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CANTONE"Expo 2015 ci costerà solo due caffè a testa"

02.09.14 - 11:26
Il Consiglio di Stato si esprime sulle votazioni cantonali del 28 settembre. "No" all'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi"
Ti-Press (archivio)
"Expo 2015 ci costerà solo due caffè a testa"
Il Consiglio di Stato si esprime sulle votazioni cantonali del 28 settembre. "No" all'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi"

BELLINZONA - "SÌ" ad Expo e "NO" all'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi". Questa, in sintesi, è la posizione sulle votazioni cantonali del 28 settembre del Consiglio di Stato.

Expo 2015 - A iniziare a parlare di quello che è uno degli argomenti più discussi degli ultimi mesi, lo stanziamento di un credito di 3,5 milioni di franchi per la partecipazione del Cantone Ticino a Expo 2015, è Paolo Beltraminelli che definisce la manifestazione "la sola esposizione universale a due passi dal Ticino". La posizione del Consiglio di Stato è chiara: "Un’occasione unica, un’esposizione universale è un evento unico che per la prima volta, e probabilmente anche per l’ultima, porterà milioni di visitatori a pochi chilometri dal Ticino".

 

Insomma, l'obbiettivo sembrerebbe quello di partecipare all’Expo da protagonisti: "La Confederazione e i Cantoni partner hanno affidato al Ticino il ruolo di capofila nel progetto nel Padiglione Svizzero" viene sottolineato spiegando che ad Expo 2015 ci sarà, e vi andrà tutto il Mondo. Per spiegare meglio questo punto viene fatto un paragone tra le visite dei turisti in Ticino nel 2013 (0,8 milioni) e quelle attese all'Expo (20 milioni) ponendo l'accento, quindi, proprio sulla grande vetrina che dovrebbe essere la manifestazione milanese.

 

Viene quindi sottolineato l'importante contributo Svizzero (e di manodopera svizzera) per la realizzazione del progetto. Il Padiglione sarà costruito e allestito da aziende svizzere e ticinesi, e servirà prodotti "del nostro territorio", sottolinea Beltraminelli. Il cuore del Padiglione svizzero, inoltre, sarà Ticinese. Un monolite di 22 tonnellate di granito della Riviera, che riprodurrà il massiccio del San Gottardo.

 

Inoltre, proprio per sottolineare l'importanza ticinese nel padiglione svizzero, la Confederazione ha scelto il Ticino come padrone di casa: "Una Casa Svizzera, a 80 chilometri da Lugano senza una presenza adeguata del Cantone Ticino è uno scenario controproducente e svantaggioso", spiega Beltraminelli.

 

Il concetto, quindi, è che "una campagna di promozione con enorme visibilità sull'arco di 6 mesi avrebbe un prezzo incalcolabile, del tutto impossibile da finanziare per il Ticino", mentre "questa occasione ha un prezzo contenuto". "Votando sì - sottolinea il Consiglio di Stato - l'investimento sarà di circa 6 franchi (due caffé) per 180 giorni (l'intera durata dell'esposizione).

 

Laura Sadis spiega quindi a cosa servirà il credito approvato dal Gran Consiglio:

 

1) Affitto e allestimento di uno spazio nel Padiglione Svizzero, insieme ai Cantoni del San Gottardo (GR, UR, VS); costi di gestione, marketing e comunicazione (2012 - 2015) - 1,5 milioni;

2) Eventi economici, culturali, scientifici e di promozione turistica per presentare il Ticino al resto del mondo - 0,3 milioni;

3) Progetti affini a Expo 2015, sul territorio ticinese 0,4 milioni.

 

Per un totale di 2,2 milioni. Il motivo della riduzione della somma, che è inferiore a quella riportata nel materiale di voto dipende dal fatto che, dopo il voto del Gran Consiglio e il lancio del referendum, alcuni dei progetti pensati per il territorio ticinese non hanno potuto più essere realizzati per ragioni organizzative e tecniche legate alle tempistiche di realizzazione. Ciò significa che la parte del credito da 3,5 milioni destinata al loro sostegno non verrà utilizzata.

 

Una clausola inserita nel messaggio approvato dal Parlamento, infatti, impedisce il riutilizzo degli importi riservati ai progetti che non realizzati.

 

Il Consiglio di Stato ha deciso insomma di agire per "salvaguardare gli impegni istituzionali (pari a 1,5 milioni di franchi) già presi con i Cantoni partner e la Confederazione. Votando «SÌ», la somma a disposizione del Cantone per finanziare la partecipazione del Ticino salirà da 1,5 milioni a 2,2 milioni di franchi. La differenza sarà destinata esclusivamente a realtà ticinesi, per finanziare progetti sul nostro territorio e per organizzare all’Expo eventi di promozione delle regioni del Cantone".

 

“Aiutiamo le scuole comunali”, il Governo dice no - Il Consiglio di Stato invita poi a respingere l'iniziativa "Aiutiamo le scuole comunali – Per il futuro dei nostri ragazzi", che presuppone la Modifica della legge sulla scuola dell’infanzia e sulla scuola elementare del 7 febbraio 1996.

 

Secondo il Governo, rappresentato dal direttore del DECS Manuele Bertoli, l’iniziativa è troppo costosa, difficilmente realizzabile al 100%, eccessiva su alcuni punti e foriera di complicazioni amministrative. I costi di una parte delle misure proposte, sottolinea il Consiglio di Stato, non sono sostenibili se confrontati ai benefici ricercati. “Molto meglio investire in modo mirato e sugli aspetti veramente centrali per la qualità del sistema scolastico”. Alcune delle richieste, poi, necessitano di un elevato numero di docenti, che attualmente non ci sono “e che verosimilmente sarebbe difficile preparare nel periodo di cinque anni concesso”. Il problema si presenterebbe, almeno in parte, anche sul versante economico.

 

I costi - Ad oggi, il costo totale dell’iniziativa si aggirerebbe tra i 28.1 e i 38.5 milioni annui, di cui 14.0-18.5 per il Cantone e 14.1-19.5 per i Comuni. I costi di investimento per l’edilizia scolastica, valutati nel 2010 in 87 milioni (di cui 1/3 a carico del Cantone e 2/3 a carico dei Comuni), secondo Bertoli possono essere drasticamente ridotti, tenuto conto della possibilità alternativa, già calcolata nei costi di gestione, dell’uso del docente di appoggio nei casi di sezioni eccedenti il numero massimo legale di allievi. Gli oneri rimangono però validi per i servizi parascolastici, per la cui organizzazione tuttavia le soluzioni logistiche sono molteplici.

 

Uno dei punti chiave dell’iniziativa è la definizione del massimo di 20 allievi per classe, contro i 25 di oggi. La media attuale è di 20.6 allievi nella scuola dell’infanzia e 18.3 nella scuola elementare. Il costo di questa parte dell’iniziativa, necessario a finanziare l'aumento del numero delle classi e dei docenti d’appoggio, è stato valutato tra 4.40 e 9.38 milioni annui per il Cantone, e tra 6.60 e 12.02 milioni annui per i Comuni.

 

Prestazioni extrascolastiche - L'iniziativa, visto da Palazzo delle Orsoline, è inoltre “eccessiva su alcuni punti: la scuola è un’istituzione educativa e non un servizio”. Il carico e l'onore di una serie di prestazioni extrascolastiche, “anche se rispondenti a bisogni legittimi”, avrebbe come conseguenza una sottrazione di risorse ed energie “alla sua vera missione, che rimane l’insegnamento”. L'iniziativa, infatti, prevede un intervento nei servizi di doposcuola sociale, doposcuola ricreativo, scuola a orario prolungato, refezione e scuola fuori sede.

 

Infine, “Aiutiamo le scuole comunali” sarebbe foriera di complicazioni amministrative, andrebbe a ledere l'autonomia comunale, e reintrodurrebbe meccanismi decisionali e di finanziamento “di segno opposto a quanto si sta cercando di fare nei rapporti tra Cantone e Comuni”.

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