce una soluzione del problema. Misericordia e coscienza di essere peccatori sostengono la capacità di correggersi reciprocamente: ricordando che la messa inizia con la richiesta di perdono per i propri peccati, papa Francesco, sempre a braccio, ha osservato: "non diciamo 'abbi pietà di questo vicino a me che è un peccatorè, o 'di questa vicino a me che è una peccatricè, diciamo 'abbi pietà di me che sono un peccatorè".

 

I "principi fondamentali - ha spiegato ancora il Pontefice - sono due: tutti siamo peccatori, e a tutti Dio dona la sua misericordia". Infine, ricordando che domani è la ricorrenza liturgica della Natività della Madonna, "cioè il suo compleanno", ha inviato, come si fa con la mamma, a "rivolgerle un pensiero e una preghiera", a "farle gli auguri per il compleanno" in questo modo.

 

Papa Bergoglio ha poi dedicato il dopo Angelus al ricordo dell'Ucraina, del Lesotho e del Kurdistan iracheno. In Ucraina, "oggi ci sono notizie poco confortanti, tuttavia auspico" che i "passi significativi" verso una tregua, "compiuti nei giorni scorsi", "possano recare sollievo alle popolazioni e contribuire a una pace duratura".

 

Per il Lesotho ha rilanciato "l'appello dei vescovi" per la pacificazione dopo un colpo di Stato. Ha infine apprezzato e benedetto il "convoglio umanitario della Croce Rossa italiana" che parte oggi per Erbil, con "le persone che cercano concretamente di aiutare i nostri fratelli perseguitati e oppressi".

 

Ats Ans

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